Parco dei Monti Sibillini
di Monia Orazi
Niente cani nei parchi nazionali, anche le montagne del maceratese non fanno eccezione. Sulle cime dei Sibillini è permesso fare trekking, purchè senza cane domestico, anche se tenuto al guinzaglio. Possono liberamente circolare invece, i cani da pastore, da guardia, da lavoro e da tartufo in ogni area del parco. La cosa è stata segnalata da Luigi Nespeca, conduttore radiofonico di Roma, che quando è in vacanza nelle Marche, ama raggiungere le cime più alte dell’Appennino accompagnato dalla sua cagnolina Melody. “E’ incredibile ma è possibile leggere questo brutto cartello proprio in montagna, nel Parco dei Sibillini – spiega Nespeca – Io e la mia cagnolina Melody pratichiamo un’attività, il dog trekking, che ci porta a scoprire i luoghi più belli ed incontaminati del nostro territorio: le alte cime dell’Appennino; ad ogni escursione corrisponde un reportage video-fotografico per documentare la bellezza del luogo visitato e promuovere un escursionismo responsabile”.
Luigi Nespeca, conduttore radiofonico di Roma con la cagnolina Melody
Il divieto di portare cani al guinzaglio nelle escursioni, riguarda soltanto gli animali domestici ma non quelli da lavoro: “Purtroppo, visitando il sito del Parco e consultando le tabelle apposte all’inizio dei sentieri, mi sono accorto che ingresso ai cani è interdetto in alcune zone, le più belle, anche se condotti al guinzaglio. La norma in particolare consente invece il libero accesso a cani detti da ‘lavoro’ come cani pastore, da guardia e da tartufo – racconta lo speaker radiofonico – mi sono informato con amici che svolgono attività di guardiaparco, presso naturalisti e conservazionisti: è emerso che il divieto di accesso ai cani deriva si da ragionevoli esigenze di conservazione, ma è ereditato tal quale da antichi regolamenti delle prime oasi Wwf e parchi nazionali, era in cui anche i cani domestici non ricevevano vaccinazioni o cure veterinarie”.
La ragione alla base della norma è la volontà di evitare possibili contagi di malattie trasmissibili dagli animali domestici alla fauna selvatica, ma il divieto non vale per tutti i cani. Per l’appassionato “appenninista”, così si definisce Luigi Nespeca abituato a raggiungere le cime più alte con la sua Melody, le norme vanno riviste: “Alla luce di questi fatti vorrei chiedere a chi è addetto a vigilare le aree protette e a chi chi deve stilare i regolamenti per proteggerle di aggiornare alcune norme che, oltre a discriminare chi responsabilmente ha adottato un cane, potrebbero in ultima analisi favorire il fenomeno dell’abbandono.
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Sentite un po’ io posso portare il mio maiale al guizaio?
No. Il maialedopo i 1.000 metri si può portare solo dentro ad un panino. 🙂
Cmq. In Italia siamo pieni di leggi assurde e sorpassate e anzichė eliminarle e semplificare la vita a tutti, se ne fanno sempre di nuove.
Art 123 del 2014 annulla l’art. 111 del 1978 che modificava l’art. 222 del 1976 che a sua volta estendeva quanto stabilito nell’Art. 18 del 1931 ….. tutto questo per la gioia degli avvocati.
Francesco66 io direi per la gioia di nessuno. Smetterei di dare la colpa delle leggi assurde agli avvocati o ai magistrati. Sappiamo, o dovremmo ben sapere, che la colpa è solo ed esclusivamente del legislatore, ovvero del politico di turno.
Detto questo, la norma citata è veramente assurda. Tutti i cani potrebbero essere da guardia ad es., o da lavoro, o magari anche da tartufo (Come si controlla? Si tira un tartufo e se il cane corre è da tartufo?), poi la passeggiata la si fa anche senza andare a tartufi. Questo per dire che, a mio parere, la norma è pure difficilmente applicabile e contestabile. E comunque il cane da compagnia (“da salotto” è davvero orribile) è l’animale più degno di seguire il suo padrone, andasse in cima all’Everest.
Invece di mettere divieti assurdi ( posso capire i divieti negli uffici o locali, ma in montagna e’ davvero assurda), perché non provvedono a mettete la segnaletica con le indicazioni di rifugi,tempo di petcorrenza, nome della cima ecc..
Ma un divieto per legislatori idioti, no è?
se è una norma nazionale, c’e da rivedere la cosa a livello nazionale; i Sibillini si sono solo adeguati, anche se è assurdo, soprattutto per le motivazioni. Non esageriamo con migliaia di divieti. PS ma chi vive nel parco, e ha cani da compagnia, non può andare a fare una passeggiata? ma stiamo scherzando?
@71: sei avvocato? 🙂
Io non ho dato la colpa a nessuno ci mancherebbe. Ho solo scritto che il moltiplicare di legge serve solo a dar lavoro agli avvocati. In Italia, grazie a contraddizioni come questa, c’è bisogno di consultarne uno anche per sapere dove e a che ora si può andare al cesso.
E se poi vogliamo dirla tutta, dovrebbero essere gran parte degli avvocati che esercitano a ringraziare il politico di turno. Senza leggi come questa molti di loro farebbero la fame…
Per poter entrare in quelle zone interdette basterebbe modificare la legge, obbligando al proprietario del cane di far indossare all’animale una museruola e di fornire il libretto sanitario con le vaccinazioni/profilassi effettuate. Troppo complicato? Si siamo in Italia..
Secondo me invece e’ una norma giusta, un cane che sfugge al proprio conduttore, oltre ai problemi di diffondere malattie puo’ far danni alla fauna selvatica..metti che trova una covata di coturnici o un nido di starne o altri uccelletti di prateria, sarebbe un bel danno.
..anche i camosci soffrono stress per un incontro con un cane anche se al guinzaglio.
Ovvio che il provvedimento ha logica solo se posto in aree limitate e non integralmente sul territorio del Parco.
Stress a camosci ed a nidiate? non basterebbe magari, come giustamente riportato in un commento sopra, poter segnalare sentieri dove anche i cani possono accompagnare il proprio padrone? Personalmente ho un cane (molto più rispettoso di alcuni frequentatori della montagna) e mai i poi mai lo lascerei in casa qualora dovessi decidere di trascorrere una giornata in montagna. Piuttosto pagherei una multa. Ogni anno trascorro una settimana in Trentino Alto Adige e nessuno si è mai sognato (tra il personale addetto alla sorveglianza) di vietarmi una passeggiata in quel magnifico paesaggio, con una fauna di gran lunga superiore ai nostri Sibillini. Poi ci lamentiamo che il turista fugge dai nostri luoghi di villeggiatura. Personalmente ritengo bestia il legislatore di turno che non regolamenta tale norma, antiquata ed obsoleta. Se solo noi umani fossimo rispettosi degli ambienti quanto i nostri amici a quattro zampe vivremmo sicuramente in un mondo migliore.
Un’altra legge fatta a “quattro zampe” che notoriamente sono prive di materia grigia.
x black list io conosco personalmente melody e luigi e sono in regola. caro utente ti devi aggiornare, la museruola la devi indossare tu visto il tuo commento del ca..zo. c’è una legge che parla chiaro il proprietario del cane deve portarsi con se la museruola ma il cane non deve indossarla. visto che è una dolcissima cagnolona che cerca solo carezze. e basta
Sappiamo che la legge e’ uguale per tutti”! Ora ditemi cosa fa’di male un cane se va ha passeggio con il suo padrone?perché’ il divieto non e’per tutti ,ma solo per alcune razze?cosa cambia da cane domestico a cane da lavoro?e’ sempre un animale!
Quando un cane e’ vaccinato regolarmente che malattie può sprigionare?
Secondo me chi comanda non sa più dove andare ad aggrapparsi,signori siamo arrivati alla frutta!
L’inquinamento lo fa l’uomo,non l’animale.
Si può parlare per ore senza sicuramente cavare un ragno dal buco.Chi fa’ le leggi (di solito si dice siano persone studiate)secondo me la maggior parte non capiscono un tubo.Nella nostra regione ci sono cose molto più’ importanti da mandare avanti,non vi fissate su delle stronzate.Io non lascerò’ mai i miei cani a casa quando deciderò’ di andare a fare una passeggiata………….
@Zigo Zago è chiaro che i Camosci soffrano strees alla vista di un cane, anche se al guinzaglio, ma mi chiedo a questo punto, quando incontrano 5 maremmani sciolti e non vaccinati? I poveri camosci saranno vittima di un attacco di panico collettivo?
L’ultimo 8 luglio si è tenuto un incontro a Visso per discutere di camosci e fauna selvatica ed è emerso che le colonie si Camosci nel parco si siano ben ambientate e stabilizzate, quindi è stata rivista la restrizione riservata agli alpinisti sul Monte Bove. Speravo un ravvedimento anche sulla norma che riguarda la conduzione di cani nelle aree sommitali.
In fine: i 400 escurionisti al giorno che salgono sul Vettore e Redentore non creano forse la stessa interferenza alla fauna selvatica? Dai, ragioniamo. E i turisti che bivaccano sulla riva del lago di Pilato non creano stress al Chirocefalo del Marchesoni? Il cane se al guinzaglio, condotto da un padronde ragguagliato e responsabile neanche si avvicina alla riva.
E poi alla base di tutta la questione c’è il buon senso degli escursinisti a 6 zampe: Cani al guinzaglio, correttamente vaccinati, e documenti sanitari nello zaino. La museruola non serve.
Altra alternativa potrebbe essere la sorveglianza armata militare, a questo punto.
Grazie.
Le norme scaturiscono come si è detto dal timore di portare delle malattie “cittadine” al selvatico e ciò potrebbe avere anche un fondo di verità, inoltre si adduce anche come motivazione un possibile fastidio che possono subire tutti gli animali selvatici. Allora consideriamo che tutti i cani domestici dovrebbero essere tutti vaccinati e quindi non portatori di malattie (basterebbe come dice Luigi Nespeca la documentazione sanitaria a comprovarlo), purtroppo non tutti i cani sono ben controllati dai conduttori e quindi potrebbero essere causa di pericolo per il selvatico e non è sufficiente portarsi dietro la museruola nè fare una black list, ma come molti cinofili caldeggiano bisognerebbe istituire un patentino per i padroni dei cani che attesti un profondo senso civico.
Voglio aggiungere anche che il selvatico non abituato ai cani si potrebbe avvicinare serenamente anche a quelli da lavoro/utilità che non hanno tutte le caratteristiche che suggerisco sopra. Addirittura come accade a Castelluccio c’è una volpe che soprattutto nel periodo invernale si avvicina all’uomo con grande pericolo sia per l’animale (potrebbe essere maltrattato) o peggio ancora potrebbe infettare l’uomo stesso o i suoi cani di qualsiasi malattia ( ricordo che soprattutto nel nord est le volpi sono portatrici di rabbia).
Riassumendo, no a norme restrittive per l’accesso dei cani nei vari parchi nazionali o no, ma soprattutto dobbiamo insistere nell’educazione e nel rispetto delle regole di un vivere civile i padroni/conduttori dei cani sia sulle montagne che negli spazi urbani.
La legge è antica e superata. Un tempo non esisteva la vaccinazione obbligatoria e quindi si pensava che un cane “da lavoro” fosse tenuto con più considerazione di molti cani randagi in giro per le città. Da tempo la situazione si è capovolta. Ora i cani cittadini sono vaccinati mentre se ne trovano alcuni campagnoli da tartufi privi di controllo. Basterebbe aver voglia di adeguare la legge ai tempi per il bene di tutti.
Credo non vi sia la volontà di aprire un dialogo per aggiornare il regolamento anche per via della difficoltà poi di controllare: molto semplice vietare l’ingresso ai cani e multare tutti i proprietari che invece li introducono.
Bisognerebbe al contrario aggiornare il regolamento, permettere l’ingresso a cani microchippati, vaccinati e al guinzaglio, multando invece chi non rispetta questi semplici accorgimenti.
Non mi sembra corretto che per la difficoltà di effettuare controlli si vieti tutto alla base.
@ massimo bartolomei. innanzitutto La invito a moderare i termini. sono possessore di un cane, il terzo, (che ho addestrato personalmente, con i complimenti di educatori cinofili) e di cinofilia e leggi relative ad essa me ne intendo eccome! I cani per quanto dolci e docili possano essere, seguono sempre il proprio istinto animalesco come la natura gli impone.Figuriamoci quando ci sono completamente immersi. La museruola sembra una misura eccessiva? forse.. l’idea non piace nemmeno a me, che la odio e non l’ho MAI usata per i miei cani. Concordo in pieno con Giorgio Gualdese riguardo l’istituzione di un patentino. Proprio l’altro giorno, ed eravamo in centro abitato mica sugli appennini, un tizio durante una passeggiata, non riusciva più a riprendere né a gestire il proprio rottweiler dopo averlo sguinzagliato! Quindi caro massimo bartolomei, non mi venga a dire né di informarmi né di stare zitto, primo perché non mi conosce (e forse ne so più io di lei in quest’ambito) secondo perché se lei si è iscritto solo per commentare una notizia, ed offendere per giunta, questo la dice lunga!
@Black List, certo il cane conserva il suo istinto. Anche i Maremmani sono sicuro che non disdegnano una nidiata di coturnici o un leprotto se lo incontano tra le prateria d’altura del Vettore, oppure magari un’abbaiatina per radunare in gregge 15 camosci impauriti non se la faranno mica mancare. Così come i simpatici cani da tartufo saranno molto felici di farsi uno spuntino a base di Arvicola, di Topolini e di Ghiri che vivono proprio alla base dei faggi, nel bosco, guarda caso loro luogo di “lavoro”. Mettiamo la museruola anche a loro?
Questo è l’aspetto che proprio non condivido.
@Luigi Nespeca. I cani da gregge ben addestrati, soprattutto i pastori maremmano abruzzese, come caratteristica devono avere una spiccata protezione nei confronti del gregge ed una totale assenza di istinto predatorio. Mi resta difficile credere che uno di questi cani si assenti per andarsi a fare un spuntino e lasciare incustodite, contravvenendo al proprio dovere/istinto, le pecore. Per quanto riguarda la cerca e raccolta del tartufo esiste la L.R.03/04/2013 n.5 che in materia è molto articolata e severa. Un tartuficoltore avrebbe solo da perdere se il proprio cane danneggiasse l’ambiente che gli fornisce la materia prima dei guadagni. Per non parlare delle sanzioni alle quali andrebbe incontro… Non fraintendetemi, io il mio cane lo porterei con me dappertutto , dico solo che la legge va rivista, aggiornata (museruola o no) e magari un salto a 6 zampe su ai Sibillini ce lo faccio volentieri.
Beh c’e’ da dire anche che di norma i pastori e i tartufari non portano i loro cani sulle rupi a differenza di molti escursionisti coi loro cani..i cani da lavoro, se ben addestrati ed educati lavorano..non cazzeggiano dietro camosci e arvicole, di cani da “passeggio” ben addestrati ed educati ne vedo veramente pochi, magari Melody sara’ l’eccezione..ma con il resto come la mettiamo?
In molti non lo sanna ma anche in campagna e per boschi fuori parco anche se tollerato, non si potrebbe andare a spasso con il cane sciolto, resto della mia opionone che la norma sia giusta.
Black List, quello che scrivi è teoricamente corretto. Ma purtroppo sui Sibillini, come in tutto l’Appennino, oltre ai maremmani a guardia delle greggi è possibile incontrare anche can o dalle orecchie più dritte e lo sguardo più attento.
Quello che dici sui tartufai è anche corretto e teoricamente ai cani addetti sarebbe vietato mangiare le arvicole. Ma io non ci credo. Purtroppo sappiamo anche che i tartufocoltori e raccoglitori non sono nuovo a lasciare bocconi avvelenati per eliminare la concorrenza. Bocconi alla stricnina che finiscono nelle bocche di volpi, lupi, cinghiali, orsi ove ve ne siano, e qualche erbivoro. Questi muoiono e le loro carni avvelenate completano il ciclo alimentare divenendo cibo per altri animali. Purtroppo anche qualche cattivo allevatore fa uso di bocconi, trappole o pallottole per sistemare il lupo cattivo.
Diversamente, se fai una ricerca su You tube e dai un’occhiata ai miei video di montagna, potrai vedere Melody che corre, al guinzaglio, lungo i sentieri senza mai uscirne. Ma per Melody vige il divieto di accesso.
Quindi la mia proposta sarebbe quella di iniziare serenamente a discutere tra direzione del Parco, Guardia Forestale, qualche esperto di etologia e perché no qualche rappresentante di associazioni di operatori turistici, e magari prevedere sanzioni altrettanto severe per i padroni che vengono colti mentre i loro cani mangiano la fauna selvatica.
Black List purtroppo sono stato testimone in lontananza di un branco di pastori maremmani regolarmente attivi nella loro attività che sono riusciti ad isolare un cinghiale e quindi ucciderlo per mangiarselo. Questa mia esperienza può essere utile anche a zigo zago.
Quindi concludere considerando che non si può affermare che un gruppo di cani sono autorizzati ad andare liberi in un parco o in una città perchè svolgono una determinata attività ed altri no. Infatti nei cani addestrati per Utilità e Difesa o quelli addestrati per l’obedience o per IRO ecc. Il primo requisito richiesto è un controllo stretto del cane da parte del conduttore molto più dei cani da tartufo o i cani da pastore che comunque sono liberi. Pensate che un cane della polizia o uno addestrato per la ricerca di dispersi nei boschi o sotto le valanghe non possono entrare nel parco anche per un semplice addestramento se non previa autorizzazione del parco stesso che per motivi burocratici non è immediata o tacitamente concessa.
Il regolamento del Parco dice chiaramente che i cani da lavoro possono entrarein ogni area, quindi anche i cani da salvataggio.
Caro Giorro, proprio come dicevo: un cane è un cane, se trova una preda a portata di bocca se la mangia, anche se è un Pastore o un Tartufaio. Quindi a questo punto bisognerebbe prevedere guinzaglio e museruola o interdire l’ingresso anche a loro per risolvere il problema.
O forse magare sarebbe più civile regolamentare l’accesso dei cani in modo corretto? Magari spendere due lire in educazione e informazione, invece di cancellare a pennarello le scritte sulle tabelle come succede a Forca di Presta, dove un giorno si legge che i cani sono ammessi, il giorno dopo la frase è depennata.
Ma qualcuno del Parco Sibillini non legge questi messaggi? Non intervine alla discussione? Grazie
Zigo Zago, mettiamo i cani a catena corta e stretta al collo, che risolviamo il problema.
Sulle rupi è possibile incontrare molti bipedi sciolti che “cazzeggiano” indisturbati dietro ai camosci. Come la mettiamo con loro?
Vietare porta solo rabbia, con l’educazione e l’informazione si cambia il mondo, ma ci vuole più tempo.
Caro Nespeca, sono pienamente in accordo con quello che dici soprattutto sull’educazione e la cultura cinofila vera e non su quella integralista di alcuni tipi di animalisti. È vero che i cani da salvataggio possono entrare, solo in caso di emergenza, ma con l’esempio dei suddtti cani intendevo sottolineare che sono cani che dovrebbero esser sotto ubbidienza stretta (altrimenti non avrebbero il brevetto) quindi era un esempio di come valutare il comportamento non tanto dei cani ma dei padroni o meglio di coloro che dovrebbero essere definiti conduttori
Giorro che i cinghiali siano un pericolo per il gregge non è una novità (infatti di alcuni attacchi erano stato colpevolizzati i lupi) e se i maremmani lo abbiano attaccato uccidendolo hanno svolto solo la mansione per la quale sono stati addestrati. Forse il malcapitato si era avvicinato troppo. Il problema è che non sappiamo se tutti i cani (da compagnia) che accedono al parco sono ben addestrati come quelli da lavoro che sono a guardia del gregge, che ribadisco hanno fatto il loro dovere, soprattutto non possiamo sapere se i conduttori abbiano una coltura cinofila adeguata (e purtroppo devo dire che quì da queste parti è molto carente) che li porti a rispettare sia il cane che l’ambiente, le due cose sono strettamente collegate. Vedi non mi sono mai piaciuti gli estremismi, e non penso sia questo il caso.
A me pare che quando l’uomo “mette le mani” sulla natura, crea sempre problemi. La caccia con ogni mezzo ai lupi ed il ripopolamento dei cinghiali (compresi quelli importati dall’Ungheria), hanno squilibrato l’ambiente. I cani abbandonati e rinselvatichiti martorizzano le greggi e creano problemi anche al selvatico. L’unica cosa che l’essere umano dovrebbe fare (e sovente non fa) è quella di accrescere la sua cultura (non coltura, naturalmente), nei confronti dell’ambiente che lo circonda e che dovrebbe rispettare. Poi, quello che ha imparato, dovrebbe trasmetterlo alla sua famiglia e, quindi. anche ai cani che ha. Solo così, con la cultura e l’educazione, si rende superfluo tutto ciò è scritto nell’articolo e nei divieti a vivere una vita a contatto con la natura.
Se un cane da pastore attacca ed uccide un animale selvatico come il cinghiale è un problema. Non esiste la scusa che stava espletando le sue funzioni e che uccidere chinghiali rientra nel suoi compiti.
questo quello che intendo io.. https://www.youtube.com/watch?v=bmpONxJ7JSw 😀
Zigozago bel video che spiega bene cosa possa fare un cane in libertà. Spiega altrettanto bene come un buon conduttore non deve fare, tutti gli addestratori al controllo del cane spiegano che un cane che corre dietro qualche cosa (che sia animale o bicicletta) il conduttore prima di tutto non deve correre dietro al cane chiamandolo perchè non fa altro che confermare che l’azione del cane è corretta ed aumenta l’eccitazione del cane stesso che seguendo il suo istinto non pensa altro che “guarda che bravo che sono anche il mio leader corre alegramente con me”. Quindi il video conferma ciò che sostengo: non dobbiamo vietare una passeggiata in libertà o creare delle liste di buoni o cattivi, bensì creare dei conduttori consapevoli che possano controllare il cane in tutte le situazioni, ergo creare un “patentino” abilitante la gestione del cane
Caro Nespeca, bello il video ed anche l’articolo. Le sensazioni che si provano passeggiando con il cane sono veramente ben descritte, io sono sempre del parere che avere un cane veramente libero al tuo fianco amplificherebbe le sensazioni da te riportate, ma ribadisco che per ottenere ciò bisogna avere un cane ben sotto controllo