di Laura Boccanera
Resistenza, lavoro, dignità e coraggio. Sono state queste le parole chiave fulcro delle celebrazioni per il 25 aprile in ricordo della liberazione dal fascismo che oggi hanno riecheggiato in piazza XX Settembre a Civitanova. Le manifestazioni provinciali organizzate in collaborazione con l’Anpi che dopo anni di rottura con la precedente amministrazione di centrodestra torna a festeggiare in piazza si sono svolte in mattinata proprio nella città costiera, anche a ricordo delle tre vite spezzate lo scorso 5 aprile, un dolore ancora vivo nel cuore della città, ricordato anche dal sindaco Tommaso Corvatta.
A Civitanova oggi sono giunte tutte le massime autorità civili e militari, i sindaci dei comuni della provincia e l’onorevole Irene Manzi. Toccante e a volte ruvido l’intervento del sindaco Corvatta che ha aperto la cerimonia dopo la deposizione delle corone d’alloro nei luoghi cardine della città. Un discorso attuale e mai solamente istituzionale “spero e credo che non vi aspettiate da parte mia un discorso celebrativo di circostanza rivolto al passato, non è questo né il momento né il periodo giusto, né che vi aspettiate delle parole che non risentano dei fatti recenti che ancora ci riempiono di dolore – ha detto Corvatta – dobbiamo constatare che in tanti fra noi ancora non sono convinti che la lotta partigiana e la liberazione siano stati all’origine della costruzione della casa comune degli italiani. Nella nostra comunità persistono voci insensate e inverosimili su quella che è stata la realtà storica. Sembra quasi che per la coscienza italica sia un tabù affrontare razionalmente e serenamente il periodo storico del ventennio e affermare che c’era una parte che stava nel giusto e una che stava nel torto”. Una difficoltà che si è manifestata anche questa mattina quando la targa di intestazione di Piazza Gramsci è stata imbrattata con dello spray nero, un atto vandalico ricordato dal sindaco nel suo discorso che ha anche toccato alcuni punti come la difficoltà di comunicare a chi non vuole ascoltare.
Ha voluto invece rendere attuale il valore della Resistenza il presidente dell’Anpi Lorenzo Marconi: “non possiamo ignorare che questa classe politica ha realizzato una politica economica liberista che ha sacrificato le generazioni più giovani. Le scelte sociali fatte all’inizio di questo secolo hanno allontanato le garanzie e le conquiste ottenute dai padri”.
Tra il pubblico presente anche Luigi Panichelli, 95 anni, un “resistente” civitanovese, partigiano e ancora in prima fila e quasi commosso al suono di “Bella Ciao” intonato dalla banda.
Commemorazione anche nel discorso del Presidente Antonio Pettinari: “La nostra provincia ha avuto una grande parte nella Resistenza ed oggi siamo qui per ricordare i tanti maceratesi e non maceratesi che trovarono la morte tra il 1943 e il 1944 nella nostra provincia: a Montalto di Cessapalombo, a Muccia, Camerino, Caldarola, Chigiano di San Severino, Frontale di Apiro, Braccano di Matelica ed altre località. Spesso furono uccisi anche inermi cittadini, uomini e donne, giovani ed anziani. La data del 25 aprile 1945 rappresenta un giorno fondamentale per la Repubblica italiana e per la storia di tutti gli italiani. Dinanzi alla crisi che ha investito l’Italia e l’Europa, nel quadro di un profondo cambiamento mondiale, dobbiamo attingere alla lezione di unità nazionale che ci viene dalla Resistenza e abbiamo bisogno della politica, della buona politica, come impegno inderogabile che nella Resistenza venne da tanti riscoperto per essere poi quotidianamente praticato. E invece oggi cresce e dilaga la polemica rabbiosa verso la politica. Voglio citare le parole della lettera dello studente di Parma, di anni 19, Giacomo Ulivi, condannato a morte e fucilato nella Piazza Grande di Modena il 10 novembre 1944. ‘Cari amici, allontanarsi il più possibile da ogni manifestazione politica è stato il più terribile risultato di un’opera di diseducazione ventennale, che è riuscita a inchiodare in molti di noi dei pregiudizi, fondamentale quello della «sporcizia» della politica’. Tutti i giorni ci hanno detto che la politica è lavoro di «specialisti» : lasciate fare a chi può e deve. E invece la cosa pubblica è noi stessi : dobbiamo curarla direttamente, personalmente, come il nostro lavoro più delicato e importante.
E’ invece una Resistenza tutta “in rosa” quella che trapela dalle parole e dall’orazione dell’Onorevole Irene Manzi che ha voluto dedicare il suo intervento alle donne partigiane, spesso dimenticate, messe in secondo piano, rispetto ad una storia che ha consegnato all’uomo il ruolo da protagoniste, ma invece fondamentali per l’ottenimento ed il raggiungimento di quei diritti di cui oggi la donna gode: “ho l’orgoglio di rappresentare in questa sede un’istituzione in cui siedono 197 parlamentari donne, presieduta da una donna, Laura Boldrini, e da donna di oggi vorrei allora che la memoria andasse a quelle protagoniste dimenticate della nostra storia passata il cui contributo è stato importante e fondamentale per la lotta nei confronti di un regime liberticida e per la conquista di quelle libertà e di quei diritti patrimonio della Repubblica”.
***
Cerimonia anche a San Severino. Il Sindaco ai giovani studenti: “Il senso vero del 25 aprile nel nostro paese si è finito per ribaltarlo. Riscopriamo la storia”. “La storia di questa giornata va riscoperta, il vero senso del 25 Aprile nel nostro Paese si è finito per ribaltarlo”. Con queste parole, rivolte in particolare ai giovani studenti che hanno preso parte alle celebrazioni per il 68esimo anniversario della Liberazione, il sindaco di San Severino Marche, Cesare Martini, ha invitato tutti a rileggere una delle pagine più importanti della storia d’Italia. “In quelli che furono gli ideali dei protagonisti della Liberazione – ha detto il primo cittadino settempedano – c’era un’idea di democrazia, di libertà, di giustizia e di eguaglianza. Al contrario, nelle teste dei nemici, c’era il mito del più forte, della razza, c’era un’idea di sangue e di odio. C’è stata una guerra che ha fatto tanti, troppi morti, ed i morti sono tutti uguali. Ma è pur vero che è da vivi che si è, si era e si può essere diversi. La dignità e l’uguaglianza che solo 68 anni fa i nostri padri riuscirono ad ottenere, non furono un regalo, ma una conquista ed un riconoscimento per le loro battaglie. Anche la nostra storia, la storia della Città di San Severino Marche – ha poi aggiunto il sindaco Martini – ha avuto i suoi martiri ed i suoi eroi. Dovremo tutti insieme incamminarci più spesso sui sentieri della memoria per scoprire pagine forse sì ingiallite dalla storia ma che noi tutti dovremmo leggere e riscoprire. Prima ancora di prendere le armi, la guerra di chi partecipò alla Liberazione era quella di scrivere: “Viva la pace” sui muri. Che la pace – ha concluso Martini – sia la parola che precede ogni guerra, che la pace annulli la guerra sempre. Con questo auspicio rinnoviamo il ricordo di quanti hanno reso questo giorno speciale”.
Alla cerimonia, cui hanno preso parte rappresentanza dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, dell’Associazione Combattenti e Reduci, dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri, erano presenti il presidente del Consiglio comunale, Ostilio Beni, il consigliere provinciale, Pietro Cruciani, i consiglieri comunali Alessandra Aronne, Romina Cherubini, Gabriela Lampa e Fernando Taborro, le scuole cittadine, rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo Forestale dello Stato. Durante la stessa hanno prestato servizio i vigili urbani ed i volontari della Protezione Civile. Il corteo, che ha sfilato per le vie della città, è stato preceduto dal Corpo filarmonico bandistico “Francesco Adriani”.
***
Anche a Tolentino è stato festeggiato il 25 Aprile, Festa della Liberazione. Nella mattinata il Sindaco Giuseppe Pezzanesi, accompagnato dai rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma quali l’Anpi, l’Associazione orfani e mutilati di guerra, l’Associazione dei Carabinieri in congedo, sulle note suonate dal Corpo Bandistico “N. Simonetti” dell’Associazione “N. Gabrielli – Città di Tolentino”, ha deposto una corona di alloro in via Garibaldi dove, ancora oggi, è conservato un graffito che celebra i Martiri di Montalto i giovani partigiani trucidati poco prima delle fine della guerra sulle montagne tra Cessapalombo e Caldarola. Alla cerimonia, presenti molti cittadini e rappresentanti di partiti, movimenti politici e associazioni cittadine. Ovviamente il Sindaco era presente con il Gonfalone della Città che ricordiamo è decorato, l’unico nella Regione Marche, con due medaglie d’argento, una al valor Civile e una conferita al valor Militare per l’Eccidio di Montalto e per il contributo dato alla lotta di Liberazione. Successivamente il Sindaco Pezzanesi e il Gonfalone hanno preso parte alla manifestazione provinciale ospitata dal comune di Civitanova Marche.
Altre immagini della cerimonia provinciale:
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Beati gli ultimi…
Oggi ho la morte nel cuore! Il 25 Aprile è la nascita del male assoluto nel nostro paese che viene chiamata Democrazia. Onore ai caduti dell’RS
Dopo l’eclatante triplice suicidio Civitanova meritava meno gaglioffi e magari una medaglia al merito anzichè la solita festa
Povera Italia.
“C’era una parte che stava nel giusto ed una che stava nel torto…”
In queste parole del sindaco Tommaso Corvatta sta l’essenza del 25 aprile, festa nazionale dedicata alla Liberazione del nostro Paese dal giogo nazi-fascista.
Il revisionismo storico dilagante sta riuscendo a negare l’innegabile, a rovesciare la verità storica, a riabilitare i carnefici e dileggiare le vittime.
Simone 1309: sei un puro e semplice idiota, peccato che in questo nostro Paese esiste un reato, l’apologia di fascismo, che non viene mai punito altrimenti ti avrei già denunciato.
Vergognati e rifletti (se ne sei capace) sul fatto che la libertà di scrivere nefandezze come le tue la devi a persone che hanno dato la propria vita per costruire un Italia libera, quella stessa Italia che dà la possibilità ad un imbecille come te di esprimersi liberamente.
Abbi almeno il coraggio di firmarti con il vero nome perchè tale vigliaccheria raddoppia la tua imbecillità.
Complimenti, di vero cuore, al sindaco Corvatta ed a tutti coloro che hanno pensato e reso possibile questa celebrazione a Civitanova Marche.
Suggerisco a Savi l’ascolto de L’inno del corpo sciolto (R. Benigni, 1977). Suggerisco a Savi meno retorica gratuita e un po’ di coerenza.
Carissimo Alessandro Savi, lei scrive molto bene, complimenti, peccato sia poco educato, io ho espresso la mia idea, non tutti la pensiamo come lei e il Sig. Corvatta. Cmq le volevo far presente che mi chiamo Simone Consolani, ora che sa il nome può vivere tranquillo. Si ricordi che l’educazione non si compra, mi dispiace per lei!!!
Le provocazioni non vanno accettate, la storia ha già emesso il suo giusto ed incontrovertibile verdetto.
In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti.
(Ennio Flaiano)
Da un po’ di tempo mi chiedo: se i partigiani sorgessero dalle tombe con i mitra carichi, a chi sparerebbero?
Non so chi abbia fatto più danni tra fascismo ed antifascismo. Un episodio del cd.” antifascismo” maceratese accaduto realmente fu quello del ” sacco della GIL ” in viale d. Bosco ovvero i reiterati furti dei partigiani nei locali dell’attuale piscina.
Credo che la più grande, grave e vigliacca forma di revisionismo storico sia stata quella messa in atto dall’ideologia comunista in Italia, che ha cancellato dalla memoria storica di questo paese il contributo dato da liberali e cattolici alla liberazione dal nazi-fascismo, rendendo il 25 aprile una mera celebrazione politica.
Basti vedere gli iscritti all’ANPI, poveri trombati dalla politica o dal sindacato che in qualche modo si devono riciclare.
Concordo con Eric…. E vado oltre. Ieri al concerto in Piazza Mazzini, facev bella mostra di se una bandiera Venezuelana… Ora io ricordo che per liberare il nostro paese morirono Americani, Inglesi, Francesi, Canadesi, Nezelandesi, Brasiliani…. Non ricordavo ci fossero anche Venezuelani….. Ecco forse ogni tanto sarebbe opportuno ricordare che oltre a tanti partigiani (di ogni colore) a morire per il nostro paese furono pure tanti ragazzi venuti da lontano…
Da quello che mi risulta, all’ANPI non sono iscritti solo “poveri trombati dalla politica o dal sindacato che in qualche modo si devono riciclare” ma, leggo da Wikipedia: “Nel giro di tre anni, dal 2006 al 2009, si è così passati da 83.000 a 110.000 iscritti, con un gran numero di giovani “antifascisti” eletti alle cariche direttive a livello locale e nazionale”, che non credo abbiano interessi di sorta se non quello della convinzione di poter contribuire alla stessa causa di chi allora scelse di combattere per la democrazia e la libertà.
Sig. Fammilume non bisogna leggere Wikipedia per vedere lo spirito che anima l’ANPI.
I “giovani” sono persone imbevute di ideologia comunista che utilizzano la lotta partigiana solo per contrapporsi a chi non è di sinistra. Non hanno nessuna idea di democrazia anche perché chi si presenta con la falce e martello non penso possa essere il paladino dei diritti umani.
Purtroppo questa faziosità e ottusità ha portato i DS solamente a un partito di lotta e i risultati si sono visti in queste ultime settimane.
Sig. Muzio lei sminuisce e azzera il significato di un associazione che a tra le sue file annovera persone che hanno dato la libertà anche a lei, persone che hanno sfidato la repressione nazifascista subendone anche l’internamento in quel “villaggio turistico” tanto a noi vicino di Sforzacosta. In questa associazione ci saranno senza ombra di dubbio elementi di spiccata ideologia comunista, che sicuramente fanno gran bella figura di fronte a chi, con quell’ideologia sconfitta dalla storia, li condanna.
Sig Fammilume,
cerco di spiegarmi meglio.
Io non sminuisco affatto la lotta partigiana anzi ho il massimo rispetto per coloro che hanno combattuto e perso la vita per i valori come la Patria, libertà e democrazia.
Purtroppo l’ANPI è stata inopportunamente “acquisita” dai comunisti per lotta politica e basta e per questo ha perso credibilità!!
E’ sufficiente vedere le persone che partecipano alle Sfilate della Memoria…..con la presunzione e arroganza dietro le bandiere rosse di essere le sole ad avere l’autorità morale a rappresentare i valori di Patria e Libertà e svilendo purtroppo così il valore del 25 Aprile. Infatti ogni anno in qualche piazza d’Italia se a salire sul palco delle autorità non è uno di sinistra si assiste alle solite contestazioni degli imbecilli.
Sig.Muzio, vede, non si può fare di tutta l’erba un fascio e comunque ci sarebbe anche da domandarsi perchè nell’ambito dell’ANPI ci sono queste “derive” radicali. Forse, come io credo, perchè ci si è sentiti in dovere di contrapporsi energicamente agli avversari politici che hanno da sempre cercato di sminuire se non annullare la realtà partigiana con un revisionismo di parte che non ha nulla a che vedere con la storia. Se l’avversario non riconosce che c’era una parte che stava nel giusto ed una che stava nel torto è chiaro che non possono che alzarsi le barricate ideologiche.
Sig. Fammilume le derive radicali non sono avvenute per il “revisionismo” ma solo ed esclusivamente per lotta politica ed è gravissimo che Lei giustifica le derive dell’associazione ANPI che doveva rappresentare esclusivamente valori di Patria Libertà e Democrazia conquistati con il sacrificio di molte persone e che tutti dobbiamo condividere e non certamente solamente per ex PCI.
E questo è la cosa peggiore perché anziché essere una giornata di riflessione e anche di festa è diventata una ricorrenza di contrapposizione.
Le derive radicali non sono avvenute per il “revisionismo” ma solo ed esclusivamente per fare dell’associazione uno strumento di lotta politica ed è gravissimo che Lei giustifica tale deriva dell’ANPI che doveva rappresentare esclusivamente valori di Patria Libertà e Democrazia conquistati con il sacrificio di molte persone e che tutte le future generazioni dovevano condividere e non certamente solamente per ex PCI.
E questo è la cosa peggiore perché anziché essere una giornata di riflessione e anche di festa è diventata una ricorrenza di contrapposizione.
Dal 26 Aprile del ’45 iniziò ufficialmente la “Caccia al Fascista” nel contesto di quella Guerra Civile che per la maggioranza degl’itaglioti non ha avuto luogo in questo Paese.C’è stato chi, come Giampaolo Pansa, è riuscito attraverso mille difficoltà ed ostacoli, a dimostrarne l’esistenza storica.Di esecuzioni sommarie ce ne furono a migliaia, così come migliaia furono le violenze gratuite a donne e bambini ‘colpevoli’ di parentela coi Fascisti trucidati o ancora da trucidare. Come abbiamo avuto modo di appurare nel corso degli anni, i protagonisti di queste barbarie non solo non sono stati mai condannati, ma, anzi, ‘grazie’ alle loro gesta ‘eroiche’, si sono visti riconoscere dallo stato repubblicano antifascista, attestati e cariche istituzionali a dir poco vomitevoli così come vomitevoli furono le loro figure.Il Sangue versato da quegli Uomini caduti per quest’ideale non verrà MAI dimenticato…
Io non dimenticherei che ci fu anche un tentativo istituzionale di fare i conti con il fascismo, vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Commissione_di_epurazione , tentativo che si concluse con una bella amnistia, promulgata il 22 giugno del 1946 ( vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Amnistia_Togliatti).
Pare che non tutti presero benissimo questa soluzione.
Sig.Muzio, ecco una parte di quelli che Lei definisce “comunisti” iscritti all’ANPI: Marco Bellocchio, Andrea Camilleri, Massimo Carlotto, Liliana Cavani, Roberto Citran, Cristina e Francesca Comencini, Vincenzo Consolo, Simone Cristicchi, Serena Dandini, Emma Dante, Giancarlo De Cataldo, Ellekappa, Sabrina Ferilli, Dario Fo, Matteo Garrone, Fabrizio Gifuni, Giorgia, Irene Grandi, Ugo Gregoretti, Monica Guerritore, Margherita Hack, Fiorella Mannoia, Simona Marchini, Neri Marcorè, Mario Monicelli, Giuliano Montaldo, Claudia Mori, Nicky Nicolai, Moni Ovadia, Marco Paolini, Michele Placido, Gigi Proietti, Franca Rame, Lidia Ravera, Toni Servillo, Paolo Sorrentino, Sergio Staino, Roberta Torre, Nadia Urbinati, Vauro, Lucio Villari, Gustavo Zagrebelsky.
Sul fatto che la prevalenza politica di questa associazione sia di sinistra, come Lei dovrebbe sapere, nel 1948 e anche nel 1949 ci furono dello scissioni con la creazione di nuove associazioni che anch’esse si collocarono in aree politiche diverse. Per concludere, riguardo la giornata di riflessione e anche di festa, la contrapposizione non ci sarebbe se chi non è interessato a tale ricorrenza optasse per una scampagnata fuori porta.
Sig. Fammilume non sapevo della scissione comunque a questo punto posso immaginare i motivi perchè partigiani combattenti sono usciti dall’ANPI.
Per quanto riguarda i nomi ho visto tra gli altri Dario Fo ; leggendo le ultime dichiarazioni che ha rilasciato nei confronti di Brunetta lo trovo perfettamente contestualizzato nell’associazione.
Sig. Muzio, Dario Fo aderí alla RSI
Grazie Sig. Bonifazi,
ne ero a conoscenza.
Per capire Dario Fo ( Il nobel ) è sufficiente leggere le ultime dichiarazioni.
http://www.laltraverita.it/elenco_caduti_e_dispersi.htm