di Filippo Ciccarelli
C’è una buona notizia per i 240 pazienti affetti da disfagia grave nella zona di Civitanova (sono 120 nella sola città costiera). L’azienda Farmacie ha infatti deciso di far partire, dal prossimo 1° febbraio, un programma di sconti che potrebbe consentire risparmi fino a 700 euro l’anno. L’iniziativa è partita dalla VI Commissione del Comune, presieduta da Mirella Franco, che è anche logopedista dell’Asur Area Vasta 3.
«La disfagia è la difficoltà nell’ingoiare e le persone che ne soffrono rischiano che il cibo finisca nei polmoni e non nello stomaco. La polmonite ab ingestis, seguente all’aspirazione del cibo, è ua delle prime cause di morte nell’anziano» spiega la presidente della Commissione. «Per superare questa condizione bisogna addensare i liquidi, con addensanti ed acque gelificate che si trovano in commercio ma hanno un costo. L’Asur fornisce 3 vasetti al mese di questi prodotti ai pazienti con prescrizione medica, ma è una quantità insufficiente. Per questo abbiamo chiesto alle Farmacie di aituarci».
La richiesta della Commissione è stata recepita dalle Farmacie comunali: «Siamo molto sensibili ai temi del sociale e con questa iniziativa diventiamo un polo d’attrazione anche per le città limitrofe, come Porto Sant’Elpidio» dice il presidente Carlo Centioni. «Gli sconti sono ovviamente aperti a tutti i cittadini, indipendentemente da comune e provincia di residenza».
A spiegare nel dettaglio la promozione è Luciano Diomedi, responsabile acquisti e magazzino delle Farmacie comunali di Civitanova: «Abbiamo preso accordi con le aziende leader nel settore per questi prodotti, che sono assimilati ad integratori e quindi non vengono passati dal Servizio Sanitario Nazionale. Sono sconti che, a seconda dei prodotti, vanno dal 15% al 25%. Un addensante, per esempio, passa da 21 euro a 15.90 euro. Se consideriamo che un paziente ha bisogno dai 7 ai 10 barattoli al mese, parliamo di un risparmio che va dai 35 euro ai 50 euro al mese, che diventano fino a 700 euro l’anno». L’iniziativa non ha scadenza: «Terremo gli sconti finché riusciremo ad avere questo accordo con le aziende» dice Diomedi, che incassa i complimenti del consigliere Gustavo Postacchini: «Come membro della VI Commissione ringrazio di cuore l’Azienda Farmacie, per l’aiuto che ci hanno dato».
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FINO A 6 MESI FA LA FRANCO ERA LA CAPOFILA DI CHI VOLEVA VENDERE LE FARMACIE COMUNALI PERCHE’ NON AVEVANO PIU’ UN RUOLO SOCIALE
QUALCOSA E’ CAMBIATO O TUTTO QUESTO SOLO PER AVERE UN MINUTO DI NOTORIETA’?
UN’AMMINISTRAZIONE IN PIENO STATO CONFUSIONALE, FORSE SAREBBE IL CASO DI RIVEDERE LA LEGGE BASAGLIA E RINVIARE LE CHIUSURE PREVISTE PER IL PROSSIMO 31 MARZO (MANICOMI CRIMINALI)
Un’iniziativa lodevole, rivolta anche ai non residenti. Mi congratulo con chi l’ha portata avanti, anche se mi domando per quale motivo, la stessa commissione, solo qualche mese fa, invece, ha proposto il raddoppio del costo del pasto scolastico per chi proviene da fuori Comunei. Perché giustamente, quando si tratta di persone malate non si guarda la provenienza, ed invece quando si tratta di bambini si? Perché i bambini hanno meno diritti degli adulti? Ripeto le persone che oggi propongono questa iniziativa, sono le stesse che ieri invece, hanno agito in maniera opposta……..bella coerenza!
Al consigliere Ciarapica vorrei ricordare una semplice differenza:
– nel caso delle persone disfagiche l’iniziativa non implica nessun maggiore esborso per le casse comunali di Civitanova, e quindi da parte dei civitanovesi, in quanto si è operato sulla riduzione dei margini di guadagno e sulla scontistica che operano le ditte fornitrici.
– nel caso dei buono pasto invece, come Ciarapica sa bene, il costo effettivo di ogni singolo pasto è di circa 4,80 euro e vengono erogati circa 1600 pasti al giorno. A fronte di ciò, i fruitori tutti indistintamente pagano 2,50 o 2,75 euro, a seconda se della scuola dell’infanzia o della primaria; la differenza è a carico del Comune di Civitanova e quindi dei Civitanovesi. Spieghi Lei, Ciarapica, per quale ragione avete ritenuto giusto, quando voi avete amministrato (utilizzando il criterio del “tutti pagano alla stessa maniera“) che i cittadini civitanovesi si dovessero accollare la spesa di 90 mila euro circa all’anno per le famiglie dei bambini di fuori comune (perchè di questa spesa stiamo parlando!), che le tasse le pagano nei loro comuni di residenza ai quali Comuni queste famiglie dovrebbero chiedere un rimborso o una risposta; o magari spieghi anche per quale ragione avete ritenuto equo che i cittadini che faticano ad arrivare a fine mese debbano pagare la differenza per coprire il costo dei pasti alle famiglie a reddito alto e benestanti. E’ evidente che sulla questione dei pasti occorre ritornarci e ragionarci bene, affinchè nel Comune di Civitanova Marche prevalga il principio di giustizia ed equità sociale.