I risultati dello studio presentati oggi in Provincia
Da sinistra: Romano Carancini e Antonio Pettinari
di Federica Nardi
(foto di Lucrezia Benfatto)
Nessun danno alla salute per chi vive vicino all’inceneritore del Cosmari, ora spento. In sintesi questo il dato della ricerca firmata Arpam e Asur che si rifersice a sei anni: 2006-2012. Gli esperti hanno analizzato la vita di chi vive in cinque comuni vicino al Cosmari: i ricoveri, i tipi di malattia, le morti. Uno studio, durato due anni, costato circa 50mila euro, dal quale emergono, a detta degli esperti, che sono poche le anomalie che emergono dal monitoraggio delle malattie e che inoltre non sono direttamente collegate alle emissioni dell’inceneritore.
Da sinistra: Rosalia Calcagnini, vicepresidente del Cosmari, Gianni Corvatta dell’Arpa e Alessandro Maccioni, direttore dell’Area vasta 3
Le anomalie (o “eccessi”, come da linguaggio statistico), sono state registrate a Macerata e Urbisaglia (per quanto riguarda le malattie dell’apparato circolatorio). Sempre nel capoluogo e a Corridonia le anomalie sono state registrate per incidenza di aborti spontanei, mentre a Pollenza, Urbisaglia e Tolentino per malattie ischemiche del cuore. Confrontando i dati dello studio con un campione simile a livello regionale, il rischio dei residenti nella zona dell’ex inceneritore salirebbe del 16 percento, ma il dato «non è statisticamente significativo – spiega Mauro Mariottini, del servizio di Epidemiologia ambientale dell’Arpam – alcune anomalie sono inevitabili e si riscontrano in zone che non rientravano nel territorio di impatto dell’inceneritore». Inoltre lo studio non prende in considerazione i fattori di rischio individuali (come il consumo di sigarette) ed è stato condotto su un campione di popolazione ristretto, tenendo in considerazione solo i dati relativi alle polveri sottili (le Pm10). Dati in parte lacunosi ma che «sicuramente confermano la mancanza di collegamento tra la presenza dell’inceneritore e i dati sulla salute degli abitanti» ha detto il sindaco di Macerata, Romano Carancini. Un dato che incontra la soddisfazione di Gianni Corvatta, direttore tecnico dell’Arpam, che rivendica «un costante controllo da parte nostra sul camino dell’inceneritore e sulla qualità dell’aria grazie alle centraline istallate sul territorio». Un primo passo che, come si augura Tiziana Bentivoglio, direttore del dipartimento di Prevenzione, «porti la Regione ad avviare ulteriori studi sullo stato di salute dei cittadini. Sempre ricordando che alcune malattie nel nostro territorio più che dall’ambiente dipendono da fattori genetici o da abitudini sbagliate come le sigarette».
Alessandro Maccioni
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
ma và….chi l’avrebbe detto!!! 😛
Quindi una boccata di salute….un toccasana per la sinusite dicono
e te pareva! i soldi mandano l’acqua in salita cari miei…
Tra non molto ci diranno che la raccolta differenziata è costosa e non permette abbassamenti sostanziali delle bollette per cui la strada degli inceneritori è la migliore percorribile!
Del resto lo Sblocca Italia va in quel senso prevedendo una serie di nuovi impianti di incenerimento.
A Macerata per essere attenti alla salute dei cittadini abbiamo tolto le centraline di rilevamento delle polveri sottili, che quando c’erano sforavano in maniera preoccupante. Ne abbiamo solo una in campagna, se le mettessero a Santa Lucia o Corso Cavour saremmo nelle medesime condizioni delle città che sono obbligate a fermare le auto (paliativo assurdo).
Il registro dei tumori, unico strumento utile a rilevare l’incidenza dei tumori in una zona, è stato sempre trascurato, poi investiamo decide di migliaia di euro per fare studi affidati magari a chi simpatizza per una parte o l’altra.
Ricordo che un esame condotto su alcune mamme in gravidanza nella zona di Sforzacosta ha rilevato presenze di diossina nel latte materno spaventose e che tale ricerca non è stata ampliata ad altre zone perchè tanti sindaci hanno addotto la motivazione che non avevano soldi per farlo…poi escono fuori esami che dicono che l’inceneritore emana fiori.
Qualcuno dei signori in foto abita a Sforzacosta? forse se ci abitassero ragionerebbero molto diversamente.
Continuiamo ad osservare una politica che anzichè tutelare il bene comune e la salute pubblica si preoccupa di proteggere se stessa.
Dovrebbero dire: “Non risulta che ci siano danni alla salute”, no: “Non ci sono danni alla salute”. Molto diverso!!!
Anzi ci sarà da cominciare a temere che lo spegnimento di quel camino possa nuocere gravemente alla salute, meno male che lì ogni tanto qualche fuoco si riaccende.
non so se ridere o piangere……………… CHE VERGOGNA 🙁
ANOMALIA, se non erro, significa che è un qualcosa che NON è NORMALE
Infatti deve essere una “anomalia lessicale” dire che ci sono anomalie ma che, allo stesso tempo, dire che va tutto bene…
CONTROLLATI e CONTROLLORI, che poi sono sempre gli stessi.
1 – Durante il periodo di monitoraggio dovevano coinvolgere altre associazioni scientifiche ed ambientalistiche nel rispetto di democrazia ed imparzialità, ad onore della verità.
2 – I risultati delle centraline in specialmodo quelle delle polveri sottili andavano rese pubblice subito, sempre che siano state fatte………
3 – L’ analisi e monitoraggio andavano fatti anche su piante, frutti e terreni per un raggio di svariati Km.
4 – Mentre quelle risultanze riportate, sono troppo brevi nel tempo e per gli effetti lenti ed impercettibili delle conseguenze di trasformazione nel corpo umano…..
5 – Con l’inceneritore chiuso da anni, oggi non si possono fare più riscontri, raffronti e quant’altro…….
6 – Per quanto riportato nell’articolo e relative risultanze, non ne vedo la connessione e casualità con le analisi di comparazione riportate.
E’ come esaltare ed analizzando la bontà del pesce, se si è mangiato solo carne……
Per cui personalmente non vedo nessuna garanzie scentifica di veridicità…….
NON commentare questo articolo è impossibile, vedo infatti che già molte persone hanno commentato con un unico filo conduttore…cioè che ai piani alti come al solito si minimizza e si scrivono righe di prosa spesso semanticamente assurde. Cominciamo con l’analisi di ciò che purtroppo leggo nell’articolo.
-Innanzitutto leggo che “lo studio è stato condotto su un campione di popolazione ristretto”. Questa cosa è un assurdo per definizione!!! Qualsiasi persona abbia fatto un minimo di studi scientifici o qualsiasi persona dotata di buon senso sa che per definizione una statistica ha senso se condotta su un campione sufficientemente ampio. Dire che il campione è ristretto è come ammettere che i risultati statistici ottenuti sono completamente inaffidabili per qualsiasi considerazione.
-Dire che lo studio “non prende in considerazione i fattori di rischio individuali come il consumo di sigarette” è un’altra inesattezza. Il dato potrebbe essere influente se io facessi una statistica tra fumatori e non fumatori. Se il campione è generico, tale dato è ininfluente, a meno che io non dimostri che a Sforzacosta, Pollenza ecc….. fumino tutti, mentre in altri paesi non fuma nessuno…..o viceversa.
– Mi stupisce molto inoltre il commento del Direttore del Dipartimento Prevenzione Tiziana Bentivoglio che dichiara “molte malattie del nostro territorio dipendono da fattori genetici o abitudini sbagliate come le sigarette”. Per quanto riguarda le sigarette vale quanto detto al punto sopra, a meno che la Bentivoglio non sappia per certo che nella provincia di Macerata si fuma di più che nel resto di Italia. Per quanto riguarda l’elevata mortalità, vorrei evidenziare come sia noto a tutti gli addetti ai lavori ( o meglio dovrebbe esserlo) che uno Studio Ministeriale (SENTIERI) nella sua ultima pubblicazione nella rivista Epidemiologia e Prevenzione ha evidenziato come attorno ai SIN (siti di interesse nazionale per l’inquinamento) vi sia un aumento di mortalità. Il nostro sito denominato Bacino del Basso Chienti e perimetrato circa 10 anni fa con apposito decreto ministeriale, è considerato alla stregua di Porto Torres, Piombino e Terra dei Fuochi. I risultati non li ho scritti io ma specialisti, medici, ricercatori universitari e professori universitari coordinati ed incaricati dal Ministero dell’Ambiente. Per il nostro SIN Bacino del Basso Chienti il risultato è “si evidenzia un eccesso di mortalità in entrambi i generi” (cioè sia uomini che donne)……….. questo riguarda la zona da Morrovalle a Civitanova Marche. Quindi siamo sicuri che in provincia di Macerata l’eccesso di mortalità NON è dovuto alle sigarette.Le sigarette fanno venire i tumori e fanno male, ma essendo il popolo dei fumatori uniformemente distribuito non possono certo sballare una media, a meno che si dimostri che in Provincia di Macerata fumiamo di più che nel resto di Italia. Sebbene lo studio riguardi nel nostro caso l’inquinamento della falda idrica, il risultato che emerge da tutti i SIN e da tutti i tipi di inquinamento è che ‘inquinamento fa male ed aumenta la mortalità. L’inceneritore INQUINA. PUNTO. Siamo stanchi di sentire le vostre argomentazioni.
L’Arpa-M presta tutti i servizi a pagamento sia da privati che da enti pubblici. Ed è anche alquanto costosa.