Giuseppe Pezzanesi
«E’ poco rispettoso definire “indegno” lo spettacolo di artisti che hanno scritto la storia della musica leggera, della televisione e del teatro». Giuseppe Pezzanesi, sindaco di Tolentino, replica alle polemiche che hanno investito la riapertura del teatro Vaccaj, fissata per lunedì, dopo il rogo che lo distrusse 10 anni fa. Polemiche anche politiche con il Movimento 5 stelle che accusato l’amministrazione di non aver chiesto penali per i ritardi dei lavori. A loro risponde: «Sbagliano i conti dei lavori. Noi abbiamo agito in totale correttezza e trasparenza».
Pezzanesi accusa chi critica di voler «rovinare la festa di una intera città solo per presupponenza, astio e rancore politico. Riapriamo dopo dieci anni il teatro Nicola Vaccaj. E come era facile immaginare qualche voce fuori dal coro c’è. E a proposito di coro: un maestro (Aldo Cicconofri, direttore del Coro polifonico di Tolentino, ndr) ci accusa di occasione persa, di progetti fantasiosi, di lavori a singhiozzo e di uno spettacolo inadeguato. Senza scendere in giudizi personali, credo invece che ergersi a paladino della cultura in senso assoluto non sia adeguato ad una situazione che vede la riconsegna a tutta la cittadinanza, di un luogo simbolo che negli anni ha ospitato dalle compagnie amatoriali, alle feste cittadine, dalle recite scolastiche ai grandi musical, ai grandi attori e attrici, ai cori cittadini. Mi sembra anche poco rispettoso valutare e definire indegno uno spettacolo con artisti che, con la loro professionalità, nel loro settore, hanno saputo scrivere la storia della musica leggera, della televisione e del teatro. Ma forse per qualcuno esiste solo un certo tipo di cultura che non potrà mai essere pop ma solo per pochi eletti. Questione di scelte e di vedute che fortunatamente sono condivise dalla stragrande maggioranza di persone che ci hanno eletto e che ci sostengono, contrariamente a chi dal podio rappresenta forse solo se stesso. Solo un piccolo aneddoto che ci raccontano le cronache dell’epoca. Quando il teatro fu inaugurato per la prima volta nel 1797 mentre erano in scena due rappresentazioni di importanti autori dell’epoca, nel foyer erano state istallati tavoli per giocare a carte e una roulette».
Il teatro Vaccaj di Tolentino
Il sindaco replica anche al Movimento 5 stelle: «Voglio solo dire che questa amministrazione, loro malgrado, riconsegna il Vaccaj alla città. Molti erano convinti che i lavori sarebbero durati decenni e invece, malgrado la burocrazia, le difficoltà economiche, i ritardi dovuti ai ritrovamenti archeologici, il sopraggiunto periodo legato al sisma, noi lo riapriamo. Certo, qualcuno avrebbe preferito un altro finale. I pentastellati parlano di ritardi nella consegna dei lavori, di dilazioni date senza motivo, di nessuna penale. Ma qui è questione di matematica. Scrivono che “nel dicembre 2012 viene stipulato il contratto con le ditte vincitrici in forza all’offerta di completare i lavori in 48 mesi, non oltre il 9 dicembre 2014”. Peccato che 48 mesi corrispondono a 4 anni e non due, questione di matematica. Quindi i lavori, eventualmente, sarebbero dovuti terminare entro il 2016». Pezzanesi ripercorre poi i lavori: il primo stralcio di un milione e 800mila euro durato tre anni, il secondo per 2 milioni e 400mila euro durato altri due anni e infine circa 1milione e mezzo di euro tra arredi, impianti e finiture. «Noi – conclude -, non abbiamo nulla da rimproverarci, anzi. Sappiamo di aver agito con trasparenza e correttezza per migliorare nel suo complesso l’intero edificio, sia dal punto di vista strutturale, che funzionale e tecnologico. E’ stato un intervento complesso con restauri conservativi di quanto ancora esistente e nuove decorazioni sulla logica preesistente di quanto perduto con rispetto dei materiali dell’epoca e con un gran lavoro di ricostruzione e riproduzione dei disegni. Oggi abbiamo un teatro com’era e dov’era ma molto migliorato sotto tutti i punti di vista. Noi lunedì inauguriamo e riconsegniamo alla città, malgrado tutto e tutti, il teatro. Chi vorrà potrà partecipare alla festa e alle tante serate che abbiamo programmato. Tutto il resto è il monologo di personaggi in cerca di autore».
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Evidentemente a Tolentino vogliono un varietà a 5 stelle colore rosso vivo.
Non se ne può più ogni occasione è buona per polemizzare in una campagna elettorale infinita. Almeno sugli eventi festosi non facciamo polemiche. Eppoi questi uomini di cultura lo sono veramente? forse ignorano ad esempio che melodramma è balletti non erano altro che espressioni culturali popolari di allora. Che facciamo celebriamo una festa con un coro polifonico o con dei madrigali? C’è tempo per ogni cosa il 10 sarà solo festa
Riavete il teatro finalmente dopo dieci anni:” Che cosa c’è da obbiettare, cercare, cavillare?”. Brambatti, ma mandali tutti a fare in… e vatti a godere gli spettacoli futuri. Gli uomini di cultura, quelli che di cultura ne hanno poca, in genere se tu non sai distinguere ( rimaniamo in campo musicale come da articolo ) un Do da un Mi sei un perfetto somaro. Ma quanti di questi uomini di cultura non sanno distinguere un somaro da un mulo? Questi intellettuali tipo filosofi strappati all’agricoltura riempiono sale, caffè, associazioni, dibattiti in maniera per quel che poi si ricordano, di annoiare i primi malcapitati con cui saranno lieti di scambiarsi idee, opinioni, usando un linguaggio il più possibile da uomo di cultura e lo fanno non con il loro sapere, di solito molto scarso, ma con il posizionare il tono della loro voce in maniera di apparire come diceva Petrolini, fini dicitori, mostrandosi così ridicoli che spesso vengono usati attori che cercano di imitarli perché il pubblico ride sempre a queste scene, immaginando il vuoto di questi soggetti che cercano di riempirlo con la frequentazione di loro simili. Per oggi non scrivo più, Silenzi non ha sparato niente di nuovo e non riesce a dire più niente di coinvolgente e questo perché da quando sta in minoranza ha perso l’abitudine ad inventare, a creare situazioni di beato interesse a lui dovute, insomma quel che si dice a sparar cassate. Adesso fa grossi scoop cercando di prendere dalla realtà fatti realmente o verosimilmente accaduti che non interessano proprio. C’è già lui di reale, e che non basta? Si dia spazio anche alla fantasia di cui talaltro ne ha fatto sempre un uso smodato. So Brambatti che magari Silenzi è l’ultimo dei suoi pensieri ma che devo fare, una forza sconosciuta mi costringe a scrivere su di lui anche se non vorrei farlo se poi mi viene in mente anche il suo vecchi sindaco, rischio di surriscaldare il computer. Buona giornata.
La vecchiaia mi porta a godere della quotidianità e la riapertura del teatro è un sogno che si avvera. Ho in mente ancora le sirene e il motore assordante degli elicotteri. Ero a pochi metri nello studio. Quel inferno domani sarà cancellato dai ricordi. Solo questo conta