Cinquanta migranti in arrivo a Ussita,
il sindaco scrive al prefetto:
“Integrazione impossibile”

ACCOGLIENZA - Marco Rinaldi invita Roberta Preziotti a visitare la zona per rendersi conto delle difficoltà, logistiche e demografiche per il trasferimento all'ex hotel Mark. La struttura ha subito un incendio lo scorso 9 maggio

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L'hotel Mark a Ussita

L’hotel Mark a Ussita

 

di Maurizio Verdenelli

L’integrazione dei migranti? Meglio se ad alta quota. Cinquanta cittadini extracomunitari sarebbero sul punto di essere accolti a Frontignano a 1.350 metri d’altezza in una zona famosa per gli impianti e i villaggi turistici ma rigorosamente spopolata per almeno più di dieci mesi l’anno. Se poi si considera che i valligiani sono appena quattrocento dei quali solo la metà stabilmente residenti ad Ussita, ecco le preoccupate considerazioni al prefetto da parte del sindaco, ingegner Marco Rinaldi, figlio dell’on. Nicola, l’ultracentenario ‘pater’ fondatore del turismo del comune che all’inizio del secolo scorso era separato dal resto del mondo da un torrente, l’Ussita, neppure allora attraversato da un ponte (leggi l’intervista). Rinaldi junior ha scritto alla dott.ssa Roberta Preziotti una lettera piena di considerazioni riguardo all’arrivo dei migranti che verrebbero ospitati a Frontignano in via Cristo delle Nevi, nell’ex Mark Hotel di proprietà di Alfredino Bettini, 58 anni, civitanovese, titolare della ditta ‘Hotel Stelvio’. Una struttura che a maggio ha dovuto registrare un episodio di chiara matrice dolosa: 20 materassi dati alle fiamme e 9 camere danneggiate così come riscontrato dallo stesso Bettini che ha dato l’allarme dopo un sopralluogo nella struttura chiusa da almeno un decennio (leggi l’articolo).

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Nicola e Marco Rnaldi

Marco Rinaldi

Marco Rinaldi

L’arrivo dei migranti ad Ussita, ed in particolare a Frontignano nell’ex Mark Hotel – per cui la prefettura ha già chiesto al Comune di conoscerne idoneità igienico-sanitaria e capienza – è principalmente una spada di Damocle sul futuro turistico su cui Ussita gioca da sempre tutte le sue carte, rese ancora migliori dalla presenza di un primo cittadino laureato in Ingegneria e fortemente specializzato nel settore degli impianti sciistici. E la notizia, appena una decina di giorni fa (leggi l’articolo) circa la rinuncia da parte di Marco Rinaldi e degli assessori all’indennità di carica per riservare questi soldi pubblici, circa 45 mila euro annui, alla politica turistica del paese, ribadisce la volontà di non abbandonare questa politica. Non a caso il Comune è proprietario ed esercente di tutti gli impianti sportivi: ad Ussita c’è un pala ghiaccio che all’epoca della costruzione era secondo in Europa solo a quello di Innsbruck.

Assicurando rapida risposta ai quesiti formulati dalla Prefettura riguardo al Mark Hotel, Rinaldi approfitta per una ‘requisitoria’ sulle problematiche che nascerebbero dall’accoglienza ai migranti. In un numero tale, si sottolinea, da incidere notevolmente sull’esigua demografia della popolazione locale: perlopiù anziani che risiedono in gran parte da soli in case sparse in ben 16 frazioni. Dunque, per Rinaldi è ‘pressochè impossibile garantire la loro sicurezza in un territorio così vasto’. Per il sindaco infatti lo stile tradizionale di vita degli anziani contrasta con le elementari norme di salvaguardia personale. Racconta, l’ing. Rinaldi d’aver chiesto ad una donna in età avanzata perché persistesse nel lasciare le chiavi sulla porta d’ingresso dell’abitazione. ‘Sono vecchia e se dovessi sentirmi male almeno i vicini possono venire ad aiutarmi’ è stata la risposta.

Il monte Bove visto da Ussita

Il monte Bove visto da Ussita

Tuttavia i problemi per i richiedenti asilo, in cima al monte Bove, sarebbero ancora più gravi considerato che – scrive Rinaldi – un processo d’integrazione non è ipotizzabile considerata l’assenza totale di residenti e la presenza di seconde case che si animano solo in brevi periodi di vacanza sia estiva sia invernale. Così come la diocesana ‘Domus Laetitiae’ amatissima dal cardinal Ersilio Tonini. A questo si aggiungano le bufere di neve fino a primavera, il freddo intenso di Frontignano: “una situazione estremamente diversa dai luoghi di provenienza” dei cittadini extracomunitari. Che, per di più, non avrebbero a disposizione collegamenti pubblici con il paese, né ‘in loco’ neppure un semplice bar. “Forti perplessità insorgono anche in riferimento al fatto che il paese non è dotato di un presidio medico”. Insomma, per Marco Rinaldi: “Ospitare un consistente gruppo di uomini e donne in una località con dette caratteristiche, è un incentivo alla fuga con tutte le conseguenti criticità e, parimenti, con l’esposizione degli stessi ospiti ai pericoli e ai rischi che le condizioni sopra descritte comporterebbero e che la stagione invernale accrescerà”.

L’ing. Rinaldi ha invitato Roberta Preziotti a Frontignano: non sappiamo se la visita sia stata effettuata. Tuttavia pare che l’arrivo dei 50 migranti ad Ussita –nel capoluogo è già alta la presenza degli extracomunitari- non sia più così lontano dopo il bando di assegnazione dello scorso ottobre (leggi l’articolo). Il turismo ussitano ‘sopravissuto’ ai Premi Attila del Wwf, uscirà dall’impasse di questa vicenda che vedrebbe cinquanta uomini, donne e bambini in fuga da Africa ed Medio Oriente trovare asilo in via Cristo delle Nevi?



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