di Gabriele Censi
Era il 7 febbraio scorso quando convocando una conferenza stampa nel Municipio di Appignano si è levato l’allarme per la situazione dei lavoratori del gruppo Calamante Sielpa (leggi l’articolo). Sono passati 6 mesi con tanti incontri, accordi e dichiarazioni di intenti ma la situazione non è risolta. “Anzi è peggiorata – dice Massimo De Luca, Fillea-Cgil-, i lavoratori dal novembre 2012 hanno avuto solo il pagamento delle buste paga di marzo e aprile. Nessun impegno preso anche davanti a Confindustria è stato rispettato dal titolare dell’azienda”. Sei mesi di arretrati e i rappresentanti sindacali (con De Luca nella sede provinciale Cgil, Primo Antonelli Filca Cisl e Sergio Campanari Feneal Uil), hanno incontrato i dipendenti, per decidere le iniziative da prendere, e poi la stampa: “Abbiamo creduto alle promesse fino ad oggi, ora siamo pronti a far partire l’istanza di fallimento”. Una scelta dolorosa (vedi sotto la dichiarazione sottoscritta dai dipendenti) che rimane l’unica via per tutelare più di 120 famiglie quasi tutte del territorio tra Appignano e Cingoli.
Al momento sono in attività solo 15 dipendenti, gli altri sono in cassa integrazione straordinaria, che terminerà il 18 novembre. Poi il nulla con stipendi arretrati che non arrivano. “Dateci 2 o 3 giorni di tempo, stanno arrivando i finanziamenti” Così riportano le dichiarazioni dell’interlocutore i sindacalisti. “Ma il tempo è scaduto -continua De Luca-, abbiamo raccolto le adesioni di circa 30 dipendenti Sielpa e 55 della Calamante, tra questi anche quelli che assunti a tempo determinato per la terza corsia tra Rimini e Cattolica (tratto finanziato e completato) sono come gli altri in attesa di essere pagati. Dopo le ferie andremo in tribunale”.
Campanari ribadisce: “Abbiano dato fiducia ma si sta giocando sulla pelle delle famiglie, l’azienda ha ritirato il concordato per la Sielpa, serve un’iniziativa forte per rimandare agli organi preposti il futuro dei lavoratori”.
Il bilancio 2012 dell’azienda ha chiuso con un calo del fatturato del 40% e il 2013 non si prospetta migliore ma Antonelli parla anche di scorrettezze: “In attesa del decreto per la Cassa Integrazione Straordinaria dissero che avrebbero anticipato le circa 700 euro mensili dovute dall’Inps e invece le hanno contabilizate ma anche quelle non sono state corrisposte”. Solidarietà e vicinanza anche da Maria Elisabetta Corradini, assessore ai servizi sociali di Appignano, che dopo la chiusura della Rimini Mobili vede crescere l’emergenza nel territorio: “Abbiamo tamponato con l’assegnazione a lavori socialmente utili di persone prossime alla pensione. Ma aumentano le richieste di buoni pasto e il futuro è grigio”
Il grido di dolore dei dipendenti:
“In quest’estate di solleone pungente, il dolore per non aver ancora percepito gli stipendi arretrati di dicembre 2012 gennaio, (per alcuni febbraio), maggio, giugno e luglio 2013 si sta acuendo sempre di più. In tutto questo la situazione però è molto strana, in quanto si continua a reperire, quindi pagare, materie prime indispensabili come: gasolio, cemento ed esplosivo, permettendo all’azienda di poter lavorare, ma i lavoratori non sono sempre privilegiati? Allora sorge spontanea una riflessione: si può continuare a lavorare senza pagare gli stipendi e senza assolvere a nessun obbligo contributivo? Se così è possibile, allora tutti possiamo diventare imprenditori! Dove sono gli enti preposti al controllo? Eppure durante le numerose feste aziendali i soggetti presenti erano numerosi. Se non Ricordiamo male, si presentavano molti politici, che in piena campagna elettorale,promettevano in cambio di voti. Tutte millanterie? Ed ora dove sono finiti? Saranno tutti allo Sferisterio? Eppure la stagione lirica sta volgendo al termine. Non importa se le strade non sono più percorribili, se ai cittadini arrivano cartelle esattoriali, se gli stipendi non entrano più, se le tante bocche da sfamare non vengono soddisfatte e se bisogna anche rinunciare allo studio, benché sancito dalla carta costituzionale quale diritto insindacabile. Che tristezza, che dolore, che angoscia, che delusione, nessuno fa niente. Il sindacato impegnato per trovare adeguate soluzioni, viene additato di voler far fallire l’azienda. Forse qualcuno ha perso il senso dell’orientamento eppure il sole sorge sempre dalla stessa parte e il solleone come ogni anno termina la sua pasqua”.
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Ma questa società in crisi c’entra qualcosa con le famossissime piscine che dovrebbero sorgere a Fontescodella a Macerata???
I titolari di questa impresa edile saranno un po’ scorbutici ma per 40 anni hanno dato lavoro a tantissime famiglie di Appignano e successivamente, con la cava, anche a famiglie di cingoli. Ad Appignano hanno realizzato la bocciofila a regola d’arte a differenza di altre aziende che hanno costruito opere in modo “accettabile”.Non capisco perché la società non ha emesso mai un comunicato stampa spiegando il motivo della crisi. Forse mancato pagamento da parte dello stato di lavori fatti per la società Autostrade? Provi solo ad indovinare.
rispondo a gianfranco… prova ad indovinare….
Chiedo a chi mi ha preceduto questo: se è qualcosa di ufficiale potete dirlo? Grazie
@fabio_rossi
In questo ed in altri articoli di CM si parla del polo di Fontescodella e si fa riferimento alla ditta Calamante.
Magari sbaglio ma, mi sembra di ricordare, che nel consorzio delle imprese (che avrebero dovuto realizzare il complesso natatorio) una ditta Calamante era l’unica con tutte le autorizzazioni/peremssi/licenze necessarie per dare il via ai lavori…
Vorrei chiedere al Sindaco: se la ditta è la medesima, adesso cosa accade???
“”I titolari di questa impresa edile saranno un po’ scorbutici”” Alla faccia, qualche anno fa’ mi recai alla cava per riparare un apparecchio della pesa, fui accolto dal titolare in malo modo, ci rimasi malissimo. Poi i dipendenti mi dissero che non dovevo farci caso.