Da sinistra il presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari e il commissario Vasco Errani
di Leonardo Giorgi
«C’è da ripartire dalle comunità. C’è bisogno di un ente attento, di una ripartenza insieme ai cittadini. Pensare di accentrare tutte le decisioni in un unico ufficio per tutta la regione è da matti». Il presidente della Provincia di Macerata, Antonio Pettinari, fa eco alle dichiarazioni di oggi del commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani (leggi l’articolo). L’ente della Regione viene quindi messo da parte da Errani, alimentando le tensioni tra il commissario e il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli. Il primo vicino a lasciare il Partito democratico, mentre il secondo vede la scissione come un “atto incomprensibile“. Ceriscioli non commenta nel dettaglio le parole di Errani, ma sottolinea come il modello di governance su base provinciale sia «facile per la provincia di Fermo, gestibile per quella di Ascoli Piceno, mentre per Macerata valuteremo».
Come sostenuto dal commissario questa mattina in un’intervista su Sky tg 24, c’è il bisogno di «modificare la nostra organizzazione, articolare gli uffici della ricostruzione a livello delle Province». Un’autocritica che Pettinari non manca di rimarcare (come già fatto pochi giorni fa in Camera dei deputati), aggiungendo che «il nostro desiderio è quello di evitare un’altra distruzione, causata da una ricostruzione che non parte dalla nostra economia, dalle nostre imprese e i nostri atenei. Le peculiarità del nostro territorio vanno esaltate e non si possono aspettare anni, altrimenti si rischia la desertificazione di queste zone». Se da una parte Pettinari accoglie con soddisfazione l’idea di rendere protagonisti gli enti provinciali nella ricostruzione, il presidente specifica comunque che dopo le riforme dell’anno scorso «le Province non hanno più un bilancio e non possono comprare neanche una penna. Buona parte del personale è stato trasferito nelle Regioni e a tutte le Province d’Italia sono stati tolti ruoli e fondi. Siamo responsabili delle strade e delle scuole, ma il fatto è che dalla viabilità, per esempio, dipende anche la sanità e la sicurezza delle persone. Avere un ente vicino ai cittadini con più responsabilità permetterebbe di intervenire in tempo reale sulle emergenze, che siano terremoti o neve, a differenza di quanto succede ora».
Il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, insieme a Vasco Errani
Se le parole di Errani avranno fatto sicuramente piacere a Pettinari, il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, non si è dilungato sulle dichiarazioni del commissario, vicino all’uscita dal Partito democratico, entrando però nei dettagli della situazione della provincia di Macerata. «Non mi sono mai perso in nessuna polemica, non polemizzo con nessuno, non critico nessuno, neanche le frasi di Errani o di altri. Siamo tutti impegnati in questo grande sforzo, ci possono essere momenti di sconforto, di tensione. Ma non ho visto nessuno remare in senso contrario, siamo tutti orientati a questo risultato». Ceriscioli ritiene che il modello di governance su base provinciale delineato dal commissario Errani sia «facile per la provincia di Fermo, gestibile per quella di Ascoli Piceno, mentre per Macerata valuteremo. Potremmo decidere di andare anche su ambiti più piccoli».
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Ceriscioli, Errani…persone, o personaggi, insignificanti , bagagli pesanti , quanto socialmente pericolosi. Ancora sto a qui a chiedermi perché, perché, per le Marche non sia stato riprodotto il modello di ricostruzione del terremoto Marche-Umbria del ’97, e perché, come mai, non sia stato minimamente cercato per essere ascoltato, forte della sua esperienza, l’allora Sindaco di Serravalle che fu emblema ed esempio positivo del terremoto del ’97, “tale” Venanzo Ronchetti? E perché, ancora, Ceriscioli, Errani, siete lì ad usurpare potere ed energie e non lasciate invece il posto a persone serie e competenti?
Il popolo dei Sibillini va sempre lasciato libero di produrre le realizzazioni del suo genio, l’unica intervento che si deve compiere dall’esterno è finanziarlo.
Io piuttosto che il tanto decantato modello del ’97, di cui a chiunque posso fornire prove eclatanti al contrario, decanterei la ricerca di gente seria, preparata, non corrotta ecc. ecc. Alcuni dei tanto decantati sindaci, vanno controllati da vicino perché prima pensano per loro, poi per i loro amministratori, poi per chi li ha votati agevolandoli fino al limite della liceità. Se Errani, Cerescioli, Pettinari ecc vogliono delle prove io non desidero altro.
L’unica certezza è: che tutte le autorità preposte alla ricostruzione non si può dire che non capiscono una mazza. Capiscono e come,solo che il loro capire: è volto a prendere in giro i terremotati facendo capire che sono al loro servizio, mentre pensano esclusivamente come possono salvare e distribuirsi le poltrone. Capiscono: ma fingono di non capire che sono personaggi inutili, si comportano come i Proci di Procida, sfruttano e basta. Per quelli arrivò Ulisse a cacciarli, questi cosa aspettano che arrivi la rivoluzione? Mi par di capire che vogliono decentrare gli uffici per la ricostruzione. Ma i sindaci non contano nulla ? Se potessero trattare direttamente con lo Stato e interessarsi ognuno del territorio di loro competenza secondo le leggi fatte dal dal parlamento, credo che l’unica cosa che serve è quella che molti rappresentanti di certi enti capiscano che non sono più sopportabili dai contribuenti.
Gent.ma Signora Torquati, e ce lo dica apertamente, allora, se ha prove contrarie! perchè gettare sospetti su chicchessia interessato a quella emergenza? personalmente, purtroppo, ricordo bene le scosse del ’97, ma non ho memoria di particolari scandali, ruberie e quant’altro da parte degli amministratori pubblici, commissari, etc. incaricati della ricostruzione, come avvenuto invece di recente , per esempio nel terremoto dell’Emilia, per dire solo l’ultimo in ordine cronologico. Semmai, nel ’97, se c’è qualcuno che ha approfittato dei fondi statali , risulta siano stati invece i soliti cittadini italiani furbetti che hanno sitemato le loro case alla meno peggio per tenersi da parte il gruzzoletto ottenuto con la disgrazia, e che oggi , dopo agosto ed ottobre, si vedono ancora una volta la loro casa distrutta. E così li paghiamo due volte: ha capito?