Esclusa in Regione da una procedura di mobilità perché si era rifiutata di sostenere la prova orale fa ricorso e lo vince. Così una dipendente della Provincia ha avuto ragione, dopo tre anni e ora cambierà la sede di lavoro: dall’ente di Macerata alla Regione. Con la sentenza del giudice del lavoro, emessa oggi al tribunale di Macerata, uno dei 13 posti di dirigenti per i quali la Regione ha poi indetto un concorso suscitando diverse polemiche (leggi l’articolo) e ricorsi verrà così occupato tramite una mobilità volontaria. Sarà quello di dirigente al turismo. A ricoprirlo Enrica Bonvecchi, di Montecassiano. «La Regione – commenta l’avvocato Francesca Starace dello studio Iure Mrr, che ha seguito la causa – è stata condannata al risarcimento delle spese legali pari a quasi 4mila euro». La vicenda della dipendente inizia nel 2012 quando la Regione decide di aprire una procedura di mobilità volontaria per il posto di 13 dirigenti. Bonvecchi, che è dirigente al Turismo in Provincia, aderisce e fa richiesta. E’ l’unica del suo settore tra altri che aderiscono come lei. Chiamata a sostenere una prova orale si rifiuta perché «quello non era un concorso – spiega l’avvocato Starace – e non c’erano prove da dover superare, era una mobilità volontaria e si doveva concludere con una cessione del contratto da un ente all’altro». Il no della Bonvecchi porta la dipendente all’esclusione dalla mobilità. Gli altri che avevano fatto la stessa richiesta di mobilità fanno invece l’esame ma non lo superano. «La Regione a questo punto – continua Starace – fa un bando di concorso per ricoprire quei 13 posti da dirigente». Concorso che poi viene sospeso per diversi ricorsi ancora in piedi.
(Mar. Ve.)
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