“Una sede gratis per la Liviabella,
sempre la solita musica
dell’amministrazione”

L'associazione Maceratiamo critica il metodo utilizzato dalla Giunta Carancini per l'operazione della nuova scuola all'ostello Ricci

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Il taglio del nastro della scuola all'ostello Ricci

Il taglio del nastro della scuola all’ostello Ricci

Dall’associazione Maceratiamo riceviamo:

Ogni tanto una buona notizia ci vuole. E l’istituzione di una scuola civica di musica da parte del comune di Macerata è senz’altro una buona notizia (leggi l’articolo). Sentir parlare di scuola civica di musica infatti porta subito a pensare ad altre realtà similari, come la famosa scuola di Milano, che si stanno diffondendo sul territorio nazionale e che, si spera, possano sopperire ai problemi che il nuovo ordinamento universitario ha creato nel mondo dei conservatori. Affiancare alle due scuole private già presenti in città (Liviabella e Don Bosco) una struttura pubblica servirà ad arricchire l’offerta e a dare una struttura anche istituzionale ad un ambito, quello musicale ma più in generale culturale, solitamente dimenticato dalle istituzioni pubbliche.
L’entusiasmo per l’inaugurazione avvenuta il 22 aprile all’asilo Ricci si è però andato spegnendo man mano che i particolari dell’operazione venivano definiti.
La delibera di giunta n° 432 del 11 dicembre 2013 mette nero su bianco la volontà di istituire la scuola civica di musica e individua l’asilo Ricci come sede ideale. Nella delibera si stabilisce poi di ricercare tra le associazioni del territorio uno o più soggetti a cui affidare la gestione della scuola. L’organizzazione e la didattica saranno invece di competenza di un organismo che verrà costituito successivamente; quindi non si sa ancora quale sarà l’offerta che la scuola intende proporre, né la sua collocazione nell’ambito dei percorsi di formazione musicale.
Facendo seguito a tale delibera, il servizio competente (“Servizi alla persona” diretto dal dott. Puliti) emana un avviso pubblico, con determina n° 1050 del 23 dicembre 2013, rivolto alle associazioni interessate. Un avviso che, a voler pensare male, è fatto apposta per essere ignorato: con la scadenza ravvicinata al 7 gennaio e le feste di mezzo, predisporre un progetto di questa portata sembra infatti un’impresa titanica.

L'esibizione durante l'inaugurazione

L’esibizione durante l’inaugurazione

Una proposta però arriva da parte di un gruppo di associazioni: Associazione UT-RE-MI-Onlus, Associazione Culturale Nuova Musica, Centro di Documentazione e Studi sulla Musicoterapia. Non conosciamo i contenuti di questa proposta (che invece sarebbero interessanti), né sappiamo se ne siano arrivate altre. La proposta viene valutata positivamente e alle tre associazioni viene aggiudicata in via definitiva la gestione della nascente scuola. La giunta comunale quindi, con delibera n° 31 dell’1 febbraio, formalizza il tutto e definisce un contributo di 12.000 euro annui per il gestore dell’asilo Ricci (attualmente la cooperativa Meridiana) a copertura delle spese per utenze e portierato. Ancora nessun accenno ai contenuti organizzativi e didattici.
Inaugurazione_Scuola_Civica__Musica_Mc (9)A questo punto ci sembra opportuno porre qualche domanda.
Nell’ambito della regolamentazione stabilita dalle varie leggi di riforma, che vede nei licei musicali e nei conservatori (ora equiparati ad università) i due riferimenti fondamentali della formazione musicale, come si colloca la scuola civica di musica?
Come si articolerà l’offerta didattica della nuova scuola?
Come si concretizzerà in termini economici l’offerta della nuova scuola, dal momento che gli atti della giunta comunale prevedono esplicitamente forme di gratuità per le fasce economicamente più deboli della popolazione?
La scuola civica si propone come soggetto concorrente rispetto alle scuole private esistenti o si indirizza verso un’utenza di altro genere?
L’associazione UT-RE-MI-Onlus, senza nulla togliere agli altri due partecipanti, appare essere il soggetto principale attorno a cui si concretizza questa iniziativa. Il presidente dell’associazione è la signora Silvia Santarelli, che è anche direttrice della scuola privata Liviabella (con cui l’associazione stessa collabora strettamente già da tempo). Come verrà gestito il palese conflitto di interessi tra la gestione delle due scuole?
Un altro conflitto di interessi potrebbe riguardare il Centro di Documentazione e Studi sulla Musicoterapia, che pure collabora da tempo con la scuola Liviabella. Verranno mantenuti rapporti con entrambe le realtà?
Una comunicazione del 24 marzo, pubblicata sul sito della scuola Liviabella, informa che la scuola si è trasferita in vicolo dell’asilo 36, curiosamente lo stesso indirizzo dell’asilo Ricci e quindi della nuova scuola civica di musica. Le due scuole condividono quindi anche la sede? Paga un affitto la scuola Liviabella?
Temiamo che la risposta a queste domande sia fin troppo semplice, tanto che è scritta nella stessa comunicazione appena citata: “La scuola di Musica Liviabella è risultata vincitrice del bando indetto dal Comune di Macerata per la gestione di una scuola civica di Musica; a seguito di questo riconoscimento ha lasciato la sua storica sede e si è trasferita presso la nuova sede in via dell’Asilo 36 Macerata (dietro lo Sferisterio).”
Il fatto che nel comunicato (praticamente un’autocertificazione) il soggetto sia la scuola Liviabella e non l’associazione UT-RE-MI chiarisce tutto in modo fin troppo sfacciato.
La conclusione non può che lasciare l’amaro in bocca. L’amministrazione comunale, al di là della fanfara propagandistica, non sta dando vita a nulla di nuovo. Tutta l’operazione si riduce a fornire alla scuola Liviabella una nuova sede (gratis) e una nuova etichetta. Per i cittadini maceratesi non cambierà quindi nulla, perché la scuola Liviabella continuerà, come fa da molti anni, ad offrire i suoi corsi, con una marcia in più grazie all’apparente natura pubblica della struttura.
Sulle motivazioni reali che stanno all’origine di questa vicenda ognuno può fare le proprie considerazioni e non serve una gran fantasia per capirne la logica. Quello che è evidente, ancora una volta, è come gli amministratori comunali suonino sempre la solita musica con un insolito strumento: lo specchietto per le allodole.



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