Da Samuele Cognigni, referente regionale ACUDIPA (Associazione per la cura delle dipendenze patologiche), riceviamo:
«E’ positiva l’attenzione che l’amministrazione comunale di Civitanova intende dedicare al problema della tossicodipendenza e alle misure di prevenzione verso i giovani (leggi l’articolo). Gli accadimenti degli ultimi giorni hanno portato alla luce un sommerso preoccupante di realtà giovanili che si trovano molto esposte all’uso delle droghe, come già da qualche tempo è stato sottolineato dagli operatori del settore. Nel corso del recente convegno nazionale dell’Acupida, Associazione per la cura delle dipendenze patologiche, tenutosi alla fine di giugno nella nostra provincia, sono state chiamate a riunirsi decine di realtà pubbliche e private che operano nel settore anche nel nostro territorio. Troppo spesso queste realtà sono trascurate o sottovalutate, mentre costituiscono la vera ossatura di una battaglia efficace contro la droga.
Quando un giovane decide di uscire veramente da questo problema è importante che ci sia un distacco iniziale dal suo ambiente abituale, ma questo non deve essere troppo radicale e assoluto, altrimenti quando si ritorna a casa, anche se si è fatto un buon lavoro, si ritrovano gli stessi problemi di prima e si rischia di ricadere. Per questo è importante avvalersi di strutture vicine, con persone che conoscono il nostro ambiente di provenienza e possono meglio valorizzare le risorse utili per un efficace recupero dal problema. A volte le famiglie preferiscono mandare i propri figli lontano anche per vergogna verso la gente; è comprensibile, ma è un errore, se ci sono alternative serie e valide vicino a noi. Il lavoro fatto nel territorio consente di offrire ai giovani un vero e completo percorso di recupero, in cui sono compresi anche il sostegno e il supporto alle famiglie, come pure il reinserimento dei ragazzi nel proprio ambiente di vita e lavoro; i ragazzi non vengono così abbandonati dopo qualche mese di comunità, ma hanno la possibilità di seguire programmi di reinserimento specifici, con periodi passati a casa e nel proprio ambiente, con controlli protratti nel tempo. Il reinserimento sociale e lavorativo è un aspetto fondamentale per portare a compimento un buon percorso di recupero dalla droga e non deve essere sottovalutato. Queste comunità sono quindi una risorsa preziosa che meriterebbe maggiore attenzione da parte dei politici e delle strutture educative e sociali intenzionate giustamente a fare una seria opera di prevenzione, possono essere agevolmente visitate e conosciute. Compito primario dell’ACUDIPA, da poco costituita come sezione anche nella nostra regione, sarà proprio quello di valorizzare a livello informativo, culturale e politico le tante e diverse realtà presenti sul nostro territorio, che sono la prima risorsa e la vera struttura portante di una lotta contro la droga che voglia capillare ed efficace.
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Chi vuole uscire dalla droga deve uscire dal mondo che lo circonda:amicizie,locali,bar,discoteche e tutti i suoi surrogati.Ritrovare se stesso,rinforzarsi interiormente e ricominciare tutto da capo.Per quando riuscira’ nell’intento gran parte della sua vita se ne e’ andata.Morale della favola:su cento persone forse dieci riescono a venirne veramente fuori del tutto.Ahh DIMENTICAVO non tralasciate l’ alcol che e’ la droga n 1, visto che ne puoi comprare a litri ovunque.I veri spacciatori sono i gestori di locali,che speculano sulla salute dei giovani.Adesso censuratemi pure questo commento mi raccomando.
lotta alla droga a macerata??? ma se è piena di spacciatori !!
macerata è una città che non offre niente ai giovani purtroppo l’unica realtà che hanno è la fantasia del divertimento che gli procura le varie sostanze stupefacenti che sono sempre piu facili da trovare e sempre a prezzi piu economici proprio per accaparrarsi una grossa fetta di clientela.
@Cristiano. Ma quale censura! Io ad esempio per certi versi la penso come te. Le strutture “vicine” sono utili per la prevenzione, l’informazione, il sostegno nei primi momenti di sbandamento di una famiglia, ma quando il problema si fa serio il ragazzo, o la ragazza, va portato altrove, lontano dal prorio ambiente, soprattutto dai propri “amici”. E quando torna il suo reinserimento deve essere “controllato”, altrimenti il recupero sarà servito a poco. Lontano, lontano, lontano, disciplina, disciplina, disciplina.
E cominciamo a chiudere quei locali che vendono alcol ai minorenni e sono frequantati da spacciatori e tossicodipendenti. ….. l’opinione che …. intanto la prendono fuori … o che …. si ubriacano prima … o dopo … è una fregnaccia.
Comunque una rapida scorsa agli articoli di Cronache Maceratesi è davvero rappresentativa: ci sono solo proposte per riuscire, un po’ subdolamente e di rapina, a tenere 4 palazzi provinciali in città e boicottare una sacrosanta riforma; e gente che scrive strumentalizzando piaghe sociali per battere cassa e campare di erogazione di soldi pubblici come in questo articolo (che altro può voler dire che le “comunità” di cui parla Cognini “sono quindi una risorsa preziosa che meriterebbe maggiore attenzione da parte dei politici”…).
E’ desolante constatarlo, ma l’Italia, così, non si salverà mai…
ACUDIPA (Associazione per la cura delle dipendenze patologiche)
Quindi, oltre la droga, l’associazione presumo è massicciamente presente nel contrastare il femomeno del tabagismo e dell’alcoolismo.
Oppure visto che alcool e tabacco sono “legali” non si fa nulla (anche perchè per questi due settori di dipendenza patologica NON mi sembra ci siano soldi pubblici da poter utilizzare)????
Bravo, Samuele: sono gli acini d’uva, che fanno il grappolo!
Questi articoli che trattano di droga, mi lasciano sempre quella sensazione di disagio, sento che manca qualcosa di fondamentale, i soggetti che credo dovrebbero essere i giovani che sono presi nella rete delle droghe, sembra non siano importanti, se ne parla in modo impersonale, come fossero un banco di pesci appunto, ma questo è il punto di vista delle organizzazioni criminali che vendono questa merda, ma noi, i genitori, le comunità di recupero, gli educatori, le istituzioni, la politica, non dovremmo trattarlo in modo diverso questo argomento? Un genitore, un’amico, un’insegnante, con un ragazzo in genere mica sta lì per giudicare, il rapporto è di scambio, ci si scambia l’amore, l’affetto, l’amicizia, le capacità, la conoscenza. Dove è che questo scambio si ferma, davanti a questo argomento? Allora è tabù, i tabù vanno sfatati con la conoscenza, la trasparenza e la verità. altrimenti non facciamo che avallare il gioco del crimine. I ragazzi devono essere il soggetto, le droghe sono uno strumento, come può essere un libro, la musica, il gioco, lo sport, il lavoro, lo studio,…….. siamo sicuri che stiamo perseguedo l’obiettivo giusto? Ma forse queste sono solo farneticazioni dovute a “caligola”!
E’ la politica che ha lasciato ai margini la vogliamo chiamare così LOTTA alla droga .Il proibizionismo è uno dei tanti mali.Quello che lascia stupefatti è che a Civitanova dove la droga impera e lo spaccio prospera l’assessore Sglavo per conoscere metodi di riabilitazione,prevenzione,ecc va in pellegrinaggio alla Comunità di Muccioli mentre dalla fine degli anni 70 promossa da una Giunta di Sinistra opera una Comunità Terapeutica pubblica.A me tutto questo sembra paradopssale.Sono questi atteggiamenti da apprendista del problema che poi minano l’ossatura di quella rete esistente nel nostro territorio come denuncia il dott.Cognigni.Ma perchè prima di annunciare il suo pellegrinaggio da Muccioli non ha verificato i dati,il lavoro,i metodi,le potenzialit,le difficoltà della Comunità Terapeutica Civitaovese?
@alessandri. spero con te che l’abbia fatto, speriamo qualcuno ci illumini
Madonna santa! Abbiamo il problema droga nelle nostre comunità cittadine? E da quando?