Senegalese in lista
per dare la precedenza agli italiani
“No immigrati, aiutiamoli a casa loro”

L'INTERVISTA - Parla Talla Diop, 27 anni, candidato con "Sovranità-precedenza agli italiani", una delle cinque civiche del centrodestra che appoggia Deborah Pantana e dove sono confluiti anche esponenti di Casa Pound. "La mia è una sfida, non sono razzista. L'Italia in questo momento non può farsi carico anche degli stranieri". Dopo la sua candidatura ha subito minacce ma anche strette di mano

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Talla Diop

Talla Diop

di Marina Verdenelli

Un senegalese nella lista di “Sovranità-prima gli italiani”. Colpisce la candidatura di Talla Diop, 27 anni, conosciuto a Macerata anche con il nome di Paolo, in una delle 5 civiche che appoggiano il candidato sindaco del centrodestra Deborah Pantana. Sembra un paradosso ma per il diretto interessato non lo è proprio. Diop è nato il 14 ottobre 1987, in Senegal, sotto il segno della bilancia. Il suo nome è vicino a quelli del movimento Casa Pound, anche loro nella stessa lista, che punta a privilegiare i cittadini italiani fermando il fenomeno dell’immigrazione con politiche diverse da quelle che vedono oggi l’Italia come terra di approdo di molti stranieri che fuggono dalla povertà e dalla guerra. Appassionato di astrologia si definisce un sorcino perché adora Renato Zero. Tifoso della Maceratese ascolta musica classica nel tempo libero e parla tre lingue: l’italiano, il francese e il wolf, la lingua madre del Senegal. Responsabile per la produzione nell’azienda Dimar Sapore di Mare, a Corridonia, punta a diventare consigliere nelle prossime elezioni comunali del 31 maggio.

Cosa l’ha spinta a candidarsi con una lista che vuole dare la precedenza agli italiani ?

«E’ una sfida, sono sempre stato di destra e vicino alle idee di destra che non significa essere razzisti ma piuttosto realisti. Bisogna sdoganare che chi è di destra è razzista perché non è così. Io sono la prova vivente che non ce l’ho con gli immigrati anzi, voglio tutelarli e aiutarli con politiche diverse, a casa loro. Ho molti amici di destra e non sono razzista».

Perché ha scelto proprio “Sovranità-prima gli italiani”?

«Sono un arbitro di calcio e una sera parlando con il fratello di Deborah Pantana, Oberdan, che è un ex arbitro di serie A, mi ha detto in amicizia se volevo buttarmi in politica visto che c’erano le comunali. Mi ha parlato di questa lista. Ho riflettuto e alla fine ho deciso di accettare. Non faccio le cose tanto per farle, prima ci penso bene, valuto, io sono così. Ci credo in questa candidatura».

Quindi è d’accordo con il dare la precedenza agli italiani ?

«Sì, perché in questo momento l’Italia non può farsi carico anche degli stranieri. Non è un bel periodo, c’è crisi qui e non si possono far venire le persone e poi abbandonarle a loro stesse. Se un’auto porta 4 passeggeri non ne puoi caricare 7. Gli immigrati vanno aiutati nel loro paese adesso perché ci sono le possibilità per farlo. Non dico nei paesi dove c’è la guerra ma negli altri sì. Il Senegal per esempio, che è la mia terra, ha molte risorse che possono essere sfruttate aiutando la popolazione sul posto. Se invece continuiamo a fare venire gente che poi muore prima di arrivare in Italia la storia se lo ricorderà. Quello che sta succedendo con i barconi è al pari di un genocidio. Tra 20 anni la storia ci processerà».

 

Salvini-Talla-Diop

Talla Diop con Matteo Salvini a Macerata

 

Lei come è arrivato in Italia e perché ?

«Avevo due mesi, la mia famiglia decise di trasferirsi perché allora in Italia si stava bene e c’era possibilità di lavorare. Da 25 anni abito a Macerata. Nel 2004 ho perso mio padre. Ho finito gli studi alberghieri, a Cingoli, e ora lavoro e ho altri quattro fratelli. Sono il più grande, gli altri sono nati tutti in Italia. Vivo in via Pace. Da poco mi sono iscritto all’università, Giurisprudenza, vorrei fare l’avvocato».

Se verrà eletto come consigliere quali saranno le suo priorità?

«Aiutare prima di tutti i maceratesi, italiani. Con adeguate politiche sociali. Lo ritengo giusto».

E per gli stranieri?

«Migliorare le politiche sociali anche per loro ma la precedenza sarà per i maceratesi. Per gli stranieri io posso essere una rappresentanza. Sarebbe bellissimo. Ci può essere integrazione a Macerata».

A casa hanno appoggiato la sua candidatura?

«Sì, sono tutti con me».

E il resto della città?

«Non nascondo che ho ricevuto insulti e anche minacce, sia via lettera che tramite facebook e anche qualche scritta sotto casa. Ma io vado avanti. Non ho nemmeno sporto denuncia. Qualcuno si è poi ricreduto e mi è venuto a stringere la mano. La mia candidatura è una bomba, lo capisco. Fa discutere ma io sono per il dialogo con tutti. Credo che parlando si superano tutte le differenze».

Ci sono 9 candidati sindaco. Che ne pensa?

«Sono tanti per una città che ha 40mila abitanti ma significa che è una città che vuole cambiare. Spero che venga premiato il mio coraggio perché ce n’è bisogno».

Lei è stato fotografato anche vicino a Matteo Salvini, il leader della Lega venuto di recente a Macerata.

«Sì, simpatizzo per lui ma non sono leghista. L’ho conosciuto, mi piace. Anche Salvini è per aiutare gli immigrati a casa loro. Ci sono molti progetti, portati avanti anche da Casa Pound, in Africa e non solo, per non lasciare sole quelle popolazioni».

Fin dove vuole arrivare in politica?

«Vorrei andare avanti, magari anche in giunta in un futuro. Per ora voglio fare il consigliere, anzi non vedo l’ora di iniziare»



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