di Paolo Nanni
Quest’estate credo di non essere l’unico ad aver notato una certa deriva… non quella del mare, bensì quella dei concessionari. Parlo di Civitanova Marche dove sono solito riversarmi ogni estate, rigorosamente in spiaggia libera, rigorosamente al lungomare nord, ove amavo giochicchiare a basket e soprattutto a beach volley. Ho usato un verbo al passato perché il giochicchiare che amavo non c’è più. Ora ce n’è uno reso difficoltoso dalla deriva del “riservato alla clientela”. Ciò mi turba e mi ispira alcune riflessioni. In più mi crea problemi concreti. Vorrei partire proprio da questi ultimi: un tipo abitudinario e anche un po’ comodo come me si sistemava nella spiaggia libera attigua ad Attilio, lo stabilimento più vicino a dove si trova posto con l’auto. Con mio grande stupore fin dall’inizio dell’estate ho trovato però il campo di basket di Attilio orribilmente mutilato e reso inservibile, per fare spazio a tre campi di racchettoni. Mi scuseranno gli amanti del beach tennis se io uso un termine meno elegante ma assai più pregnante per indicare questo “sport”: racchettoni! Anche il campo da beach volley era sparito, per fare posto ai racchettoni. Ma la cosa più importante, e io ancora non lo sapevo, era la nuova scritta apparsa sui tre campi suddetti: “riservato alla clientela”. Ero ancora confuso per la sconcertante sparizione di basket e beach volley, e non avendo alcuna intenzione di cimentarmi nei racchettoni, degnai la scritta di poca attenzione e di qualche battuta ironica il cui tenore potete ben immaginare. “Ok, cambiamo posto” e così mi incammino, non immaginando minimamente che il mio pellegrinaggio verso nord è solo all’inizio.
Dal G7 il campo da basket ancora (r)esiste, ma il beach volley è sparito. Penso: “Pazienza, per giocare a beach volley ci sposteremo da Hosvi”. In effetti alla prima occasione io e alcuni amici così facciamo, ma proprio mentre entriamo nel campo un giovane bagnino ci apostrofa così: “Il campo da beach volley è solo per la clientela”. Di nuovo verso nord, ma a questo punto sia io che i miei amici cominciamo a intravedere la Deriva, e cresce dunque una certa paranoia: “da Galliano? no, il campo da beach l’hanno recintato tutto per bene, vedrai che anche lì rompono. Da Batik? seee lascia perdere proprio”. Verso nord! Ci sistemiamo nella spiaggia libera tra Federico e Sirenetta: tre campi nel giro di cento metri, la quantità dovrebbe bastare ad abbassare la guardia. In effetti per più di un mese gioco senza problemi prevalentemente nel campo da beach volley di Sirenetta. Finché un giorno, circa due settimane fa, non appare un cartello con una scritta. Indovinate un po’. Esatto: “riservato alla clientela”. Alcuni miei amici vengono cacciati in diretta dal signor Sirenetta e stavolta io ne approfitto per intavolare una trattativa: “Scusi, guardi che noi consumiamo sempre al suo bar, e lo faremo anche oggi”. Sembra promettente il mio approccio, vero? eppure non sortisce alcun effetto. Chi ha l’ombrellone può giocare, altra tipologia di cliente no. Dopo tali disavventure ecco una riflessione e alcune domande polemiche.
Riflessione: è evidente che la crisi non tocca i gestori degli stabilimenti balneari visto che si possono permettere la non trascurabile facoltà di cacciar via potenziali clienti. E uso la parola “potenziali” non certo in senso ipotetico visto che pur essendo un umile non-ombrellonato sono solito, penso come tanti altri, consumare chili di bibite, gelati e granite, specie se faccio attività sportiva. Domande: ma non importa niente al signor Sirenetta, al signor Hosvi, al signor Attilio che riferirò in giro, come sto facendo ora, della loro bella disinvoltura? Si sono mai confrontati questi signori con i colleghi romagnoli? hanno mai riflettuto sul fatto che la forza trainante del turismo si basa sul creare un contesto accogliente? L’ente locale si pone in qualche modo il problema di dare la concessione balneare a chi rema a favore del suddetto contesto? Quanto tempo passerà prima che questa deriva ci conduca alla scritta “accesso alla spiaggia riservato alla clientela”?
I ben informati all’ultima domanda potrebbero ribattere: “ciò non sarà mai, la legge tutela il libero accesso al demanio”. Eppure mi pare che le istituzioni di questi tempi non di rado strizzano l’occhio a chi si comporta con la cosa pubblica come fosse roba sua. E infatti conosco luoghi in Italia in cui già si fa così. Posti assai poco accoglienti. Appunto.
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Mai + Civitanova Marche
Non vedo il problema in questo articolo, i campi sono a carico dei gestori degli stabilimenti e mi sembra giusto che diano la precedenza ai loro clienti. Se il signore sopra vuole giocare nei campi privati paga l’ombrellone cosi diventa cliente e come si dice a Macerata non fa lu taccagnu e lu padro co larobba dell’altri
Mi immagino un ragazzotto 30-40enne rattristato perché non lo lasciano giocare a pallavolo. Questa romantica vicenda, quasi mi commuove. Devo però farmi forza e perorare la causa dei miei colleghi balneari. Qui al mare negli ultimi tempi ci è presa la mania di occuparci di turismo. Lo facciamo sicuramente per nostra convenienza, ma anche perché è questo quello che ci chiedono istituzioni, e moltissime altre opinioni importanti come quella della forza lavoro. Occuparsi di turismo significa dare degli standard (se di elevata qualità meglio ancora), noi tutti stabilimenti balneari in questo stiamo migliorando e tanto ancora dobbiamo e vogliamo migliorare. Questo ad esempio è uno dei motivi che ci porta ad avere più cura ed attenzione verso i nostri clienti sia “forestieri” che residenti. Tornando sul pratico, i nostri servizi (bagni, campi sportivi e attrezzature varie, ma anche personale inserviente per le pulizie, etc ) sono calibrati a misura delle nostre spiagge e della nostra utenza. Per difendere il diritto del cliente della nostra spiaggia siamo costretti ad arginare le pretese dell’utente delle spiaggia libera. Farne un caso morale o sociale come tenta di fare il protagonista mi sembra inopportuno. Il carissimo amico per le suo scorribande volley ha disponibili km e km di spiaggia libera a Civitanova cosi come in tutte le marche. Per il volley ci sono probabilmente anche strutture pubbliche e private e per saperne di più basterà chiamare l’ufficio turismo del comune (0733-772128). Per ultimo vorrei suggerire al protagonista di fare una chiacchierata con qualche balneare prima di farsi opinioni troppo spinte sulla categoria. Nella grande maggioranza troverà della gente appassionatissima, che dedica la vita al proprio lavoro e di tutto ha voglia tranne che di scontentare un cliente. Qui da noi si lavora all’ospitalità. Buona partita a volley, campione!
meglio
Mi sembra giusto dare la precedenza “alla clientela” che paga saporitamente un ombrellone ma non lo è affatto non permettere l’accesso a tutti coloro che frequentano la spiaggia libera che, comunque, se non vogliono o non possono permettersi anche l’ombrellone, di sicuro consumano tante altre cose.
Quindi portano comunque un ulteriore guadagno ai vari stabilimenti balneari!
Liana Paciaroni
Carissima Liana. I servizi di spiaggia generati dai balneari, cioè aziende private che hanno dei costi estremamente saporiti (per dirla a modo tuo) e non possono essere obbligatoriamente liberi e gratuiti. I servizi sono creati per i consumatori ed hanno delle caratteristiche e dei prezzi.
Io non credo che in autostrada lascino viaggiare gratis il cliente che dice “farò pranzo all’autogrill”. Per tornare alle aziende normali non credo che una palestra privata lasci utilizzare le proprie attrezzature se chi entra dice che consumerà una bibita. La realtà è che chi non può e non vuole permettersi l’ombrellone deve necessariamente rivolgersi ai servizi liberi e pubblici che sono pagati dallo stato e sono “quelli si” un diritto per tutti i cittadini.
Attualmente, sollecitati dal mercato e fortissimamente dalle istituzioni, noi tutti operatori della provincia stiamo cercando di fare il cambio di passo e diventare un sistema turistico. Non è facile ma ci stiamo provando ed una delle difficoltà è mettere mano alle abitudini dei residenti in zona che sono abituati a grandi ed amichevoli libertà presso le nostre strutture. Questo cambio di passo, nonostante i tempi sta gia portando benefici in termini di occupazione e indotto. Con l’aiuto e la comprensione di tutti, il turismo maceratese avrà presto la sua dignità e di certo farà la sua parte per la creazione di nuovo benessere. Per ultimo, invito tutti voi a parlare con il vostro balneare di fiducia e farvi raccontare qualcosa del sua attività. Nella maggioranza dei casi avrete la sorpresa di conoscere gente appassionatissima al proprio lavoro. Buon Sole.
Buongiorno, sono un maceratese che da qualche anno ha deciso, a ragione, di vivere a Civitanova Marche. Sono un grande appassionato di Volley in tutte le sue forme e le due cose mi hanno spinto
a scrivere il mio pensiero sull’argomento, dopo aver letto la sterile polemica del Sig. Paolo Nanni.
La risposta più giusta e sensata l’ha data sicuramente, sempre secondo me, il titolare dello stabi
limento Raphael Beach, che io invito personalmente tutti a visitare per constatare quanto davvero
sia cambiato (in meglio) il modo di fare “l’operatore turistico balneare”, tutto proteso alla difesa dei
diritti dei Clienti, puntando sulla qualità dei servizi parallelamente alla salvaguardia dell’ambiente.
Detto ciò, al Sig. Nanni dico che quanto riferito a proposito della Riviera Romagnola, non è assoluta
mente vero…..i campi da beach hanno una tariffa oraria per tutti, come un qualsiasi campo da tennis
di un qualsiasi circolo tennis. Sul beach tennis ognuno ha le sue idee, però quando 5 o 6 anni fà
esortato da un tale Sig. Stefano Bianconi che sull’argomento aveva anni di esperienza, maturata sulle
spiagge del Ravennate, decisi di provare con alcuni amici maceratesi e, non essendoci strutture negli
stabilimenti, scegliemmo tratti di spiaggia libera sui quali “montare” il campo da gioco con
tanto di rete e di perimetro il tutto messo a disposizione dal promotore, proprio perchè si pensava che non
fosse giusto invadere gli stabilimenti per i quali i gestori pagano allo Stato i diritti richiesti. Alla fine
della giostra, vorrei dire allo scrivente che dobbiamo smetterla di pensare di poter fare “a gratis” tutto
quello che ci passa per la testa; i servizi a Civitanova Marche ci sono, i titolari degli stabilimenti
penso abbiano preso la strada giusta della vocazione turistica, fanno degli investimenti
senza neanche avere la certezza di avere il tempo necessario per ottenere un giusto ritorno (non sanno, ad esempio, dopo i vari balletti di questo stralunato ed inefficente governo, quanti anni di concessione
avranno con certezza), quindi polemizzare sul “sistema balneare Civitanovese” mi sembra davvero
fuori luogo e frutto della non conoscenza dell’argomento. Se poi si vuol vivere al passato, come
tutti i verbi da Lei ausati, libero di farlo, ma il mondo va avanti, probabilmente senza diLei!
Provi ad andare a giocarre a pallavolo in una qualsiasi struttura pubblica con la pretesa di farlo
gratis, e senta cosa Le risponde il custode, eppure è “pubblico” dice Lei, dovrebbe essere a disposizione di tutti, vedrà che troverà giustamente una tariffa da pagare per il mantenimento
della stessa e Lei pretende di arrogare questa pretesa sul “privato” ? Ci pensi un po’ meglio
prima di scrivere. Cordialmente.
Antonio Oro.
Sembrerebbe che, dal regolamento regionale per la concessione delle spiagge, vi siano dei regolamenti chiari che eviterebbero l’intruppamento di ombrelloni, come invece capita di vedere sempre più spesso.
Probabilmente c’è qualche normativa successiva, qualche postilla di legge che prevede deroghe e possibilità di “faccio come cacchio mi pare” ma il regolamento regionale sembrerebbe prevedere che vi debbano essere metri 3 tra le file o settori e metri 2,30 fra gli ombrelloni della stessa fila. E’ consentito ridurre quest’ultima distanza fino a metri 2,20 aumentando la prima misura della corrispondente lunghezza affinché la somma delle due sia sempre di metri 5,30.
Poi credo che i vari piani spiaggia, emanati dalle singole amministrazioni, abbiano di fatto reso nullo quanto predisposto dalla regione, visto che in quasi tutte le spiagge attrezzate della regione le distanze tra gli ombrelloni (e le fine di ombrelloni) si calcolano in centimentri e non in metri.
Preliminarmente…
il problema non sussiste solo a Civitanova, ma anche in altre stazioni balneari…
Sul caso specifico…
A priori la lamentela riportata nell’articolo sembrerebbe corretta…
Va valutato però un’altro aspetto della situazione…
Nelle settimane a cavallo di ferragosto avviene l’ovvia e consueta transumanza generale verso le spiagge…
In questo periodo accade che i pochi campi a disposizione vengono presi d’assalto da tutti, sia dagli avventori che hanno l’ombrellone presso lo stabilimento (molti con abbonamento settimanale/mensile o stagionale), sia dai pendolari che cercano un semplice momento di svago…
La ressa, quando non la rissa, presso i campi non regolamentati, è inevitabile…
Solo per fare un esempio, il 14 agosto presso lo stabilimento dove mi trovavo non è stato possibile per nessuno dei ragazzi che si trovava cliente dello stabilimento giocare a beach volley sul campo… neanche per mezz’ora!!
Il campo infatti era stato letteralmente occupato da una masnada di ragazzi (molti dei quali giocatori di pallavolo durante l’anno), acquartierati sotto il gazebo dello stabilimento, intenti a leggere il giornale e giocare a carte, che aspettavano di giocare (2vs2) nell’adiacente campetto senza soluzione di continuità…
ovvero ai pochi arditi che osavano mettersi in coda per giocare (e per sfidarli) veniva sistematicamente detto che in coda c’erano sempre altre 4,5,6, coppie quindi era meglio desistere…
la coda in attesa, secondo loro, comprendeva tutti quelli che bivaccavano sotto il gazebo e intenti a fare altre cose appunto…
unica alternativa sarebbe stata quella di impuntarsi e piazzarsi davanti il campo, sotto il sole per due ore buone… sperando di giocare…
a meno di non innescare il classico litigio insensato ferragostano con tanto di probabile rissa visto l’alto tasso di testosterone presente..
e pensare che, almeno l’anno scorso, si provvedeva a mettere il nome su una lista affinché, nell’ordine, si potesse tranquillamente giocare…
ma quest’anno no…
dei perfetti sconosciuti, e non certo clienti abituali, hanno eletto quel campo a loro regno esclusivo per l’estate 2011, fregandosene di ogni più elementare forma di rispetto o di educazione e delle precedenti “regole”, con buona pace per i frequentatori abituali…
il gestore dello stabilimento ha scrollato le spalle… e che doveva fare? o meglio che farà per l’anno prossimo???
La questione vera è che alla maleducazione ed alla mancanza di rispetto e tolleranza non c’è facile soluzione…
I concessionari degli stabilimenti balneari curano e gestiscono le attività sportive presenti nella loro area ed è loro dovere/diritto regolamentarne la fruizione… dato che ne sono anche i responsabili (civilisticamente parlando)…
Manca per converso qualsiasi impegno da parte delle amministrazioni per campi di beach volley nelle aree di spiaggia libera/pubbliche (ricordo che un tempo, proprio tra Attilio ed il Veneziano a Civitanova, ce n’era uno che, purtroppo, incuria ed abbandono hanno fatto durare pochi anni)…
non vedo facile soluzione….
X Raphaelbeach
Io non ho assolutamente messo in dubbio la serietà e la passione per questo lavoro di nessuno, ma soltanto far notare che anche il “piccolo” cliente è un cliente e magari viene tutta la stagione invece di una o due settimane come potrebbe essere per il turista fuori zona.
Ma se la situazione è quella dichiarata dal vegliante non si può mettere un limite di partite e un costo, tipo un tot a partita, in modo che chiunque paga può usufruire del campo indipendentemente dal fatto che sia un cliente dello stabilimento o uno che frequenta la spiaggia libera??
Almeno così l’accesso sarebbe aperto a tutti e magari con più accordo nei periodi di maggiore affluenza.
Liana Paciaroni
buona sera a tutti, sono molto contento di leggere questi commenti e di potervi rispondere.
il signor Raphaelbeach conferma sostanzialemente con quel che dice ciò che sostenevo: lui e molti altri concessionari sono interessati a convogliare principalmente la loro passione (mai messa in discussione) a rendere accogliente il pacchetto “miochalet-clientifidelizzati” e non quello “civitanova-turisti”. E al signor Antonio rispondo che forse lui non ha capito bene il senso generale del confronto con la romagna: io conosco un po’ di strutture lì, ho giocato a basket sempre gratis, e a beachvolley a volte gratis a volte a pagamento, MA MAI NESSUNO MI HA IMPEDITO L’ACCESSO. Quindi non sarei in disaccordo nel mettere a pagamento il campo. pagamento per tutti o anche solo per i non-ombrellonati. Non sono d’accordo sul “riservato” che fa appunto tanto club, ma abbiamo capito che sia Lei che il signor Raphaelbeach non vedete questa come una cosa negativa. Per questo il mio articolo è rivolto probabilmente non alla vostra sensibilità ma a quella di altre persone e, naturalmente, agli amministratori locali, che forse hanno interesse a non essere la città in cui “riservato alla clientela” campeggia/campeggerà in ogni servizio dello stabilimento.
e al signor Renna specifico che la mia presunta taccagneria eheh 😉 dunque c’entra fino a un certo punto… anche perché forse il signor Renna non si rende conto che non stiamo parlando di generica “robba dell’altri”. Anzi: innanzitutto luoghi aperti al pubblico hanno precise regole, ad es. un bar non può negare l’uso del bagno. E un bar magari è su una struttura di proprietà personale. Qui stiamo addirittura parlando di un luogo aperto al pubblico che si trova interamente costruito/allestito su demanio pubblico.
Forse con l’aiuto di un esperto potremmo derimere quali sono i doveri/diritti di un esercente come in parte ha iniziato a fare il signor Cerasi. E quindi decidere se ho ragione o torto in base alla legge. Ma il mio discorso non è legale, è culturale: amo la libertà e l’accoglienza, non di fare come mi pare con “la robba degli altri”, tutt’altro, cioè che non siano gli altri a fare col demanio pubblico club privati!
Spero in questo senso che civitanova non insegua una deriva che vedo iniziata… spero che sia accogliente indipendenetemente se sei fidelizzato o non fidelizzato, italiano o straniero, brutto o bello, capace di tenere il campo in 2vs2 o giocare per ridere con gli amici.
Salve, se Lei non mi avesse citato nella Sua seconda, probabilmente avrei lasciato cadere lì la cosa mentre invece penso mi corra l’obbligo di alcune precisazioni, poi riterrò chiuso l’argomento e magari La inviterò per una serata a Civitanova.
Il target “miochalet-clientifidelizzati” (aggiungerei SODDISFATTI), è un modello cui tutte le Imprese moderne guardano e provano a raggiungere. Lei contrappone il modello “civitanova-turisti” ad uno
che secondo me declina “accoglienza=anarchia). Beh mi creda, con tutta la buona volontà non si
può accettare. Ci sono delle regole…..vanno rispettate. Guardi i circoli tennis,o altri di qualsiasi natura
sportiva; hanno lo scopo di tutelare i loro soci che, a fronte di una quota annuale, hanno almeno qualche
priorità sull’utilizzo dei campi. Anche quelli sorgono sul suolo pubblico delle Pubbliche Amministrazioni.
Tirare in ballo l’uso del bagno nei bar, un diritto per CHIUNQUE abbia delle esigenze fisiologiche, penso
sia un pò fuori luogo, stavamo parlando di….giochi in spiaggia!
Concludo dicendoLe che con rammarico ho letto il titolo della Sua prima lettera, quasi a voler dipingere
Civitanova Marche come una città inospitale, dove conta solo il danaro. Penso peraltro di poter guardare
il tutto con una certa obiettività essendo stato “maceratese” per …anta anni e da pochi “civitanovese”, non vorrei che poi tutto si trasformasse o fosse nato dal solito campanilismo “stupido” che magari non
riconosce il grande salto di qualità della cittadina rivierasca, sottolineato recentemente da manifestazioni di successo, Gli Amministratori ai quali Lei si rivolge, me lo faccia dire da residente, sono molto soddisfatti della gestione dei Lidi ed apprezzano le tante iniziative che si svolgono sui due
lungomare, con un grandissimo contributo degli esercenti , facendo divertire i turisti senza chiedere nulla in cambio, si può trascorrere una serata ascoltando musica dal vivo o assistere a vari spettacoli senza dover acquistare neanche un gelato, venga qualche sera a Civitanova e forse cambierà idea.
Cordialmente.
Antonio Oro.
Carissimo Nanni.
Lei continua a scattare su temi che non conosce affatto ed io faccio estrema fatica a tenerle la ruota.
Scrive non pochi dati inesatti come quello del bar che è obbligato a consentire l’uso del bagno a chi ne fà richiesta.
Il bar è obbligato a consentire l’uso del bagno ai clienti. Amen! Questa è la legge italiana.
La legge non dice affatto che il bar è obbligato a consentire l’uso del bagno a un’utenza indistinta.
Ho quindi perso la voglia di continuare questa conversazione per iscritto.
Se vorrà farmi visita nella mia struttura nella concessione 2 sul Lungomare Sud di Civitanova,
sarò ben felice di dedicarle un pò di tempo per spiegarle come funziona uno stabilimento balneare e qualcosa in merito alla gestione dei servizi dedicati agli ospiti. Potrà chiedere di Marco.
Un Caro saluto
Grazie Marco, verrò senz’altro. e naturalmente approfitterò per una partita di beachvolley nel vostro “club” 🙂
è vero, ho controllato, i bar non sono obbligati a far usare il bagno ai non avventori, ma questo è vero e incontrovertibile solo dal 2010, cioè dall’anno scorso, con sentenza del Tar della toscana.
http://www.ascom-nuoro.org/index.php?option=com_content&view=article&id=394&Itemid=153
Ero rimasto indietro. Ma il suo disappunto sulla mia impreparazione in materia mi sembra strumentale: l’ho già detto, io non ho mai fatto un discorso di tipo legale, e ammetto di essere ignorante in materia, bensì culturale.
In effetti già il signor Antonio aveva bollato come improprio il paragone con i bar. Paragone che io non ho mai fatto, evocando la storia dei bar solo per rispondere al signor renna che non stiamo parlando di generica proprietà privata.
In realtà altri paragoni improponibili sono stati fatti da voi, improponibili poiché questa fattispecie è particolare, unica: un luogo aperto al pubblico, interamente allestito su demanio pubblico, da un privato.
Aspetto volentieri sia da Lei, sia magari da un esperto legale, citazioni di norme che diano precisi linee guida dei diritti e doveri di questa particolare fattispecie.
Visto che ci sono approfitto anche per rispondere al Signor Antonio poiché si lancia su affermazioni inadeguate che mi costringono a diventare pedante.
“Il target “miochalet-clientifidelizzati” (aggiungerei SODDISFATTI), è un modello cui tutte le Imprese moderne guardano e provano a raggiungere. Lei contrappone il modello “civitanova-turisti” ad uno che secondo me declina “accoglienza=anarchia).”
Fa parte delle imprese moderne anche il pacchetto “civitanova-turisti”, solo che quello sta oltre il palmo del naso. Riguardo l’anarchia… mi scusi: le ho detto che pagherei per il servizio, e tifo per regole che garantiscano la fruizione a più persone invece che a meno. Questo è anarchico? Se lei parlasse con uno degli amici con cui vado al mare le confermerà di come con cadenza costante mi lamento dei buzzurri che lasciano la spiaggia come un procile, e di come invoco multe e repressione. Niente mi sembra più lontano dall’anarchia di chi promuove il rispetto della cosa pubblica.
“Guardi i circoli tennis,o altri di qualsiasi natura sportiva; hanno lo scopo di tutelare i loro soci che, a fronte di una quota annuale, hanno almeno qualche priorità sull’utilizzo dei campi. Anche quelli sorgono sul suolo pubblico delle Pubbliche Amministrazioni.”
Esempio improprio. non mi risulta ci vi siano circoli tennis costruiti su suolo pubblico, ma apertissimo a scoprire anche questa novità. E comunque avevamo già tracciato un confine invalicabile tra noi a livello concettuale, non legale: Lei e il signor Marco anelate di vedere il litorale di civitanova Marche diventare una serie di club per soci. Io invece guardo con orrore a questa prospettiva. Credo che questo chiude qualunque forma di avvicinamento reciproco, come già detto è evidente come non sia alla vostra sensibilità che mi sono rivolto.
“non vorrei che poi tutto si trasformasse o fosse nato dal solito campanilismo “stupido” che magari non riconosce il grande salto di qualità della cittadina rivierasca”
Campanilismo? scusi ma la sua allusione è offensiva della mia intelligenza e diligenza. Mi sembra di capire che lei abbia avuto qualche problema con macerata. Io né con macerata né con civitanova, tant’è che l’ho sempre frequentata. Tant’è che me la sono presa con alcuni gestori, e non con l’amministrazione. Anzi devo dire che apprezzo molto come da un po’ di anni a questa parte le spiagge siano sempre costantemente tenute in ordine e pulite.
Poi quando ho da ridire col palazzo (a macerata ad es. aspetto solo l’occasione giusta per cominciare una battaglia contro le porcate dell’APM e ho denunciato più volte la chiusura di un occhio o due sulle affissioni illegali dei circhi), lo faccio indipendentemente da dove vivo o di che colore politico è l’amministrazione, e in questo senso devo dire che su una cosa siamo d’accordo: in effetti il mio appello ai politici non sortirà alcun effetto, l’andazzo, come già alluso nell’articolo, lo conosco benissimo, ma ogni tanto, come in questo caso, mi dico di non essere disfattista e provare a fare qualcosa per i principi in cui credo.
Egr. Sig. Nanni, avevo scritto che avrei chiuso la questione e difatti non tornerò più sui “suoi problemi”
……..per giocare a beach volley. Mi auguri che si pacifichi presto!
Certamente non Le permetto di vagheggiare sui miei rapporti con la città di Macerata. Vede caro Lei, come si usava una volta, Macerata è la mia città natale, ho vissuto nel suo centro storico per una
vita, i miei amici più cari li ho lì, ci torno tutte le domeniche per vedere la Lube, o per lo Sferisterio, o per giocare a tennis al circolo di via dei velini, o per…..fatti miei. Dovendo recarmi a Pesaro per lavoro con una certa frequenza, anni fa ho deciso di vivere a Civitanova sempre per mille miei motivi, ed ho imparato ad
amare anche questa cittadina ed i suoi abitanti. La mia allusione al “campanilismo” è frutto della mia
esperienza e non intende offendere, né la Sua intelligenza né la Sua diligenza, non La conosco e non
saprei eventualmente a chi …indirizzarla. Sia però bravo,La smetta di “stuzzicare” chi non vuole sapere niente del Suo mondo, ma che Le ha risposto solo per il brutto titolo che ha dato
alla Sua prima lettera………..oltre che per il contenuto.
Certo di non leggere ancora alcuna “replica”, cordiali saluti.
Antonio Oro.
Nanni. Io non voglio neanche pensare che lei abbia titolo di pubblicista professionista e stia continuando a scrivere sciocchezze su una testata che probabilmente per questo motivo è stata costretta ad anteporre – LA LETTERA – ai suoi scritti.
Sono certo che lei non è un pubblicista perché associate alla rettifica non ho trovato le scuse, dettaglio di galateo invece in uso presso i professionisti dell’informazione.
Comunque, già ha dovuto rettificare la questione dei bagni al bar. Ho comprensione e non la costringo a rettificare le sue molte altre clamorose inesattezze.
Una si però.
Raphael Beach è una società ad accomandita semplice.
L’accesso è libero e tutti i servizi sono dotati di un regolamento di utilizzo.
Negli ultimi 3 durissimi anni di attività qui da Raphael abbiamo generato 5 nuovi posti di lavoro.
Oggi lavorano con noi, 15 addetti stagionali e 5 addetti annuali.
“club” qui non ce ne sono proprio,
Per ultimo caro Nanni le chiedo di ricordare che, scrivere un’opinione si può, scrivere dati inesatti è invece un fatto grave.
La saluto e non porti le scarpette quando verrà a trovarmi perche il campo da Beach volley lo abbiamo tolto in favore del baket. (al volley qui da noi non ci giocava più nessuno)
Quindi devo sempre considerare valido il suo invito? devo anche registrare che lei non è in grado di distinguere il registro ironico da quello serio? eppure mi sembra dalla frase finale che anche lei lo utilizza e lo sa distinguere bene dalle cose dette seriamente.
Mi scuso con lei per l’errore compiuto in relazione ai bar, visto che ci tiene, nonostante come ho già specificato non ho mai paragonato un concessionario a un bar e non ne ho mai fatto una questione legale, infatti ho parlato di bar rispondendo a renna e infatti nell’articolo che ho scritto niente del genere è menzionato, ma io credo che sia inutile fare tutte queste specifiche, lei continua a ignorarle, e ormai è chiaro che ho toccato un nervo scoperto, e quindi ogni pretesto per lei è valido per tentare il discredito. Io a questi giochi non mi presto né mi interessano. Rispetto la sua onorabilità e il suo pensiero, e non mi aspetto altrettanto:sono abituato alle persone che in macanza di argomenti vanno sul personale. Anzi le rispondo volentieri che in effetti non sono pubblicista. non appartengo al “club dell’ordine” come a nessun altro club, nonostante io abbia un diploma universitario in giornalismo e, come tutti, avrei potuto conseguire il patentito facendo due anni di marchette. Questa si chiama coerenza di pensiero. Ma so che questo non riabiliterà la mia immagine ai suoi occhi. In fondo già mi basta che le ho destato un po’ di commozione, come ha scritto nel suo primo commento eheh.
Al signor Antonio dico semplicemente: si rilegga la cronistoria dei nostri commenti, è lei che ha accennato ai suoi trascorsi con macerata e ha fatto allusione a un presunto stupido campanilismo. Io sono andato costanetemente sugli argomenti e mi sono difeso dalle sue illazioni.
Per me è stato utile scambiare idee con voi, quindi grazie di nuovo per i vostri commenti, e buon proseguimento di estate a entrambi!
ps: ieri pomeriggio ho giocato di fianco al veneziano! e al’ltro ieri sera ho giocato gratis a basket con luci serali a MC 🙂
Mi sembra che la questione posta da Paolo Nanni non sia né personale (taccagneria, campanilismo) né economica (anche se mi piacerebbe sapere quanto guadagnano i bagnini grazie agli avventori abituali che non prendono l’ombrellone) né giuridica (Nanni ha più volte detto che non conosce bene le leggi in materia). La questione è culturale. Intelligenti pauca.