Botte tra studenti delle medie,
in palio c’erano le ragazzine

CINGOLI - In premio per chi vinceva ci sarebbe stata la possibilità di toccare delle loro coetanee. Intanto proseguono gli accertamenti della polizia municipale sulle baby risse. La prossima settimana il vescovo Marconi parlerà ai genitori

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Rissa tra due minorenni (Foto d'archivio)

Rissa tra due minorenni (Foto d’archivio)

di Gianluca Ginella

Baby risse tra i ragazzi delle medie di Cingoli, il premio per il vincitore: la possibilità di poter toccare alcune ragazzine che assistevano agli incontri clandestini. Intanto venerdì della prossima settimana il vescovo Nazzareno Marconi parteciperà ad un incontro organizzato dal sindaco Filippo Saltamartini, per parlare ai genitori.

Ragazzine concesse ai vincitori dei match di lotta clandestini. E’ questo un dettaglio, al momento una voce che deve essere accertata, ma giunta anche all’orecchio del sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini, che emerge dalla vicenda degli incontri di lotta che si sarebbero tenuti nei mesi scorsi a Cingoli e al momento sospesi dai ragazzi dopo che tutto era venuto a galla grazie alle segnalazioni di alcuni genitori. Tre o quattro ragazze, tutte studentesse delle medie, tra gli 11 e i 13 anni – e dunque coetanee dei ragazzini che prendevano parte alle baby risse –, durante i match facevano la claque, ma poi sarebbero anche state il premio per chi vinceva queste sorte di tornei tra bande di 20-30 ragazzi sorte in base alle etnie. «Una voce che gira è che alcune ragazzine si concedevano al vincitore, erano uno dei premi. Ma vincere i tornei dava anche la leadership del gruppo. E questo quindi non in base a chi era più intelligente o bravo a scuola, ma solo in base a chi era il più violento» dice il sindaco Saltamartini. Ai match alcuni ragazzi avrebbero inoltre partecipato portando dei coltelli. E chi non partecipava veniva isolato dal gruppo. Su questa vicenda il sindaco Filippo Saltamartini ha chiesto alla polizia municipale di svolgere accertamenti sia per far smettere gli incontri, sia per comprendere se vi siano dei profili di reato. Non solo per i ragazzi ma anche per i loro genitori per non aver controllato i figli che per organizzare gli incontri utilizzavano i social network e in particolare i messaggi via Whatsapp. «I genitori devono controllare i loro figli – dice il sindaco Saltamartini –, per questo ho chiesto al vescovo di Macerata, di venire a parlare». L’incontro si svolgerà venerdì della prossima settimana alle 20,30, nella sala Vittoria della frazione di Villa Strada di Cingoli.



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