Il sorriso
dei 42 profughi

I ragazzi accolti a Loro Piceno. L'appello del Gus: "Basta con le strumentalizzazioni politiche, lasciateci affrontare questa emergenza con tranquillità". Il sindaco Piatti: "Non si può speculare sulla paura"

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Il sindaco Daniele Piatti (al centro) con Giovanni Lattanzi e Franca Angeli del Gus

di Matteo Zallocco

Sono arrivati a Loro Piceno ieri sera, poco prima delle 20. Sono arrivati a bordo di un pullman, provenienti dalla tendopoli di Manduria. Sono 42 ragazzi subsahariani (tra loro anche quattro donne), tutti tra i 20 e i 30 anni. Sono alcuni dei profughi scappati dal Magreb destinati alle Marche in base alla ripartizione del Ministero dell’Interno. Ad accoglierli hanno trovato i responsabili del GUS (Gruppo Umana Solidarietà) di Macerata. “Abbiamo il compito di proteggerli, sono spaesati e non conoscono il loro futuro, li dobbiamo considerare come bambini”, ci dicono i responsabili del GUS Paolo Bernabucci, Franca Angeli e Giovanni Lattanzi al nostro arrivo sul posto. Per questo motivo Cronache Maceratesi non pubblicherà foto o video e il nome della struttura che li ospita. “Non possiamo permettere che diventino un’attrazione turistica – dice Paolo Bernabucci -,  in provincia di Macerata siamo stati capaci di fare polemiche anche su questo per ragioni elettorali. Ricordo che c’è stato un accordo bipartisan e che tutti i fondi arrivano dal Ministero degli Interni di Roberto Maroni. Questi ragazzi sono qui per richiedere asilo politico, come diversi altri che abbiamo accolto in passato.  Si stanno usando toni troppo forti per parlare di questa emergenza, fateci lavorare in maniera tranquilla per aiutare queste persone, l’unica cosa di cui non abbiamo bisogno è di essere strumentalizzati dalla politica. Collaboriamo con diversi Comuni – aggiungono i responsabili del Gus  – ma alcuni sindaci sono timorosi, hanno quasi una psicosi nei confronti di tutto quello che è straniero. Qui abbiamo trovato una soluzione grazie all’impegno di una persona, il sindaco di Loro Piceno, e non certo grazie alla politica. Questi ragazzi saranno inseriti in alcuni progetti, coordinati dai nostri operatori.  Dopo le emergenze di Lampedusa e Manduria qui hanno trovato un paradiso”.

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C’è anche Daniele Piatti, sindaco di Loro Piceno, che ha appena parlato con alcuni dei 42 migranti: “Vedere il sorriso sulle labbra di questi ragazzi è la soddisfazione più grande. Questi giovani non sono oggetti o numeri, ma nomi e cognomi, con le loro storie drammatiche e questo non può fare paura. Per carità la paura della gente va compresa, ma il punto è che c’è chi specula sulla paura che è diventata una merce redditizia sul mercato del consenso. Preoccupa il vento di razzismo che soffia, l’azzeramento della nostra memoria di popolo di migranti. Accoglienza e diritto sono la forma più efficace di sicurezza. La sicurezza non può nascere dalla discriminazione, ma sempre dall’integrazione. Il progetto in questione è gestito da un’associazione (GUS) che accoglie i profughi da più di 10 anni nelle Marche e che si è convenzionata con la struttura di Loro Piceno che li ha accolti. A questo proposito un sentito ringraziamento ai gestori dell’albergo che, pur avendo già altri clienti, hanno saputo organizzarsi, con grande senso di umana solidarietà e responsabilità morale e civile, per accogliere queste 42 persone. Si tratta di povere persone che arrivano dal Sub-Sahara e chiedono asilo all’Italia in base a una legge nazionale votata dal centro destra, e in base a un protocollo firmato dal ministro Maroni, presente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Rimarranno a Loro Piceno solo per qualche giorno e già da giovedì prossimo se ne andranno con un progetto per i rifugiati dell’ONU”.

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La tendopoli di Manduria da dove provengono i 42 ragazzi

Salendo le scale della struttura che li ospita incontriamo questi ragazzi subsahariani, sono tutti in una stanza ad ascoltare le indicazioni degli operatori. “In questa prima fase l’aspetto più importante è la rassicurazione – ci spiega Matteo Simoni, volontario del Gus – Una chiamata a casa e un letto sono le uniche cose che hanno chiesto”.  La riunione finisce, i ragazzi escono scherzando e sorridendo, con la speranza concreta di essersi lasciati il peggio alle spalle.

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Abbiamo ricevuto anche una lettera che pubblichiamo di seguito:

Gentile Direttore

sono Andrea Cherchi, un operatore turistico legato a Macerata da lunga tradizione familiare (mio padre Bernardo fu direttore di Villa Quiete in anni non lontani e non dimenticati) e vorrei intervenire sul c.d ‘Caso Sarnano’ anche come persona, si direbbe, ‘informata dei fatti’.

Non più di un mese, sono stato infatti contattato dal signor Paolo Bernabucci, a nome del Gus per reperire sul territorio strutture ricettive ed alberghiere idonee ad ospitare quella che può essere definita l’emergenza considerata la situazione di guerra che si vive nel Nord Africa. A mia volta, recependo l’incarico, ho personalmente contattato tra gli altri anche l’albergo Eden, facente parte del complesso Novidra a Sarnano, del quale (sia detto per inciso) sono stato direttore. Incasso un ‘sì’ di massima condizionato per 24 alloggi nella parte bassa del complesso prospiciente la piscina all’aperto.

Quando dei 150.000 profughi richiedenti asilo (povera gente  che scappa dalla guerra)  60 persone vengono ‘assegnate’ alle Marche, la disponibilità della struttura sarnanese torna a galla. In tutto sarebbero state 44 le persone ospitate a Sarnano, almeno fino a lunedì. Dopodichè sarebbero rimaste solo 30. Su una comunità di circa 3.500 persone, non avrebbero certo portato turbativa sociale o pericoli di alcun genere. Anche perchè il gruppo dei profughi avrebbe avuto ed avranno ‘tutor’ per la loro alfabetizzazione e per e prime necessità.

Come noto, dopo un’infuocata assemblkea pubblica, non se ne farà più nulla. Dispiace per Sarnano dove il settore turistico nonj vive giorni esaltanti mentre la clientela degli alberghi, anche quelli costati milioni di euro, è concentrata (con sparute eccezioni) in un brevissimo periodo dell’anno. Preoccupante è il fatto che un accordo di carattere economico tra un ente (la Regione), una onlus (Gus) e privati a fini umanitari, nel rispetto di protocolli nazionali, debba vanificarsi.

Da Sarnano, città ell’accoglienza, davvero uno segnale che non ci aspettavamo”.

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di Laura Boccanera

L’assessore regionale alla famiglia Luca Marconi non ci sta a parlare di “questione Sarnano”: <<non esiste alcuna questione – spiega – si è creato un caso davvero dal nulla, parliamo di 42 profughi su una popolazione straniera nelle Marche di 150mila persone, come si fa a chiamarla questione? La regione ha accolto i profughi sulla base del protocollo stipulato da Maroni e concordato con regioni e Comuni, un’associazione ha poi dato la disponibilità di accogliere 100 stranieri a Sarnano e ci siamo opposti perchè troppi per quella comunità, ne sono arrivati 45, di cui 15 sono stati già sistemati altrove, dei 30 rimanenti neppure uno resterà a Sarnano. E’ una polemica sconsiderata ed eccessiva da parte di chi ha assunto atteggiamenti razzisti temendo un’invasione. Ma di cosa parliamo?>>. La prima ondata migratoria arrivata nelle Marche era costituita da un gruppo di tunisini con permesso di soggiorno temporaneo che però hanno abbandonato dopo qualche giorno la regione. Ieri poi i 45 sunsaharianiche hanno chiesto asilo: <<questa gente scappa dalla guerra e va messa in condizione di vivere in maniera dignitosa – continua Marconi – abbiamo scelto di non fare campi alla “Manduria”, ma al contrario di dislocarli in piccole strutture in tutte le Marche, una scelta condivisa da tutte le forze politiche, far scoppiare la bagarre è un atteggiamento irresponsabile>>.



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