Chiusura del punto nascita,
il ministro Lorenzin apre uno spiraglio

SAN SEVERINO - Il sindaco Cesare Martini incontrerà il governatore Ceriscioli per chiedere di rivedere la decisione e tutelare le aree interne. Sarà creato un fondo per le partorienti in pericolo

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Il sindaco Martini

Il sindaco Martini

di Monia Orazi

Si promette battaglia a San Severino, contro la chiusura del punto nascita dell’ospedale settempedano, annunciata dal governatore delle Marche Luca Ceriscioli che domani incontrerà il sindaco Cesare Martini.
“Non possiamo lasciare tutto ai numeri, sono contento che il ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, stia dalla parte di chi vive il disagio e si renda conto che per le aree interne e più disagiate ci deve essere un’attenzione diversa”. Così il primo cittadino commenta l’anticipazione di quello che viene annunciato come un decreto “salva punti nascite” in strutture sanitarie dove non si raggiungono i 500 parti l’anno. “Noi superiamo questa quota abbondantemente – spiega il primo cittadino settempedano – e nonostante possiamo contare su strutture a norma per noi si parla di chiusura. San Severino serve un territorio molto ampio che va da Ussita fino all’ultima casa del confine di Fiuminata, nell’alta Val Potenza, e che arriva fino a Cingoli o, ancora, ben oltre Serravalle di Chienti. Nelle prossime ore incontrerò con una delegazione di amministratori, fra cui anche il dottor Vincenzo Felicioli, vice sindaco, assessore alla Salute e ginecologo, il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, per fargli capire che cosa tutto questo può significare. Non stiamo giocando nessuna battaglia e non abbiamo dichiarato guerra a nessuno però c’è un accordo fra Stato e Regioni che ci dà ragione piena. E poi c’è la salvaguardia delle aree interne. Si parla, per queste, di diritti costituzionalmente da garantire.Chi nonostante tutto vorrà assumere certe decisioni se ne dovrà prendere tutta la responsabilità. Posso solo annunciare che metteremo a disposizione un fondo con una delibera di Giunta aperta per tutelarci legalmente e per assistere le partorienti che si dovessero trovare in pericolo e a rischio in conseguenza della chiusura del nostro punto nascita. Ci costituiremo parte civile come Amministrazione in tutte le sedi, questo lo preannuncio fin da ora come sindaco, se dovesse accadere anche un minimo imprevisto”.

L'ospedale di San Severino

L’ospedale di San Severino

“Questa decisione è per noi inaccettabile, sia nel merito che nel metodo, è impensabile doverla apprendere dai giornali, non se ne è parlato neanche in consiglio comunale qualche giorno fa”, commenta Mario Chirielli, segretario del comitato per la tutela dell’ospedale Bartolomeo Eustachio, presieduto dal dottor Marco Marchetti che già due anni fa aveva dato luogo ad una serie di proteste, contro possibili ridimensionamenti dell’ospedale. “Ci riuniremo in questi giorni per decidere una serie di iniziative di protesta, anche clamorose se necessario, probabilmente faremo anche un incontro pubblico, sono stato proprio sabato scorso a vedere il reparto, c’erano una settantina di persone tra donne in attesa e compagni, una grandissima attività, non capisco come si possa chiudere un reparto di così grande eccellenza”, aggiunge ancora Chirielli. “Non accettiamo che come sempre chi è più forte con i numeri prevalga sui più deboli, questa è una decisione politica, non tecnica, prima di tagliare sarebbe opportuno fare provvedimenti che taglino sprechi e privilegi – ha affermato Mario Chirielli – San Severino e Fabriano di cui si chiudono i punti nascita sono tra i più territori più estesi delle Marche, è possibile che dobbiamo essere sempre abbandonati? Noi qui ci siamo solo per pagare le bollette?”. Secondo il segretario del comitato a rimetterci saranno i cittadini: “Accentrare tutto a Macerata penalizzerà il capoluogo, parte dell’utenza potrebbe rivolgersi all’Umbria, parte alla costa, il territorio è già stato indebolito, ora viene massacrato da un provvedimento scellerato sulla sanità dopo il disastro Banca Marche”. Aggiunge l’avvocato Marco Massei, componente dello stesso comitato: “Se non comporta un risparmio di risorse perché attuarlo?.. Qualcuno si ricorda che la salute e’ ancora un diritto, il più importante, tutelato dalla nostra Carta costituzionale? – spiega – Ci si è posti il problema della gestante di Ussita o Visso che deve recarsi a partorire a Macerata, affrontando un vero e proprio viaggio”? Perché chiudere un reparto, come il nostro, che rappresenta una eccellenza ? E mai possibile che San Severino debba essere spogliato di ogni servizio senza reagire? Mi sento in dovere di dire …non ci sto”. Sul fronte istituzionale il sindaco Cesare Martini incontrerà il governatore Ceriscioli il prossimo 13 dicembre, insieme al primario Angelo Mantovani, che da tempo è alla guida di un reparto che attira partorienti da tutta la provincia e anche da fuori, per l’eccellenza del servizio che offre.



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