Dante Ferretti diventa architetto,
laurea honoris causa alla Sapienza

Il senato accademico dell'ateneo romano ha votato l'attribuzione all'Oscar maceratese scaturita su iniziativa dell'architetto Giancarlo Capici

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Dante Ferretti

Dante Ferretti

 

di Maurizio Verdenelli

Il ‘grande comunicatore’ (come l’ha definito il preside Maurizio Ciaschini, nove anni fa) diventerà dopo l’estate anche formidabile architetto. Per la verità, lo è stato sempre: l’uno e l’altro. Lui è Dante Ferretti, diplomato all’Accademia di Belle Arti, dottore in Scienze della Comunicazione a Macerata (il 18 aprile 2007) e, si presume, a settembre dottore in Architettura presso la prestigiosa Università romana de ‘La Sapienza’ a Valle Giulia. Sono entrambe e naturalmente lauree ‘ad honorem’ perché Ferretti è sempre occupato a disegnare, disegnare e a girare il mondo in aereo, tanto che ha dovuto mettersi a dieta ferrea perché di moto personale ne fa poco. Anche adesso che è a Spoleto insieme con Francesca Lo Schiavo, moglie ed assistente con la quale divide equamente sei statuette. Con lei sta agli ultimi ritocchi della scenografia de ‘Le Nozze di Figaro o sia La folle giornata’ che inaugura venerdì sera al Teatro Nuovo ‘Gian Carlo Menotti’ la 59. edizione del Festival dei due Mondi diretta da Giorgio Ferrara. Che è pure il regista dell’opera di Wolfgang Amadeus Mozart, affiancato dai coniugi Ferretti ai quali è stato affidata per tre anni (questo il secondo) la cura scenica delle ‘prime’ della rassegna spoletina.

Dante Ferretti disegna piazza della Libertà in una lavagna della redazione

Dante Ferretti disegna piazza della Libertà in una lavagna della redazione di Cm

Regista invece di questo secondo dottorato a Dante è l’architetto Giancarlo Capici, maceratese di Roma, legato a lui da profonda amicizia sin dai primi passi marchigiani dello scenografo, ora più famoso di Hollywood. Proprio all’arch. Capici e al professor Luca Ribichini “che hanno seguito passo passo l’iter ministeriale” della ‘pratica Ferretti’ fa esplicito riferimento la lettera con cui il Senato Accademico de ‘La Sapienza’, a firma della professoressa Anna Maria Giovenale, preside della facoltà di Architettura ha già reso noto all’artista il conferimento della laurea honoris causa. Quando avverrà la cerimonia? Non prima della fine dell’estate o quasi, considerato che all’atto manca ancora la firma del ministro della Pubblica Istruzione, Stefania Giannini. Questione, chiaramente, di tempo.

Il premio Oscar Dante Ferretti in visita alla redazione di Cronache Maceratesi

Il premio Oscar Dante Ferretti in visita alla redazione di Cronache Maceratesi

Una grande soddisfazione per il premio Oscar ed anche per Capici che generosamente si era speso, qualche anno fa trovando porte inopinatamente sbarrate, per un uguale riconoscimento in loco. Inutilmente, anche da parte di chi scrive, s’era trovato il consenso di istituzioni quali comune di Macerata (vicesindaco allora, l’attuale deputata Irene Manzi componente della commissione Cultura della Camera), Provincia e pure Banca Marche. Niente da fare, portoni chiusi. Tuttavia non nel capoluogo, occorre dire sottolineare. ‘La Sapienza’, i suoi aurei portoni invece li ha spalancati per il geniale ‘comunicatore di idee e sogni’ resi scenografie viventi come ne ‘Il nome della Rosa’, ‘Il barone di Munchausen’, ‘Amleto’, ‘Gangs of New York’, ‘Kundun’, ‘Titus Andronicus’, ‘The Aviator’, ‘Sweeney Todd’, ‘Hugo Cabret’, ‘Cinderella’ e in tantissimi altre pellicole di grande successo.

Giancarlo CapiciAttualmente, Ferretti che è tornato ad amare ‘apertis verbis’ Macerata (in segreto è andata sempre così) è impegnato in un complesso progetto di illuminazione del centro. E speriamo che alla fine questo si faccia e si trovino i quattrini altrimenti saranno ‘moccoli’, cioè soltanto candele per tener dietro ai ballon d’essay dello stesso scenografo che una sera ha divertito l’intera platea del ‘Lauro Rossi’. Tuttavia sarebbe bello che Ferretti Dante, fu Elvio volesse, per la ‘sua’ città, seguire l’esempio di uno collega ormai in pensione: Carlo Leva, grande scenografo di Cinecittà, dove il maceratese ha tuttora l’attrezzeria che fu di Fellini. Disegnò, Leva, per Sergio Leone il cimitero western del ‘triello’ curando le scene pure di tante altre sue opere. Ha lavorato per Dario Argento, scenografo in film con Ugo Tognazzi, Alberto Sordi, Gina Lollobrigida; il suo letto a baldacchino è quello che cinematograficamente è stato di Claudia Cardinale in “C’era una volta il West”. Oltre mezzo secolo d’attività, le testimonianze concrete e gli oggetti di cult dei set più famosi del mondo passati per Roma (a cominciare da Cleopatra con Liz Taylor e Richard Burton) sono ancora tutti a casa sua, un palazzo nobile, acquistato a Bergamasco, paesino natio del Monferrato. “Non è un museo privato e neppure una sorta di Graceland alla piemontese. E’ un omaggio, perpetuo e silenzioso al mondo del cinema italiano e non solo, da parte di uno dei suoi eroi sconosciuti, un ragazzo di provincia che ha attraversato 155 film e altrettante consulenze sul set di tutto il mondo con la stessa espressione di stupore stampata sul volto per quel che stava facendo, per quel che stava vedendo. ‘Alla fine delle riprese chiedevo sempre se poteva prendere qualcosa. Suppongo fosse un modo per ricordare a me stesso quando ero fortunato a stare in quell’ambiente’” scrive Marco Imarisio, l’inviato del ‘Corriere della Sera’ che è andato a trovare Carlo Leva nel suo palazzo-museo aperto.

Il premio Oscar Dante Ferretti questi mattina tra il vicesindaco Stefania Monteverde e il sindaco Romano Carancini

Il premio Oscar Dante Ferretti tra il vicesindaco Stefania Monteverde e il sindaco Romano Carancini

 

Che bello, professoressa Monteverde, se potesse accadere anche a Macerata in uno dei tanti edifici storici che potrebbe essere il contenitore di un museo senza paragoni, by Ferretti, nella storia della scenografia mondiale. Quale tra questi? C’è l’imbarazzo della scelta che non potrebbe non iniziare dall’ex sede, ora vuota, di Bankitalia, costruita sul modello del palazzo dei Diamanti a Ferrara -le cui mirabili ‘punte’ furono salvate da una rovinosa opera di manutenzione, a colpi di ‘sabbiatrice’, dal maestro Gianfranco Pasquali e da chi scrive, l’uomo del ‘Messaggero’ cui lui s’era rivolto. Un sogno? Non così tanto, in fondo, se di mezzo c’è ‘l’uomo delle idee e dei sogni’ come bene fu definito all’auditorium San Paolo, oltre nove anni or sono, l’allora freschissimo dottor Ferretti, un genio che dalla ‘buona’ provincia italiana -così come Carlo Leva- ha conquistato il successo e la fama.

La facoltà di Architttura di UniRoma1 (La Sapienza)



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