Nazzareno, un Vescovo
dal cuore docile

Cattedrale gremita oggi a Città di Castello per l'ordinazione di Monsignor Marconi. Entrerà nella nostra diocesi tra 15 giorni.

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Il nuovo Vescovo Nazzareno

Il nuovo Vescovo Nazzareno

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Filippo Davoli

 

di Filippo Davoli

Con uno stemma che, oltre ad elementi della sua vita (la collina di Citerna, quella di Macerata e quella di Nazareth – di cui ha il nome), richiama alla memoria Giovanni Paolo II (la croce che campeggia ha la stessa forma e grandezza di quella che era nello stemma di Papa Wojtyla) e Paolo VI (le tre colline hanno una forma analoga a quelle presenti nello stemma del grande Papa Montini, presto beato), Mons. Nazzareno Marconi è stato ordinato vescovo nella sua Città di Castello dopo essere stato designato a capo della Diocesi di Macerata Tolentino Recanati Cingoli Treia,lo scorso 3 giugno da Papa Francesco (leggi l’articolo).

Lo stemma di Mons. Nazzareno Marconi

Lo stemma di Mons. Nazzareno Marconi

Uomo sorridente e alla mano, almeno quanto colto ed eccellente come biblista, Mons. Marconi ha scelto per sé un motto tratto dal Primo Libro dei Re, al cap 3,9: “Dabis servo tuo cor docile”, che tradotto diviene “Dona al tuo servo un cuore docile”. E’ lui stesso a spiegare che “Il nuovo re, dovendo iniziare a governare il popolo di Dio, chiede un cuore saggio come dono più urgente e prezioso. Il testo ebraico recita un cuore in ascolto, un cuore che si mette in ascolto, intendendo: in ascolto obbediente e contemporaneo sia di Dio che del suo popolo. È l’atteggiamento con cui il vescovo si presenta al suo popolo, ma anche il progetto pastorale che vuol attuare: aiutare tutti a crescere nella capacità di porsi in ascolto obbediente di Dio e in ascolto amichevole e compassionevole delle “gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono” (GS 1,1).

La cattedrale di Città di Castello, gremita fino all’inverosimile, gli ha tributato oggi numerosi applausi (Mons. Marconi ha una larga esperienza pastorale, essendo stato più volte parroco, nonché docente e infine rettore del Seminario di Assisi; e così, tra i fedeli ma anche tra i concelebranti, c’erano numerosi suoi ex-parrocchiani, ma anche giovani preti e addirittura due vescovi suoi ex-allievi). Celebrazione semplice, concepita per favorire la partecipazione attiva di tutti; unico elemento , per così dire, “speciale” il canto introduttivo, composto appositamente per lui da Mons. Marco Frisina, che con Mons. Marconi è stato compagno di seminario a Roma.

Molto bella anche l’omelia del Card. Bassetti di Perugia, il quale ha tra l’altro detto, rivolgendosi proprio al nostro nuovo vescovo:

“Tu, carissimo, getterai le tue reti in mezzo ad un popolo ben disposto, da secoli geloso custode di antiche tradizioni religiose, che sogliono manifestarsi anche in sentite manifestazioni di pietà popolare, prima fra tutte le grande devozione dei maceratesi verso la Madre di Dio, invocata sotto il nome di Madonna della Misericordia, il cui venerato santuario è adiacente alla tua residenza vescovile. Maria sia per te una madre premurosa. Ti accompagni nel servizio e ti custodisca. San Giuliano l’ospitaliere, patrono di Macerata, accresca in te lo spirito di carità, che hai già manifestato presso di noi infinite volte. Nel lasciare la tua amata terra umbra, caro Don Nazzareno, non dimenticare di portare con te quello spirito francescano, fatto di umiltà e semplicità, con il quale hai sempre operato, certo che quello che conta davanti a Dio è sempre fare la sua santa volontà, dimenticando se stessi, per servire senza riserve i fratelli. Il Signore ti benedica!”

Alla fine dell’Ordinazione, salito all’ambone, il neovescovo Nazzareno ha invitato tutti ad una festa dietro la cattedrale, organizzata dai membri della Pastorale giovanile: “Li riconoscerete dalla maglia rossa” – ha detto, scherzando – “sono della pastorale giovanile, non sono del PCUS”. Quindi ha aggiunto: “La festa è stata organizzata  in semplicità, per stare in allegria insieme, senza dimenticare quanti hanno poco o addirittura niente. Per questo, quanto è stato ricavato durante questa celebrazione sarà devoluto interamente ai poveri: perché bisogna fare così!”.

Tra quindici giorni esatti l’ingresso nella nostra diocesi.

 



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