di Ugo Bellesi
Sul fronte del terremoto la settimana scorsa si è chiusa con lo scoop giornalistico della “nostra” Federica Nardi che su Cronache Maceratesi ha pubblicato il rapporto inviato a suo tempo dagli Uffici tecnici della Regione al presidente Luca Ceriscioli. Da quel documento si evidenzia che il progetto di acquistare, con il Fondo per l’emergenza, l’edilizia invenduta per destinarla agli sfollati era velleitaria. Infatti nella relazione si legge “La tempistica dell’operazione non è compatibile con i tempi dell’emergenza né tantomeno di esito certo, come di fatto si è verificato”. Un giudizio quindi identico a quello che avevamo espresso allora su queste pagine ma rimasto purtroppo inascoltato.
Più eclatanti le considerazioni degli Uffici tecnici della Regione sulle inadempienze del Consorzio Arcale in merito alla costruzione delle casette. Infatti nel documento si conferma “la sussistenza della grave inadempienza contrattuale” ma si sottolinea soprattutto “l’impossibilità a rescindere il contratto in quanto le procedure per la sostituzione del Consorzio sono lunghe, rispetto i ritardi che subiamo, oltre al fatto che il sistema prefabbricato non è reperibile sul mercato e non può essere installato altro sulle platee realizzate”. E la rivelazione è proprio questa. L’appalto affidato al Consorzio Arcale non consisteva in un normale contratto ma era un vero e proprio matrimonio per cui si deve tenere in vita “finchè morte non vi separi” come proclama il sacerdote quando celebra le nozze.
E non è escluso che nel contratto ci sia qualche clausola che impegni le istituzioni ad acquistare quelle casette anche nei prossimi 25 terremoti. Sarebbe facile “scandalizzarsi” per tutto ciò. Ma guardiamo invece i lati positivi. Innanzitutto l’onestà intellettuale degli Uffici tecnici della Regione. Si inveisce sempre contro la burocrazia e invece c’è chi fa il proprio dovere anche se resta inascoltato. Altro aspetto positivo è il fatto che il Consorzio Arcale ha uno staff molto efficiente specie nella stesura dei contratti. Poiché la Regione ma anche i Comuni, nell’affrontare la ricostruzione, dovranno fare contratti con imprese edili che sicuramente sanno il fatto loro, perché non assumere gli uomini di Arcale in Regione e nei Comuni? Era una vecchia regola degli antichi romani: se non puoi vincere un rivale fallo tuo alleato…
Ma lasciamo questo argomento ad altri più feroci commentatori, per passare ad esaminare la situazione riportando le considerazioni più significative fatte da autorità, sindaci, tecnici, esperti e semplici cittadini in occasione della scadenza del secondo anno post terremoto. E tante sono le testimonianze che possono costituire una documentazione tale che la diplomazia di un tempo chiamava “Le cahiers de doleances”. E non sarebbe sbagliato farla pervenire al presidente Mattarella. E iniziamo con il capo della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, che ammette: «Va rivisto tutto il sistema dell’emergenza. Così come è stato finora non funziona. Serve che la Guardia di finanza vigili fin dall’inizio sui contratti con le ditte e sui pagamenti e serve che i militari del Genio stiano a sorvegliare lo svolgimento dei lavori nei cantieri». A questo proposito una riflessione è indispensabile: dal terremoto di Messina ad oggi ancora non c’è un protocollo che prescrive gli interventi da effettuare nell’emergenza sismica? Ma in che paese siamo?
Non meno categorico il sindaco di Matelica, Alessandro Delpriori, che ha detto: «Sembra chiarissimo che ormai siamo fuori dall’agenda politica del paese. Come sindaci siamo abbandonati a noi stessi, in un groviglio di norme. Non è possibile che per risolvere la questione delle piccole difformità dei progetti per i lavori di recupero sia servito un emendamento e per il condono di Ischia si sia passati direttamente al decreto. E per i beni culturali va nominato un vice commissario. Dobbiamo convincerci che ricostruire l’Italia centrale sia una priorità per tutto il paese». Una situazione non facile anche a Tolentino dove ci sono ancora 4.000 sfollati: 90 le persone in albergo, 200 quelle in container e le altre in autonoma sistemazione. Il sindaco Giuseppe Pezzanesi non ha peli sulla lingua e si scaglia contro «una burocrazia aberrante». «Leggi in contrasto tra loro – sottolinea – hanno generato pareri su pareri, ordinanze su ordinanze. La lentezza della ricostruzione delle case con danni lievi è dovuta a questa burocrazia a volte veramente ingiustificabile».
Il sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui, è più esplicito di tutti: «Dobbiamo parlare di volontà. Non mi sembra ci sia la volontà di ricostruire oltre le parole, perché non ci sono gli strumenti. Ricostruire significa farlo in poco tempo, perché altrimenti i Sibillini si popolano e sarà il più grande disastro, perché poi lo spopolamento a monte si ripercuoterà a valle. Se andiamo avanti così anche 20 anni potrebbero non bastare. La mancanza più grande è un’idea di futuro per il centro. Questa perla culturale è in completo abbandono perché non abbiamo gli strumenti idonei per andare con la giusta velocità». Tre sono i problemi più impellenti di Ussita. La rete elettrica, gli impianti di risalita di Frontignano e il rischio idrogeologico. Il sindaco Vincenzo Marini Marini spiega che le line elettriche sono in pessime condizioni e il Comune, proprietario della rete in quanto produce in proprio energia elettrica con centrali idroelettriche, non è in condizioni di ripararle. Il Comune è anche proprietario degli impianti di risalita di Frontignano ma vanno ripristinati. Si spera di poterli affidare al consorzio Contram. Per quanto riguarda il rischio idrogeologico tutto il problema di messa in sicurezza sarà coordinato con Castelsantangelo sul Nera e con Visso.
Il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, ha le idee molto chiare e teme la burocrazia: «Qui non c’è solo il concreto rischio di spopolamento ma parliamo ormai di desertificazione. Il lavoro è il tema centrale della ripartenza. Si deve accelerare sul piano delle opere pubbliche per far ripartire le comunità, altrimenti per paradosso io rischio di non riaprire il Comune nemmeno tra vent’anni. La burocrazia frena tutto (per il ripristino delle opere pubbliche occorrono mesi di lavoro con almeno dieci passaggi burocratici ed il rinvio tra vari uffici). Su questo chiedo la collaborazione di tutte le istituzioni, Regione, sindaci e Governo, non mettiamo la politica in mezzo, sennò questi territori moriranno». Il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, è sempre più deluso ma anche sempre più combattivo. Parlando della sua cittadina spiega: «Ci sono balconi colmi di pietra, materassi incastrati tra le rovine e tubature che continuano a perdere acqua. Questo è un terremoto dove l’emergenza forse è finita ma la ricostruzione non è partita. Non capiamo perché ad Ischia si possa fare un condono tombale. Questo sta a testimoniare di una grave disattenzione. E questo non è più accettabile».
Il sindaco di Muccia, Mario Baroni, sottolinea che il suo è un paese risparmioso ma invita ad accelerare la ricostruzione: «Il Comune di Muccia – ha detto – ha fatto quanto era necessario. Abbiamo cercato di risparmiare il più possibile, evitando anche di fare puntellamenti non necessari per non sprecare soldi. Però si deve accelerare sulla riparazione dei danni lievi, per far rientrare le persone. Ora tuttavia si parla soltanto del disastro di Genova, il terremoto del centro Italia sembra quasi dimenticato dai media nazionali». Il dottor Nico Bazzoli, ricercatore di sociologia all’Università di Urbino, ha un’idea precisa dello spopolamento in atto: «Se prima del terremoto i paesi montani si spopolavano dello 0,8% ogni anno (ossia 750 persone), con il terremoto si è verificata un’accelerazione allarmante del 3% (pari a 3.000 abitanti). Una quota di popolazione persa notevolissima…A Camerino c’è la percentuale più alta sul totale della popolazione, pari al 60%”». Il giornalista Mario Sensini, del Corriere della Sera, denuncia la carenza di domande per la ricostruzione: «Sinora sono state presentate soltanto il 10% delle domande sul totale degli edifici inagibili. Sono stati aperti soltanto 700 cantieri, pari alluno per cento delle case inagibili. Soltanto lo 0,5% di abitazioni sono state riparare dai danni del terremoto».
«Le piccole imprese – ha dichiarato Giuseppe Mazzarella di Confartigianato Marche – sono in profondo disagio. Oltre al contributo una tantum di cinquemila euro, non c’è stato altro ristoro o sostegno economico. I circa 150 provvedimenti emessi nel post sisma provocano l’effetto opposto a quello voluto, intralciano o rallentano la ricostruzione. Si parlava di 15/20 anni per ricostruire. Il timore è che questi anni raddoppiano. Il 90% delle imprese artigiane rischia di restare fuori dalla ricostruzione per le dimensioni elevate degli appalti». Il direttore degli ambiti sociali dei Comuni terremotati, Valerio Valeriani, ha parlato di assenza di certezze per il futuro: «Non c’è più la paura del terremoto, inteso come stress post-traumatico, ma siamo di fronte ad una sindrome da adattamento cronica. La totale assenza di certezze per il futuro è paralizzante. Si soffre perché il tempo passa e nulla accade, e rischiamo una soluzione darwiniana: i giovani se ne vanno, chi ha risorse si organizza altrove e i vecchi muoiono». L’ex rettore dell’Università di Camerino, Fulvio Esposito, vive in una casetta nell’area Varano di Camerino. E’ amareggiato come tanti e dichiara: «Da due anni casa mia è un cumulo di macerie e sono ancora lì. Noi siamo stati tra i primi a presentare un progetto di ricostruzione, ma ancora non è stato approvato. Ingenuamente avevo pensato di poter iniziare i lavori nella primavera del 2017». Un’altra sfollata, Cristina Cinti, ha così commentato la situazione: «Sono passati due anni e non si è mossa una pietra. Siamo stati due anni fermi. E poi, quando sarà il momento di ricostruire, chi ce lo dice che ci saranno i soldi? Ancora non sappiamo se la nostra casa è da demolire oppure no!».
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Se così fosse la Regione Marche ha creato un legame indissolubile con il Consorzio Arcale, tutta na roba di compagni e sinistra, stipulata sulla pelle di noi poveri cittadini. Capisco tutto e tutti, ma i sindaci che ora urlano e si strappano le vesti dove erano in questi due anni? Perché non hanno denunciato questo stato di cose? Bisognava farlo subito. Ma, bo!!!!!.
Da una veloce lettura degli art. 4 e 5 del contratto (http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/contratto_1236_Consorzio_Stabile_Arcale.pdf) par di capire che l’accordo quadro prescrive che la prestazione abbia termine o al raggiungimento della consegna di 6.000 SAE oppure al compimento dei 6 anni dalla firma del contratto.
Guido Bertolaso.
Spero che su tutto questo bailamme la magistratura faccia chiarezza al più presto.
“ Si spera finché morte non vi separi”. La chiesa che ogni tanto dice che vuole ammodernarsi, dovrebbe anche dimostrarlo, visto che anche nei matrimoni religiosi la percentuale dei divorzi dovrebbe essere impietosa e per chi crede, toccandosi le parti antisfiga ci si separa lo stesso con grande goduria dei due che finalmente possono tornare a vivere senza dover sottostare alle tante regole che il matrimonio impone e soprattutto non dover essere costretti ad avere contatti se non sono strettamente necessari ad imposti dal giudice , per il resto via dal cuore, dagli occhi, dal naso, dalle mani che potrebbero reggere qualsiasi cosa atta ad offendere e non certo verbalmente e dulcis in fundo lontano dal letto. Questo magari è il primo atto dovuto alla persona oramai odiata, disprezzata e via così. Questo quando due persone incivili, rese cialtrone dalla convivenza giungono allo stesso desiderio di eliminare l’altro dalla propria vita. Qui, in quello che sto dicendo non ci devono essere motivi per femminicidi, ( la parola viene sottolineata come sbagliata ; che non sia ancora entrata nei vocabolari nonostante se ne parli in continuazione? o il femminicidio è un omicidio al pari degli altri dove il fatto che sia l’uomo ad uccidere serve a tenere legati alla poltrona gli amanti di “ Chi l’ha visto, “Romanzo criminale “, “ Quarto grado “, ed altre trasmissioni specializzate in tragedie sentimentali uniparte. Per la cronaca è sottolineata anche “ ominicidio “.Potrei continuare parlando della Civitanovese dove ieri è o si è allontanato l’allenatore perché non in grado ( di solito prima viene l’allenatore ) di far vincere sempre la squadra. Sogno questo anche di Ancellotti, Mourigno o come si scrive, o come il sogno di tutti quelli che non hanno casa non perché non la vorrebbero, ma che per tanti motivi non ce l’hanno o come in questo caso è quasi come non averla. Potrei chiudere qui e dire che anche qui il prete c’è e benedice pero non sposa nessuno né fino alla morte e né fino a qualsiasi altro motivo. Potrei dire e lo dico che questo è assolutamente uno dei casi dove se non c’è unione non c’è forza. Dove non c’è nessun politico a guidare la rivolta anche perché di solito è lui il prescelto dalla folla per la “ contestazione “. Non si dovrebbe mai giungere a questo, ma solo se non ce né motivo altrimenti deve essere un obbligo morale sennò si rimane sempre al palo di partenza. “ Gente che da anni sa con certezza che qualcosa di inconcepibile, mostruoso per i collegamenti politici che ci sono oltre alle tante cose che non vanno un granché bene, deve anche essere portata in giro da anni con casette di truciolato che costano come fabbricati in muratura completi di tutti i sevizi, che si ammuffiscono, a cui scoppiano i boiler, si gelano le condutture e mi chiedo se non ci siano stati anche problemi elettrici a parte le banali mancanze di corrente? Qui non è che qualcuno sta regalando qualcosa ai terremotati, gli italiani pagano le tasse per ricevere in cambio servizi, utilità e aiuti nell’emergenza. Tra tutti quelli che pagano sicuramente le tasse ci sono quelli che hanno una busta paga, come operai, procuratori, giudici, forze dell’ordine, contadini e credo anche altri lavoratori come medici pubblici ( distinzione che va fatta perché spesso il pomeriggio diventano privati e lì hanno un altro modo di gestire il lavoro ), politici parlamentari, ministrati, governativi, insomma tante categorie che hanno o dovrebbero avere gli stessi diritti, quindi diciamo tutti sulla stessa barca, beh no, chi sul canotto e chi sul panfilo ma sempre su qualcosa di liquido ci troviamo. Questa del liquido sembra una provocazione, non lo è, non qui, non adesso. Mi sembra di aver già scritto abbastanza e ho letto solo fino a quella storia del prete con gli sposi. Se continuo a leggere l’articolo, se tanto mi dà tanto oggi non pranzo non ceno e non so a che ora andrò a letto. Ma leggerlo lo devo, sennò fino adesso che ho scritto a fare, magari non c’entra niente con l’articolo però con qualche giro di parole ce lo ficco dentro come parte integrante di un tutto in cui sul primo pezzo ritornerei e considererei solo quel pezzetto dell’unione che…. Continuo nella lettura, la faccio a sprazzi per cercare di capire anche quello che leggo e con la speranza di recepire. Lascia ai commentatori più feroci ad esprimersi sull’onesta intellettuale in Regione e guardando al passato perché non si è accorto che siamo al presente , trova ottimo arruolare impiegati dell’Arcale. Dopo aver letto ciò mi rifermo sperando che un po’ di serietà quest’articolo andando avanti ce l’avrà quindi non invito il cronista a diventare gladiatore ed entrare lesto lesto in una arena a combattere con feroci tigri e famelici leoni con cui non avendo nemmeno la possibilità di parlarci il risultato sarebbe scontato. Ho ripreso la lettura ed è stata più comprensibile del previsto. Ho letto cose che leggo da due anni, non le so a memoria però potrei provarci. Non scrivo più niente e tornando indietro non do colpe a nessuno per non sentirmi dire :” Guarda che non siamo deficienti e noi popolani ( è con quelli che sto parlando e che poi sono loro che ci abitano e qualcuno anche se non ci abita è sicuramente solidale ) abbiamo capito che solo con l’unione si fa la forza e che hai già spiegato nelle prime righe come fare per dargli voce ed è l’unico sistema per venire a capo di qualcosa”. Non so se il governatore c’era a palazzo quando unioni seppur piccole urlavano il loro disappunto, sennò sarebbe d’accordo anche lui che codesto sistema che ha funzionato il giorno dello scoppio della rivoluzione francese, anche se in piccolo qualche vetro lo fa tremare.. Gli altri, quelli che non si sentono popolani e che dovrebbero intervenire in modo sollecito, poi magari la burocrazia ci penserebbe o ci proverebbe a spezzare il corso degli eventi ( da non confondere con il còrso,) prendono anche loro la busta paga e magari sì, sanno di questo terremoto: “ ma però, e su, e risolvetevele da voi queste cose. Ma lo stato chi è in fondo se non l’insieme di tutti i cittadini”. Con questo ho detto tutto.
Ps. Se tu sindaco sei sempre stato bravo ed agguerrito e se anche tutte le burocrazie di questo mondo ti si sono messe contro, come tutti i commissari che però escluso quello in Ancona sono stati rispediti al mittente per “ incapacità dimostrata ripetutamente”, e adesso ce ne uno nuovissimo ancora non classificabile, dico, tu sindaco sempre a casa tua stai e a casa tua se tu vuoi prima comandi tu poi gli altri almeno che non ti piace rischiare mettendoti alla guida di cause buone e giuste e preferisci affogare tu e far affogare i tuoi cittadini nella fangosa burocrazia in cui non si finirebbe se si chiacchierasse di meno. Tu sindaco, da quando c’è stato il terremoto che cosa hai fatto? Te lo dico io, centinaia di articoli per dire questo, accusare l’altro , sollecitare, chiedere, volere, ma tutto quel che è stato ottenuto lo devi solo a Ceriscioli che se n’è fregato di te, dei tuoi paesani e ha lasciato che non l’amministrazione regionale si interessasse di come dove e quanto fare le baraccopoli ma ha lasciato decidere, fare, costruire per modo di dire e truffare lo stato chi e secondo le proprie prerogative ed interessi ha scelto e fatto dove ha fatto e sempre come e quando ha voluto. Qui continuano a tenervi tutti quanti per le P+++E e ci mettete ahimè anche quelle dei vostri concittadini e votanti . L’ultimo pensierino lo lascio a chi a parte i vari proclami , ancora vergognosamente non va a casa perché deve spolpare l’osso fino al midollo che poi deve succhiare, prendere fino all’ultimo soldo che elettori bovini, senza intenzione alcuna di offendere le bestie e pure caprini, gli hanno dato la possibilità di fare.