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(In alto la galleria con il foto-servizio di Lucrezia Benfatto)
di Gianluca Ginella
Sielpa-Calamante, protesta davanti al tribunale di Macerata dei lavoratori (uan settantina) che chiedevano una decisione rapida sulle istanze di fallimento: la risposta entro l’inizio delle prossima settimana. E’ questa la buona notizia con cui una delegazione sindacale intorno alle 13 di questa mattina è uscita dal palazzo di giustizia dopo aver incontrato il presidente Alessandro Iacoboni. “Ci ha detto che a giorni, entro l’inizio della prossima settimana, il giudice deciderà – dice Aldo Benfatto, segretario provinciale della Cgil –. E’ stato un incontro proficuo, il presidente è stato molto disponibile e ci ha detto di essere a conoscenza”. Due le istanze di fallimento presentate in tribunale.
La prima è stata presentata dai dipendenti della Calamante che hanno lavorato sull’A14 per la realizzazione della terza corsia. 58 operai che da agosto 2012 attendono di essere pagati. L’udienza si è svolta il 3 dicembre davanti al giudice Reale. E “Siamo in attesa, oggi ci siamo trovati qui per sollecitare una decisione per venire a capo di questa situazione” dice Massimo De Luca, segretario della Fillea Cgil. Una seconda istanza di fallimento è stata presentata un paio di settimane fa dai dipendenti di Sielpa e Calamante. 84 lavoratori che, oltre a lamentare, mediamente, la mancanza di 3-4 mesi di stipendio, da novembre sono senza più cassa integrazione. “Con l’istanza di fallimento, immediatamente dopo ci si dovrebbe sedere intorno ad un tavolo per darla in gestione ad una nuova azienda” spiega De Luca. Questa la speranza dei dipendenti. Una decisione, quella del giudice, che preme molto ai lavoratori “Siamo qui per sollecitare la magistratura. Perché qui c’è gente che non riesce più a vivere. La situazione è drammatica” dice Sergio Campanari della Feneal Uil. “Ci troviamo in una situazione dove gli 84 lavoratori della Sielpa e Calamante si trovano con in essere un conflitto di lavoro, senza stipendio e senza ammortizzatori sociali. Il fallimento stabilirebbe almeno un punto fermo” dice Primo Antonelli della Filca Cisl. Che aggiunge come “ieri ci è arrivata una richiesta di cassa integrazione ordinaria tramite Confindustria Macerata, a decorrere dal 2 dicembre per 13 settimane. Ma questo ammortizzatore non può essere utilizzato senza la prospettiva di una ripresa dell’attività lavorativa”. Tra i dipendenti c’è chi come Gianni Ciattaglia, 53 anni, 3 figli, cerca di andare avanti con quello che trova: “mi arrangio, se trovo da tagliare l’erba per 10 euro lo faccio, mica posso andare a rubare. Si tira avanti così e con quello che prende mia moglie”. “Io ho due figli, uno di 26 anni, l’altro di 18. andiamo avanti con i 600 euro che guadagna mia moglie” dice Gianfranco Piermattei, 52 anni, di Treia, dipendente della Sielpa. Un altro aspetto della vicenda è l’accordo in Regione in cui il titolare di Sielpa e Calamante, si assumeva l’onere di pagare “entro dicembre, ma da allora non è successo niente”.
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CHE FINE!!!!
Ma non era la capofila delle imprese per le piscine, l’unica (se non ho compreso male) con tutte le autorizzazioni necessarie??
La triste vicenda dei lavoratori è eloquente. La ditta su cui si dovrà decidere del fallimento fa parte della ati che dovrebbe costruire le piscine a fontescodella , evento che purtroppo vedo allontanarsi sempre di più.
Era anche una delle capofila della cordata per la Ceccotti di Civitanova Marche nella Terzo Millennio in buona compagnia…
tranquilli, chi deve cadere in piedi cade in piedi
«Nulla è più fallimentare del successo.»
(Gilbert Keith Chesterton)