Se sarà confermata da successivi scavi archeologici, la notizia ha del clamoroso: sotto l’antica Collegiata di San Ginesio (sec.XI) si trovano le sepolture di Pipino il Breve, figlio di Carlo Martello e padre di Carlo Magno, e di sua moglie.
A sostenerlo sono tre storici locali: Giovanni Carnevale, Giovanni Scoccianti e Marco Graziosi, che hanno sondato l’area interessata con il georadar.
I risultati sono contenuti in un libro che verrà presentato sabato 17 aprile, con la presentazione del prof. Cosimo Semeraro, ordinario di storia moderna e contemporanea, segretario del Pontificio Comitato di scienze storiche della Santa Sede.
Nel volume, che fino a sabato non sarà possibile consultare, ci sono le immagini fornite dal georadar, che appunto testimonierebbero la presenza delle due tombe.
Studiosi francesi hanno ovviamente negato la possibilità che la tomba di Pipino sia nelle Marche e, anzi, si sono dimostrati molto astiosi contro chi porta avanti questa ipotesi.
Più prudenti altri studiosi tedeschi che chiedono prove tangibili prima di dare un giudizio sulla “scoperta”.
Non è la prima volta che la dinastia carolingia viene associata a quest’area: secondo Carnevale, professore salesiano di storia dell’arte, l’abbazia di San Claudio di Corridonia sarebbe la vera sede imperiale di Aquisgrana, costruita da Carlo magno nell’VIII secolo.
In base a questa teoria, la reggia sarebbe stata trasferita ad Aachen, nel nord della Germania, da Federico Barbarossa nella seconda metà del XII secolo.
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L’ultima ricerca di don Carnevale su San Claudio:
https://www.cronachemaceratesi.it/?p=1559
E basta con questi pesci d’ aprile!
🙂
Dove avverrà la presentazione del libro?
ipno, non è un pesce d’aprile,, ti garantisco., ho seguito tutti gli sviluppi dai primi studi a oggi. avverrà a San Ginesio il prossimo 17 aprile.
Non credo sia un pesce d’aprile. Certamente ogni cosa va verificata.E’ un dato di fatto che l’enorme “segnaletica” ( filologica, architettonica, storica) propostya dal Professor Carnevale neile sue opere precedenti, depongono a favore di un presenza carolingia proprio a San Claudio.
Sono sicurissimo che non si tratti di un pesce d’aprile. Seguo con dovizia ed attenzione scrupolosa gli studi e gli accertamenti del Prof. Carnevale – che mi ha fatto scuola e a cui dunque sono legato anche da gratitudine e affetto – dal primo momento di questa sua convincente e sino ad ora inconfutabile ricerca. Inconfutabile, ho scritto: infatti, non esistono a tutt’oggi argomenti validi per smontare una sola delle ipotesi sviluppate da Carnevale e dagli altri studiosi del Comitato che intorno a lui si è formato negli anni.
Non è che sapete anche l’ora?
ti rispondo seriamente…non so se lo chiedi con ironia…
trovi tutto qui, ora ,luogo e tutte le informazioni del caso.
http://www.carolingi.org/
Io non scherzo mai! 🙂
Se mi libero dal lavoro per un paio di ore ci vado volentieri.
PS: la casa dei miei è proprio dietro alla collegiata.
PPS: grazie!
Perchè la storiagrafia ufficiale tace? Ha o non ha argomenti seri da contrapporre a quella che etichetta come una favola senza fondamento?
Se si continua a contrabbandare la sciempiaggine che gli angeli abbiano trasportato in volo la santa casa, da Israele fino a Loreto (chissà poi perchè Loreto e non Roma, visto che all’epoca Loreto non era certo il centro della cristianità?!?), perchè questo non potrebbe esser vero?
Anzi presumibilmente è più vera la ricerca del Prof. Carnevali che il volo angelico della casa.
perchè Gianfranco, in quel caso, fu la locale famiglia Angeli a volere la traslocazione. così è nata la leggenda degli angeli che la trasportarono.
almeno così mi rsulta.
Così risultava anche a me, ma qualcuno si ostina a raccontare delle favole….
del resto san giorgio è stato fatto santo perché aveva ammazzato un drago, che notoriamente esiste..
Affascinante
Ho già avuto modo di confutare alcune delle tesi del Prof. Carnevale (rimando al mio intervento su questo sito “Aquisgrana a San Claudio ? Troppe cose non quadrano”.
Proseguendo nell’analisi dei testi originali (in primis Eginardo) e i suoi Annales Regni Francorum, si possono trovare tante altre incongruenze con questa tesi. Ne elenco alcune:
[804] DCCCIV
Dimissoque exercitu primo Aquasgrani, deinde Arduennam petit;
et venationibus indulgens Aquasgrani reversus est.
[817] DCCCXVII
Interea cum imperator venatione peracta de Vosego
Aquasgrani reverteretur
Domanda: vi sembra logico che dalle Marche Carlomagno andasse a caccia a più di 1.500 chilometri di distanza (Ardenne e Vosgi) quando avrebbe avuto tanto territorio intorno (o comunque in Italia) con boschi e foreste adatti alla bisogna?
[750] DCCL. Pippinus secundum morem Francorum electus est ad regem et unctus per manum sanctae memoriae Bonefacii archiepiscopi et elevatus a Francis in regno in Suessionis civitate.
Domanda: Svessio è l’attuale cittadina si Soissons, in Piccardia, nord-est della Francia. Perché Pipino avrebbe dovuto essere eletto nel nord della Francia se non perché il “regnum Francorum” era proprio in quella parte d’Europa e non certo nelle Marche ?
[755] DCCLV.
Pippinus rex per apostolicam invitationem in Italiam iter peragens
Domanda: perché Pipino avrebbe dovuto “intraprendere un viaggio in Italia su invito papale” se già viveva nel Piceno?
[768] DCCLXVIII
Ibique moram faciens aliquod dies aegrotare coepit, partibus Turonorum revertendo perrexit, orationem ad sanctum Martinum fecit, ad sanctum Dionisium usque pervenit ibique diem obiens finivit VIII. Kal. Octobr. Et domnus Carolus et Carlomannus elevati sunt in regnum, domnus Carolus VII. Id. Octobr. in Noviomo civitate, Carlomannus in Suessionis civitate similiter.
Domanda: Turonus è Tours, Noviomus è Nijmegen (sud dell’Olanda), Svessio è Soissons. Perché Carlomagno avrebbe dovuto essere eletto a Nijmegen per poi costruire la sua reggia nelle Marche ? E perché Pipino avrebbe dovuto essere sepolto a San Ginesio dopo avere pregato San Martino a Tours e San Dionigi a Parigi?
Insomma, tutti i luoghi a cui fa riferimento Eginardo sono al di là delle Alpi, spesso in una zona che racchiude Francia del Nord/Fiandre/Reno-Westfalia. L’Italia è citata solo come parte del territorio conquistato ed inglobato nel grande regno di Carlomagno o per viaggi a Roma dal Papa. Francamente, tutto questo bailamme su un’ Aquisgrana/San Claudio al Chienti e sulle tombe di Pipino e Berta a San Ginesio ha veramente del ridicolo.
Finalmente!!!!! Non basta rovistare tra le carte degli archivi per definirsi storici e giusticare con improbabili documenti affermazioni e ricostruzioni del tutto superficiali, estemporanee, gratificanti solo per qualche spirito diversamente critico e suggestionabile o che non riesca a veder cosa c’è oltre le mura del suo mato paese
Ma che avete capito??? Si tratta di Peppe lu Curtu,un mio prozio sepolto lì.