Alessandro Maccioni, direttore dell’Area vasta 3 dell’Asur
«L’ospedale di Recanati garantisce assistenza per 30 posti letto di cure intermedie». Alessandro Maccioni, direttore dell’Area vasta 3 dell’Asur, spiega le caratteristiche del nosocomio della città di Leopardi in seguito alla riforma sanitaria della Regione. Modifiche che in città hanno scatenato l’ira di molti, sfociando nel sit-in di domenica scorsa sotto la torre della città. «Venti posti – precisa Maccioni – sono gestiti dai medici dipendenti già in precedenza impegnati nella lungodegenza e dieci sono a carico dei sette medici di medicina generale che hanno aderito all’accordo regionale e che quindi ora prestano servizio anche all’interno della struttura. Una parte dei letti è attualmente occupata da pazienti provenienti dalle zone terremotate e in questo particolare momento ciò limita la possibilità di garantire il turnover».
Il sit-in di domenica scorsa del comitato pro ospedale di Recanati
«Il sistema emergenza-urgenza – aggiunge Maccioni, delineando l’aspetto della riforma più preso di mira dal comitato pro ospedale di Recanati – è così strutturato: dalle 8 alle 20 sono presenti un medico dipendente (lo stesso che contemporaneamente garantisce l’assistenza nei posti letto), un medico del 118, un infermiere del Punto di primo intervento (Ppi ndr), un infermiere dell’ambulanza e un operatore socio sanitario. Dalle 20 alle 8 sono presenti due medici del 118 di cui uno per il Ppi, un infermiere del Ppi, un infermiere della Potes, un medico di continuità assistenziale. Nei giorni festivi dalle 8 alle 20 sono in servizio un medico dipendente dell’Area vasta 3 in forza al pronto soccorso di Civitanova, un medico del 118, un infermiere del Ppi, un infermiere dell’ambulanza, un operatore socio sanitario e un medico di continuità assistenziale (ex guardia medica)». Attualmente, rassicura Maccioni, «i medici dipendenti che garantiscono l’assistenza per i venti posti letto di cure intermedie e contemporaneamente la presenza al Ppi feriale diurno sono al momento due, ma la direzione dell’Area vasta 3 ha già avviato le procedure per il reclutamento di un ulteriore dirigente medico da destinare anche alle attività specialistiche».
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Ma perché questi politici no si trovano un altro datore di lavoro, prima che finiscano a rovinare definitivamente la nostra salute.
Maccioni, adesso che ci hai spiegato la riforma regionale sanitaria siamo tutti più tranquilli. Ho qualche dubbio su queste cure intermedie. Starebbero a cavallo tra il Ppi, le cuuoorna, le strunzaate, la lungodegenza se ci si arriva che è una via di mezzo tra l’ospizio e l’eterno riposo? Perché mi pare di capire che tra il malanno e l’exitus ( la dipartita da questo mondo infame anche per la presenza di tutti questi politici che diventano dirigenti sanitari di grande esperienza da un giorno all’altro e per tanti altri motivi che mi sottraggo dall’elencare per mancanza di spazio )si sta cercando di abbreviare il periodo, cosa che gioverebbe al servizio sanitario. Però se proprio si vuol risparmiare io partirei col prendere a calcioni ( che non sono quei dolcetti a base di ricotta e cannella se piace) tutti quelli che nella grande Area Vasta ( altra bruttura/stortura del linguaggio innovativo/burocratico/parassitario più a somaro che a cavallo tra Sanità e Regione), tutti questi pseudo dirigenti delle loro buste paghe che cercano sempre di indirizzare verso l’alto anche con premi produttività puramente inventati che non so se sono stati tolti dopo le sicuramente solite ed inutili proteste che ricordo furono fatte. Talaltro se ricordo bene questi premi venivano consegnati al raggiungimento di traguardi che gli stessi dirigenti si inventavano per l’anno considerato, tipo: mi pongo per quest’anno di cambiare tutti i tappetini di benvenuto agli ingressi dell’ospedale e se ci riesco mi sono guadagnato il premio che purtroppo è in vil moneta assommante a dieci/venti/trenta/ mila euro o secondo disponibilità e poi lo fanno dappertutto, anche nei Municipi che non ci si dovrebbe neanche più far caso. Eh che diamine, ma cerchiamo sempre il pelo nell’uovo? No, il pelo non andrebbe cercato nell’uovo ma in altri più insoliti spazi e strappati uno ad uno. Ecco come sempre finisco di dimenticarmi di che cosa stavo scrivendo, ma non mi sforzo neanche di ricordarmelo. Sicuramente l’oggetto del mio modesto commento deve essere talmente insulso come quasi sempre lo sono i personaggi di cui amo fare gli elogi, di mettere in risalto le loro doti migliori che ogni volta che mi concedono l’onore di leggermi, alzano la cornetta ( quella del telefono ) e si consultano con l’avvocato per vedere se si sono gli estremi per una disputa giudiziaria.