Giovanni Sabatucci
In occasione del cinquantenario della facoltà di Lettere e Filosofia (ora dipartimento di Studi Umanistici) gli storici fanno il punto sul cammino percorso in questo mezzo secolo per guardare avanti. Cosa hanno significato ricerca e insegnamento delle discipline storiche all’interno della Facoltà nata nell’anno accademico 1964/5? Con relazioni, riflessioni e testimonianze, cercano di rispondere docenti e giovani ricercatori all’interno del convegno “La storia a Macerata. Macerata nella storia”, coprendo l’arco che si estende dalla storia greca alla storia del Novecento. Interverranno anche docenti non più attivi nell’Ateneo, che hanno contribuito alla crescita delle discipline storiche a Macerata: Giuseppe Avarucci, Michele Millozzi, A. Augusta Palombarini e, last but not least, (da ultimo ma non ultimo) Giovanni Sabbatucci. Articolato in quattro sezioni distribuite su due mezze giornate, l’incontro avrà luogo giovedì 7 maggio, a partire dalle 15,30 e venerdì 8 maggio, dalle 9,30, nell’Aula Magna dell’Università. Il titolo dell’incontro suggerisce una tesi che andrà discussa, ma che agli organizzatori è parsa del tutto plausibile: senza voler nulla togliere ai centri di studio non accademici – che tra l’altro hanno operato in contatto, di persone e di istituzioni, con l’Ateneo – e agli altri Dipartimenti, in questi cinquanta anni gli storici della Facoltà hanno fornito un apporto più che significativo alla coscienza culturale di una città, e quindi, al suo essere autenticamente nella Storia.
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Di Giovanni Sabbatucci sono note l’autonomia intellettuale e la capacita’ di non mettere storia e storiografia al servizio di chiese ideologiche o partitiche; di Giuseppe Avarucci va ricordato, tra le altre cose naturalmente, l’impegno generoso e testardo con cui risistemo’ e riapri’, presso il convento dei cappuccini sopra la stazione ferroviaria di Macerata, la preziosa biblioteca storica intitolata al maceratese Cassiano Beligatti, missionario e studioso cappuccino ingiustamente oscurato dalla meritata fama del gesuita Matteo Ricci.
Pay attention: “da ultimo ma non ultimo”. Messa come l’avete scritta voi, il povero Sabbatucci risulta al contrario…
Sabbatucci un bravo professore universitario: di quelli che, ultimamente, incontri sempre meno