Tara Gandhi
di Marco Ribechi
(foto e video di Federico De Marco)
La cittadina onoraria di Corridonia e Tolentino Tara Gandhi protagonista a Roma della Giornata internazionale della nonviolenza. Durante la conferenza ringraziamento speciale per il maceratese Mario Pianesi, con cui intrattiene un rapporto di fratellanza. Ospite di Asiatica, il festival del cinema orientale, Tara Gandhi ha tenuto una conferenza pubblica nel teatro India per celebrare la Giornata internazionale della nonviolenza istituita qualche anno fa dalle Nazioni Unite nel giorno del 2 ottobre, data della nascita del Mahatma, suo nonno paterno.
Il rinfresco organizzato a Roma da Upm in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza
Prima dell’intervento ha potuto visitare l’installazione artistica “La Foresta di Sari” realizzata con tessuti artigianali indiani da Gaia Franchetti, per celebrare la forza e la bellezza delle antiche tradizioni. Ad accompagnare l’installazione anche la mostra fotografica di Alessandro Vasari sulla lavorazione in Bengala del Khadi, un tipo di tessuto artigianale. «Siamo qui per celebrare Gandhi e l’arcolaio; due soggetti quasi uguali – ha detto Tara Gandhi all’inizio del suo discorso continuando con i ringraziamenti verso alcuni amici italiani, il direttore artistico del Festival e verso suo fratello adottivo Mario Pianesi (ideatore, fondatore e presidente dell’associazione UPM), per aver dato a tutti nutrimento per il corpo, la mente e l’anima – L’arcolaio è patrimonio e testimone di civiltà umana e, come Gandhi, non appartiene solo all’India ma a tutta l’Umanità. La pace e la non violenza stimolano la nostra coscienza per celebrare la vita e la creazione. Questa celebrazione dovrebbe tradursi in un movimento popolare che si proponga di rifiutare la violenza ed il terrore e proteggere l’ambiente dall’inquinamento lanciando un forte messaggio globale che vada oltre le divisioni politiche, sociali e religiose. Verità, coraggio e compassione resteranno sempre il bisogno fondamentale dell’umanità e rappresentano il disperato bisogno degli uomini di oggi».
Il testo “Riflessioni su un’era straordinaria” in cui Tara Gandhi ricorda suo nonno il Mahatma
In seguito la nipote del Mahatma ha raccontato della visione del mondo di suo nonno: «Gandhi insegnava il risveglio dello spirito in armonia con la natura e la vita, il cercare di insistere, con coraggio e amore, nella ricerca della verità, dell’autonomia e dell’autocontrollo. Per Gandhi l’arcolaio era strumento di nonviolenza». E così ha iniziato a raccontare vari aneddoti della sua infanzia contenuti nel libro “Riflessioni su un’Era Straordinaria” della casa editrice Un Lupo e pubblicato in Italia, per la prima volta, per volontà di Mario Pianesi. Non sono mancate riflessioni anche sulla moderna globalizzazione: «Gandhi diceva che se il villaggio soccombe, soccombono anche l’India e il Mondo intero. Per soddisfare i nostri bisogni fondamentali, il villaggio deve essere il nostro mondo mentre per i nostri bisogni spirituali dobbiamo concepire tutto il mondo come il nostro villaggio».
Ha poi fatto alcune riflessioni sull’educazione dei figli: «Per un futuro sicuro, l’importanza primaria risiede nell’educazione dei bambini verso la verità, l’amore e il coraggio. Spesso un terrorista ha attraversato un’infanzia violenta e spietata. Le esperienze infantili plasmano una persona, è per questo che il dono migliore per tutti i bambini è quello di lasciare scolpiti, nelle loro menti e nei loro cuori, buoni ricordi da conservare per il loro futuro di adulti. Conosciamo l’inquinamento dell’ambiente ma dobbiamo ricordare che anche lo spazio intorno a noi si inquina. Questo inquinamento è causato dalla negatività e dalla violenza della nostra mente quando non è ben educata. La violenza della mente produce l’inquinamento dell’ambiente e la sua distruzione. Se ognuno di noi fosse stato educato e cresciuto con l’amore per la verità e la natura, non esisterebbe più la violenza. L’idea che l’uomo è l’essere superiore, nasce nella mente umana limitata. Chi ci dice che gli uccelli e le piante non comunichino tra loro? L’unica ragione della nostra esistenza consiste nel trasmettere e contribuire alla diffusione dell’amore e della compassione. Se siamo qui è solo perché abbiamo ricevuto amore e compassione e perché dobbiamo dare amore e compassione». Al termine del suo discorso e, prima dei ringraziamenti per l’attenzione ricevuta, ha chiesto a tutti di osservare un minuto di silenzio per stimolare in ciascuno un profondo momento di riflessione su quanto detto.
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