Migranti, altro appalto milionario:
ne arriveranno almeno 110
«Quanti finiranno in un sottopasso?»

MACERATA - Il Gus si è aggiudicato la gara per l'accoglienza fino a un massimo di 165 persone. Il consigliere di Forza Italia Andrea Marchiori denuncia: «Gli irregolari vengono abbandonati a se stessi, vivono in accampamenti improvvisati, non è più tollerabile. Mentre con i soldi pubblici si paga il leasing per l’acquisto di una autovettura, c'è chi patisce la fame ed il freddo nel parco di Fontescodella»
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Mendicanti in un sottopasso di Macerata

 

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Andrea Marchiori

 

«La situazione dei migranti irregolari, abbandonati a se stessi, rifiutati dagli enti che si proclamano solidali con le persone in stato di bisogno e che vivono in accampamenti improvvisati non è più tollerabile. Il sentimento di pietà che suscita ogni situazione di disagio sociale non può mettere in secondo piano le responsabilità politiche di chi governa ed ha favorito questo modello di accoglienza». Sono le parole del consigliere di Forza Italia di Macerata Andrea Marchiori. Il Gus si è aggiudicato l’appalto triennale per altri 110 richiedenti asilo, ampliabile sino a 165 e con importi che oscilleranno tra 3,5 e 4,5 milioni di euro. E così in città presto arriveranno altri migranti, che dovranno affrontare una lunga trafila per ottenere lo status di richiedenti asilo. Intanto il primo problema da affrontare riguarda coloro che poi non risultano avere i requisiti per restare nel progetto di accoglienza. «La prima considerazione che viene spontanea – commenta Marchiori –  è perché mai, anche per il prossimo triennio il Comune dovrà ospitare il triplo dei richiedenti asilo rispetto al numero prestabilito dal ministero. E, poi, quanti di questi 110/165 immigrati avranno diritto di ottenere il riconoscimento di rifugiati e quanti altri, invece, finiranno in un sottopasso? E’ stato detto che la soluzione del problema verrà affidata ai servizi sociali – aggiunge Marchiori – Ancora una volta ci si rifiuta di affrontare la questione nel rispetto della legalità e si propongono soluzioni estemporanee che altro non fanno che alimentare la protesta. Si destinano ulteriori risorse economiche e di personale dipendente dell’ente in maniera sconclusionata e poi, sistemate dieci persone, ne verranno altre venti a dormire in tenda. Il terzo e consequenziale argomento di riflessione è perché gli immigrati irregolari non vengono rimpatriati? Quali ragioni ostacolano in questo Paese il rispetto del principio di legalità e quali interessi reali ruotano attorno al fenomeno della gestione dell’immigrazione? Vale allora la pena capire come vengono destinate le risorse economiche elargite dal ministero e dagli enti locali alle onlus caritatevoli».

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Controlli dei carabinieri al parco Fontescodella

E qui il consigliere cita alcuni esempi tratti dal rendiconto di un precedente progetto di “MaceretaAccoglie”, gestito sempre dal Gus. Conti molto più simili a quelli di una società per azioni che di una onlus. «Prendendo in esame una trance di 800mila euro – spiega Marchiori –  si scopre che la spesa per il personale dipendente e per le consulenze, assunto senza alcuna procedura ad evidenza pubblica (235 mila euro) è superiore a quello generale per l’assistenza degli immigrati (200 mila euro) e che le spese per l’allestimento degli uffici dell’associazione ( 48.000 euro) è poco inferiore a quella sostenuta per la locazione degli appartamenti ai beneficiari del progetto (54.000 euro). Resta veramente difficile non ritenere che i bilanci di queste onlus, di fatto, somigliano a quello delle aziende che fanno business ma, soprattutto, non è accettabile che il presupposto della solidarietà che anima le associazioni finisca nell’istante in cui all’immigrato viene negato lo status di rifugiato. Così come non è accettabile che mentre con i soldi pubblici dell’accoglienza si paga il leasing per l’acquisto di una autovettura intestata all’associazione, ci siano migranti che patiscono la fame ed il freddo nel parco di Fontescodella. Mi auguro che almeno quest’anno la sinistra che governa la città eviti di organizzare il pranzo di Natale della solidarietà con l’assessore comunale che si improvvisa cameriere e quello regionale che mangia sul piattino di plastica».

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