LA PRESENTAZIONE – Da sinistra, il rettore di Unicam Flavio Corradini, l’imprenditore Maurizio Mosca, l’assessore provinciale Massimiliano Bianchini, il direttore artistico Francesco Micheli, il sindaco Romano Carancini e Chiara Ercoli (E-lios)
di Maurizio Verdenelli
(Foto di Lucrezia Benfatto)
Sferisterio, qualcosa è cambiato. Forse non sarà propriamente “il capovolgimento del tavolo” come questa mattina “orgogliosamente fiero” ha dichiarato in conferenza stampa Romano Carancini, sindaco della città e dunque presidente del Cda presentando, in Provincia, il nuovo sito di Macerata Opera Festival. Certamente, Francesco Micheli direttore artistico al 2. anno di attività (il riferimento è proprio in direzione della sua scelta) è un ‘sorso di vino buono’ nelle cantine trasudanti – pure di …metanolo- della stagione lirica all’approssimarsi del suo mezzo secolo di vita: 50 anni talvolta ‘non formidabili’. In quelle cantine, dico, dove era finita molto tempo fa, la storia dell’Arena in una sorta di damnatio memoriae per cui il passato sembrava non contasse più. Così da far sparire all’improvviso una mattina la bella panoramica fotografica degli inizi che su una parete degli uffici laboriosamente aveva collocato uno dei giovani professionisti ‘fatti in casa’ ma presto dimenticato anch’egli.
Dice Micheli: “Noi di Bergamo non abbiamo tradizioni e quanto pagheremmo per avere un’icona sacra della musica mondiale come Beniamino Gigli, antesignano e maestro di tutte le pop star che sono venute dopo: Mario Del Monaco, Luciano Pavarotti, Laura Pausini, Lady Gaga! Che accade, invece?! Non solo assistiamo nell’indifferenza generale alla rovina finale della tomba recanatese di Gigli (con i bozzetti di Biagio Biagetti) ma ora pure all’avvilente prevendita della serata in sua nome. Ad oggi sono stati venduti solo 36 biglietti! E pensare che il concerto gigliano negli anni 30 rappresentò per l’Arena l’esaurito di tutti i tempi. Eppure lo scorso anno, l’Arena ha fatto sold out per l’omaggio a Del Monaco, erede di Gigli”. L’altro ‘sorso buono’ nella ‘vigna’ della stagione lirica è Maurizio Mosca, imprenditore capace, dal cuore “generoso e sportivo” (parola di Carancini) sin dai tempi in cui faceva il raccattapalle allo stadio. E’ mecenate d’istinto, Mosca: ha ‘giocato’ con calcio, softball e pallavolo (dichiara forse involontariamente: ‘ho perso tempo dietro a…’) ma ora indossa la maglietta del massimo monumento cittadino: “Perché quella è la squadra di tutti: l’Arena rappresenta Macerata’. “E’ bastata una telefonata di Romano. Senza starci a pensare gli ho detto: ci sto”. La conversazione è durata 44 secondi: 2 a 0 e palla al centro. L’ex stopper del Tolentino, attuale sindaco di Macerata, trasformatosi virtualmente in goleador, aveva riportato ‘a casa’ in un amen, la ricca sponsorizzazione per un progetto che riconsegna allo Sferisterio alla propria storia: fosforo puro per il grande smemorato. “E’ la ricostruzione della nostra identità, identificabile con la nostra anima” sottolinea con un raffinato chiasmo. l’ex difensore cremisi ormai padrone assoluto ‘del campo’. “
Un sito alla moda per rendere fruibile il nostro passato” gli fa eco Micheli. Già, ma se non ci fossero stati loro due, tutto si sarebbe perduto. “Quando Andrea Francalancia ha voluto parlare con me la prima volta portandomi ‘pizze’ preistoriche, nastri, dvd sugli anni della stagione lirica ho pensato sinceramente ad un delizioso piazzista. Poi ho capito quale ricchezza mi si apriva davanti, che monumento alla memoria rappresentava quel suo tesoro accumulato estate dopo estate” dice Micheli. “Francalancia -dice Carancini- è il maceratese che ama la città: lavora per amore e regala il proprio impegno”. Con Francalancia, Alfredo Tabocchini. Le immagini del ‘fotografo di scena’ (bellissimi quelle in b/n) faranno parte d’ora in avanti, come i filmati di Andrea, di quella grande enciclopedia, o meglio del museo virtuale che un gruppo di ‘giovani di buona volontà’ sta allestendo, raccogliendo tutte le stagioni lirica dal 1921 ad oggi, con il contributo tecnico della Task srl ed E-lios, spin off dell’Università di Camerino. Il cui magnifico rettore, prof. Flavio Corradini, a fatica riemergendo dal liquido amniotico degli elogi di Carancini (“straordinaria generosità, grandissima competenza”) ha offerto in conferenza stampa la disponibilità di un software dell’ateneo da collegare al nuovo sito. “Una specie di Wikipedia -chiarisce Corradini- che ne amplierà le potenzialità”. Ritorneranno quindi nella ‘galleria’ dei fondatori della lirica: Paolo Calogero, Elio Ballesi, Luigi Sileoni, Carlo Perucci, Davide Calise, Giancarlo Quagliani, Gian Paolo ‘Micio’ Projetti. Quest’ultimo fu per tanti anni vice di Perucci, nell’82 direttore artistico egli stesso con un compenso di appena 7 milioni di lire (il bilancio della stagione presentò l’attivo di 80 milioni!) e che negli anni 60 aprì letteralmente la strada alla riapertura del teatro intervenendo per conto di Mario Del Monaco, dopo una telefonata di questi con Perucci. ‘Micio’ è morto dieci anni fa e i suoi molti amici che non l’hanno dimenticato, a cominciare da Vince Tempera e Francesco Guccini pensano di celebrarne la figura, in qualche degna maniera -sarebbe bello anche da parte del Comune dopo il conclamato ‘recupero di memoria lirica’. Da non dimenticare, da recuperare anzi definitivamente anche un altro ‘pater’ che idealmente appartiene all’eredità dello Sferisterio: Dante Ferretti, tre premi Oscar -altrettanti la moglie, Francesca Lo Schiavo, sua prima assistente. “Ferretti -s’affretta a dire Micheli con la mano sollevata sul capo- è stato nel 2012 il nostro grande riferimento, il maceratese che illustrava nel mondo Macerata e lo Sferisterio. Il suo nome ci onora”.
In proposito non poteva dunque non suscitare qualche amarezza il congelamento a tre anni di un riconoscimento richiesto per il celebre architetto della scenografia mondiale da un gruppo di amici di Ferretti ad Unicam -che venerdì scorso con Unimc ha premiato Antonello Venditti seppure il cantane abbia definito a sorpresa il riconoscimento ‘ingiusto’. Per il momento il Premio Oscar verrà comunque ‘storicizzato’ dal museo virtuale, sponsorizzato da Maurizio Mosca, che si avvale della collaborazione del web manager del festival Alessio Ruta (consulente tecnico Paolo Burzacca), dell’illustratrice Francesca Ballarini, di Esserci Comunicazione e del contributo fotografico di Pietro Molini. Il sito conterrà un videoclip degli studenti dell’Accademia, coordinati dal prof. Pierfrancesco Giannangeli che introduce il tema della stagione 2013 ‘Muri e Divisioni’. Questo dell’argomento, occorre dire, è diventato ormai un ‘cult’ del festival (“che vuol dire festa, tuttavia noi siamo tremendamente seri: non è puro intrattenimento quello che facciamo” ammonisce Micheli) e di tutto il corollario di rassegne pop nato intorno, anche in provincia. Allora, per onestà, è necessario ricordare che il ‘padre del genere’ è stato Pier Luigi Pizzi, l’uomo della (prima) svolta dopo la paventata chiusura della stessa manifestazione.
Il museo ‘dell’orgoglio maceratese’ verrà “verrà continuamente aggiornato e connesso con i social network e i canali attivati” dice Chiara Ercoli (E-Lios). Facebook con la fan page che ha raccolto 2.500 adesioni, Twitter (oltre 500), Youtube, Instagram e Flickr dove sono raccolte tutte le foto del 2012 e dove si scaldano i motori per quella che parte il 19 luglio.
Strettamente legato al museo è l’area e-commerce che s’arricchirà dei prodotti del 2013, tra i quali foto e manifesti d’epoca: alcuni originali, altri riprodotti. E sarà possibile in questa sezione acquistare i biglietti delle recite.
“Ci attendiamo molto dalla stagione del rilancio” ha detto in apertura l’assessore provinciale alla Cultura, Massimiliano Sport Bianchini, presiedendo la conferenza stampa in sostituzione del presidente Pettinari che fino a ieri notte molto si è speso (e giustamente) per Musicultura. “Un festival che ci sta dando tante soddisfazioni e che è prospero in un contesto di gravi difficoltà generali. Basta pensare al Maggio Fiorentino (“in liquidazione” sottolinea Micheli)…e l’intervento sul palco di Musicultura da parte del direttore artistico ha riscosso un empito di consensi dal pubblico di studenti e giovani in arena”. Musicultura senza steccati passando dalla “Raci alla Rai” -strillava una lenzuolata di foto, baffi al vento e petti in fuori, reportage di una visita romana- ha fatto ancora da cassa di risonanza per Macerata Opera festival, passando dunque ‘dalle stalle (la rassegna agricola del centritalia) alle stelle’. Pure questo, direbbe Micheli, è il segreto vincente della ‘musica slow food’: per tutti i gusti.
Il sito-museo è sempre raggiungibile all’indirizzo web www.sferisterio.it. Buona visual!
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Grande zio Momo Maurizio Mosca
Ma la bozza del NUOVO Statuto dell’Associazione Sferisterio che fine ha fatto?????
E’ forse disperso, naufragato o addirittura affogato in qualche cassetto amministrativo???
In molti hanno detto che questo NUOVO Statuto era un importante passo avanti nella gestione dell’Associazione, soprattutto perchè le apicalità (termine che, se va bene per la monnezza, di certo qui va meglio) saerbbero state scelte in maniera differente e, forse, con più professionalità.
Possibile mai che Carancini & Pettinari, rispettivamente Presidente e Vicepresidente dell’Associazione (che sembra che, con il nuovo Statuto, NON sarebbero più così apicali) non riescono a torvare il tempo per farlo approvare????
http://tv.cronachemaceratesi.it/2013/05/29/macerata-roma-e-ritorno-micheli-presenta-lopera-in-corriera/8096/
Bravo a Maurizio Mosca per come spende male i suoi soldi, affidarli a questi per il sostengo della memoria. Ma li ha visti? Complimenti per la scelta, sicuramente sbagliata di far custodire la memoria a questi:
I POLITICI,
ESSERCI (CHE GESTISCE TUTTO ORMAI, DATO CHE E’ LORO ANCHE POPSOPHIA),
E SPERO QUELLA NON SIA (MA CREDO SIA) LA FIGLIA DI ERCOLI (e ne avrei da ridire allora…)
QUESTO è QUELLO CHE SI CHIAMA… DILETTANTISMO ALL’OPERA…
E NON PARLIAMO DI PAREGGI DI BILANCI FINCHE’ NON SE NE VEDRA’ UNO DELL’ASSOCIAZIONE E DETTAGLIATO QUESTO E’ VERAMENTE E SOLO PORTARE IN GIRO I CITTADINI MACERATESI…