Con una conferenza a San Ginesio sabato prossimo verrà presentato il progetto di studi e ricerche su “Il patrimonio culturale delle Marche centro-meridionali dal Tardo Antico all’Alto Medioevo: studi e ricerche interdisciplinari attraverso l’analisi del paesaggio, dell’architettura e delle fonti storiche”. I soggetti coinvolti sono l’università di Camerino, la regione Marche e il comune di San Ginesio, l’obiettivo è la la valorizzazione di alcuni siti di riconosciuto interesse storico-culturale e paesaggistico presenti nelle Marche centro-meridionali e coinvolgerà in un’azione di partenariato attivo i Comuni, le Unioni Montane, la Camera di Commercio, le Fondazioni e altri Enti dei territori interessati.
La peculiarità ed il valore aggiunto del progetto stanno nell’approccio multidisciplinare della ricerca che per la prima volta tratterà nella sua totalità gli aspetti paesaggistico-geomorfologico-ambientali, geo-archeologici, storico-artistici, architettonici e antropologici dei territori interessati. Nell’arco di un triennio verranno investigati 12 siti, utilizzando metodi e tecniche proprie della geologia, dell’archeologia, della diagnostica dei materiali, dell’architettura e della ricerca storica. Uno dei tre siti che verranno studiati durante il 2015 è la Collegiata di San Ginesio.
All’edificio è stato dedicato un libro, dall’appassionato storico ginesino Giovanni Cardarelli, Il mistero dei Templari a San Ginesio” (leggi), che apre ad ipotesi suggestive sulla sua origine. Tra queste anche che sia proprio San Ginesio il luogo di sepoltura di Pipino il Breve e di sua moglie Berta (leggi l’articolo). Chissà se da da queste ricerche potranno arrivare conferme o smentite al proposito. Alla conferenza di presentazione, alle 17.30 di sabato 28 febbraio, nella Sala dei Sacconi del complesso monumentale dei Ss. Tommaso e Barnaba, parteciperanno il sindaco Mario Scagnetti, il prorettore vicario di Unicam Claudio Pettinari, Daniele Salvi dell’assessorato alla cultura della Regione Marche e i docenti/esperti relatori, Gilberto Pambianchi, Marco Materazzi, Enzo Catani e Giovanni Scoccianti.
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Speriamo che negli interventi della conferenza vengano citati pure tutti quelli che hanno parlato della tomba di Pipino il Breve prima dei relatori della conferenza.
E’ positivo che la politica regionale si interessi anche a quella Cultura messa ai bordi, come i Carolingi nella nostra zona, con Pipino il Breve e Carlo Magno. Ma piace ricordare che chi scrisse per primo in merito alla ipotetica sepoltura di Pipino e di Berta nella Collegiata di San Ginesio siano stati Marco Graziosi e Giovanni Carnevale, a cui si unì poi Giovanni Scoccianti. Successivamente ne scrissero Elisabeth de Moreau d’Andoy e, credo, pure Medardo Arduino. Quella di riscrivere la storia dei Carolingi nella provincia di Macerata, con l’obiettivo non solo storico, ma pure turistico, dovrebbe essere una politica corale. Certamente, non è necessario che ad una conferenza partecipino tutti gli “attori” dell’investigazione storica, ma almeno citare nelle conferenze e negli scritti i nomi di coloro che hanno lavorato sull’argomento. E’ ancora fresco il ricordo che al convegno sui Carolingi dell’Uncam non fosse stato neanche citato il capostipite delle ricerche, ossia il prof. Carnevale, che per decenni si è preso i pesci in faccia della derisione dei consolidati storici. Adesso che la cosa comincia a tirare, pure per l’allentamento dei cordoni della borsa finanziaria politica, si chiacchiera, dimenticando di dare i riconoscimenti a chi di dovere.
Spero che le sciocchezze su Pipino il Breve sepolto a San Ginesio non abbiano niente a che vedere con la sostanza del convegno.