“Vogliamo preliminarmente affermare che L’ACQUA è fonte insostituibile di vita, patrimonio dell’Umanità, diritto inalienabile ed universale.
Dunque l’accesso all’acqua è diritto fondamentale e va garantito a tutti. Dichiariamo che siamo contrari a qualsiasi forma diretto o indiretta di privatizzazione dell’acqua, sia rispetto alla gestione sia in relazione alla proprietà delle reti idriche, manifestando a questo proposito la necessità di una precisa scelta per riconoscere l’insostituibilità della presenza pubblica per il bene acqua.”
Questa dichiarazione, che condividiamo, non è nostra ma del sindaco: è infatti contenuta nel programma che Romano Carancini ha inviato a tutte le famiglie maceratesi al termine della campagna elettorale. Ora che giunta e consiglio sono ufficialmente operativi si può cominciarea tradurre questa promessa in pratica. A questo proposito ricordiamo i tre referendum il cui obiettivo è cancellare la normativa che impone la privatizzazione del servizio idrico (www.acquabenecomune.org); per la loro presentazione è in corso la raccolta delle firme anche a Macerata come in tutta Italia.
La dichiarazione sopra riportata, insieme al riconoscimento del servizio idrico integrato come servizio privo di rilevanza economica, rappresentano un passo significativo verso un uso attento e responsabile delle risorse. Un atto deciso contro la logica, purtroppo molto diffusa, che considera qualsiasi bene esclusivamente come merce da vendere e fonte di profitto; una visione assolutamente miope e autolesionista che sta già dimostrando tutti i suoi limiti e promette di essere ancora più devastante proprio su temi fondamentali come l’acqua.
Ci aspettiamo quindi che la nuova amministrazione comunale attui rapidamente questa promessa; trattandosi di una decisione che non comporta impegni finanziari di alcun tipo, potrebbe essere realizzata già nel prossimo consiglio comunale e sarebbe veramente un bel segnale di attenzione verso quel bene comune che dovrebbe essere obiettivo condiviso da tutti”.
Alcune domande sulla questione tanto per informazione:
1) cosa dovrebbe fare il Sindaco in pratica?
2) L’acqua è gestita attualmente dall’APM che la vende a noi cittadini. Questa gestione deve finire?
3) Un articolo pubblicato su Facebook ( http://www.stampalibera.com/?p=12117 ) riporta : “l’approvazione del decreto Ronchi, attuazione di un decreto europeo che prevede un tetto massimo del 30% per la partecipazione degli enti pubblici all’interno delle municipalizzate che erogano tale servizio.”. Quindi , se siamo in Europa, bisogna o no seguire le norme che essa impone?
Poiché si fa un gran parlare di questo argomento ( e, da quanto ho letto sull’articolo sopra citato, a volte anche a sproposito ), e poiché anch’io sono più che convinto che l’acqua debba essere accessibile a tutti e non procurare guadagni a nessuno (neanche ai comuni), vorrei avere dei chiarimenti a proposito, possibilmente senza entrare in polemiche politiche o simili.
Ovunque la distribuzione dell’acqua è passata ai privati si sono verificati 2 effetti:
tariffe più alte e qualità dell’acqua più scadente al limite della non potabilità.
NON si cedono le condutture (quelle rimangono a carico del pubblico) ma si privatizza la vendita.
Risolvere il problema MOLTO semplicemente??
Basterebbe creare una società dove il 30% rimarrebbe al Comune ed il 70% verrebbe polverizzato in tantissime azioni che verrebbero cedute SOLO (in infinitesimali quote) alla popolazione residente con l’accordo preventivo che, per almeno 10 o 15 o 20 anni, tali azioni non potressero essere rivendute.
I proprietari delle azioni, non potendole rivendere per un tempo lunghissimo, avrebbero assicurato che l’acqua rimarrebbe in mani pubbliche…..
Un pò come acccade al Barcelona Futboll Club in cui le azioni sono polverizzate tra tutti gli abitanti dellla città e di fatto è impossibile che un estraneo venga a comandare in casa loro….
Con i tant esimi avvocati che abbiamo a Macerata, i geniali commercialisti, gli abili notai non dovrebbe essere difficile redigere uno statuto in tale senso…. Se solo si volesse fare…..
MA SI VUOLE FARE?
Questa è la domanda vera….
Possiamo prendere esempio da un comune vicino al nostro come quello di Recanati, molto sensibile alle tematica dell’acqua tanto da aver ospitato poco tempo fa Alex Zanotelli.
A febbraio il Consiglio Comunale di Recanati ha approvato un ordine del giorno che dichiara l’acqua bene comune, necessario alla vita e patrimonio dell’umanità. Il documento riconosce “il diritto inviolabile e universale di accesso all’acqua per tutti; la scelta verso la gestione pubblica del servizio idrico; l’individuazione della quantità minima indispensabile (40 litri al giorno a persona), da garantire come diritto, a costi accessibili a tutti i cittadini; l’impegno a sostenere, all’interno degli organi competenti, un sistema tariffario giusto e solidale, fondato sul principio di sostenibilità; l’impegno a promuovere il ritorno dell’acqua nei luoghi pubblici, attraverso “punti acqua” pubblici, per contrastare il consumo in bottiglie di plastica, e stimolare una nuova cultura dell’acqua; l’impegno ad incentivare l’uso di acqua proveniente da sorgenti territorio, per ridurre l’impatto di trasporti, cisterne, depuratori.” Il consiglio comunale può fare molto e il gruppo di Pensare Macerata continuerà ad impegnarsi su questo fronte.
@ Stefano
1) Ti ha risposto Filippo. Aggiungo solo che la definizione di servizio senza rilevanza economica è l’unico appiglio attualmente disponibile per sperare (non garantire) di mantenere l’acqua sotto il controllo pubblico.
2) L’APM è un’azienda quasi interamente pubblica per cui nei fatti è un’estensione dell’ente pubblico. Non è importante (questa è solo una mia opinione) se l’acqua è gestita direttamente dal comune o da un’azienda comunale, ma che sia comunque sotto il controllo pubblico; poi le modalità possono essere diverse.
3) La normativa europea dice cose un po’ diverse da quelle che vengono spacciate di solito, e l’attuale normativa italiana è una interpretazione piuttosto forzata di tali direttive. Direttive che vanno senz’altro nella direzione della privatizzazione ma senza porre vincoli così stringenti come ha voluto il nostro governo.
Quanto al fatto di essere in Europa ho l’impressione che stiamo ingoiando troppi rospi in nome dell’adeguamento a normative, che troppo spesso sono solo la traduzione di interressi privati. Penso che si debba rivedere il modo di stare in Europa ma non vedo alcuna forza politica interessata a portare avanti un discorso del genere.
Per Filippo
Scusami ma quello che ha fatto il comune di Recanati in pratica non si risolve solo in un documento? Leggo tanti impegni ma poi nei fatti come si è risolta?
Si parla di prezzi accessibili. Quali sono?? Chi li stabilisce?? Quelli che sono giusti per tizio potrebbero essere troppo alti per Caio!! Non sarebbe più giusto garantire un tot di litri gratuiti ogni giorno per ogni componente della famiglia?? O questo andrebbe ad intaccare troppo le casse comunali ( e quindi ritorniamo all’equazione acqua=denaro)????
E poi mi sembra (ma non ne sono tanto sicuro) che anche Recanati sia nell’ente che ha rivisto le tariffe a livello provinciale al rialzo ( e non di poco) e quindi già uno degli impegni scritti in quel documento è andato disatteso.
Scusami ma l’esperienza mi ha insegnato a dubitare di documenti e impegni che poi spesso non sono seguiti dai fatti.
Per Gianfranco
Buona l’idea dell’azionariato popolare, chissà se è realizzabile!!!!!
Per Peppe
Non so se ci sono interessi privati o no. Quello che vedo da cittadino è che anche su queste benedette normative non c’è mai chiarezza.
Insomma bisogna seguirle o no? Bisogna seguirne solo quelle che più ci fanno comodo o tutte? Sinceramente non ho mai capito questa cosa delle normative europee. Ma chi le decide se ogni volta la metà degli stati non le recepisce?
Mah, la politica mi sembra sempre più lontana…
Riguardo alla normativa europea in materia sono andato a leggermela e dice in effetti quello riportato sull’articolo. Non ho notato cose più stringenti sul decreto Ronchi ma posso sbagliarmi visto che nn sono molto esperto in leggi e codicilli.
Mi sembra poi che già l’ex ministro Lanzillottaaveva preparato un disegno di legge simile (non so se già convertito o no) con le firme anche di Di Pietro e Prodi
Forse l’unica soluzione sarebbe levare l’acqua dall’APM e gestirla direttamente (si può fare????) così si aggirerebbe la normativa europea.
Il disegno di legge Lanzillotta non è mai stato convertito in legge, ma ricalcava molti dei principi dell’attuale normativa, a partire dalla volontà di privatizzare i servizi pubblici, acqua inclusa. Quel disegno portava le firme di Prodi, Di Pietro, Bersani e altri, a dimostrazione del fatto che questi signori non hanno idee poi così diverse da quelle dell’attuale governo, soprattutto quando ci sono in ballo certi interessi.
Questo tra l’altro la dice lunga sull’onestà intellettuale di Di Pietro che ieri (da ministro) ha firmato una legge a favore della privatizzazione e oggi propone un referendum in difesa dell’acqua pubblica.
Non vedo molto bene l’idea di garantire tot litri a famiglia/individuo visto che il consumo d’acqua dipende molto dalla stagione in atto e dal territorio. E poi non dimentichiamo che un grosso dispendio idrico (se non il maggiore) lo richiede l’agricoltura e lì è difficile quantificare i consumi (vedi l’irrigazione)
Alcune domande sulla questione tanto per informazione:
1) cosa dovrebbe fare il Sindaco in pratica?
2) L’acqua è gestita attualmente dall’APM che la vende a noi cittadini. Questa gestione deve finire?
3) Un articolo pubblicato su Facebook ( http://www.stampalibera.com/?p=12117 ) riporta : “l’approvazione del decreto Ronchi, attuazione di un decreto europeo che prevede un tetto massimo del 30% per la partecipazione degli enti pubblici all’interno delle municipalizzate che erogano tale servizio.”. Quindi , se siamo in Europa, bisogna o no seguire le norme che essa impone?
Poiché si fa un gran parlare di questo argomento ( e, da quanto ho letto sull’articolo sopra citato, a volte anche a sproposito ), e poiché anch’io sono più che convinto che l’acqua debba essere accessibile a tutti e non procurare guadagni a nessuno (neanche ai comuni), vorrei avere dei chiarimenti a proposito, possibilmente senza entrare in polemiche politiche o simili.
Ovunque la distribuzione dell’acqua è passata ai privati si sono verificati 2 effetti:
tariffe più alte e qualità dell’acqua più scadente al limite della non potabilità.
NON si cedono le condutture (quelle rimangono a carico del pubblico) ma si privatizza la vendita.
Risolvere il problema MOLTO semplicemente??
Basterebbe creare una società dove il 30% rimarrebbe al Comune ed il 70% verrebbe polverizzato in tantissime azioni che verrebbero cedute SOLO (in infinitesimali quote) alla popolazione residente con l’accordo preventivo che, per almeno 10 o 15 o 20 anni, tali azioni non potressero essere rivendute.
I proprietari delle azioni, non potendole rivendere per un tempo lunghissimo, avrebbero assicurato che l’acqua rimarrebbe in mani pubbliche…..
Un pò come acccade al Barcelona Futboll Club in cui le azioni sono polverizzate tra tutti gli abitanti dellla città e di fatto è impossibile che un estraneo venga a comandare in casa loro….
Con i tant esimi avvocati che abbiamo a Macerata, i geniali commercialisti, gli abili notai non dovrebbe essere difficile redigere uno statuto in tale senso…. Se solo si volesse fare…..
MA SI VUOLE FARE?
Questa è la domanda vera….
Possiamo prendere esempio da un comune vicino al nostro come quello di Recanati, molto sensibile alle tematica dell’acqua tanto da aver ospitato poco tempo fa Alex Zanotelli.
A febbraio il Consiglio Comunale di Recanati ha approvato un ordine del giorno che dichiara l’acqua bene comune, necessario alla vita e patrimonio dell’umanità. Il documento riconosce “il diritto inviolabile e universale di accesso all’acqua per tutti; la scelta verso la gestione pubblica del servizio idrico; l’individuazione della quantità minima indispensabile (40 litri al giorno a persona), da garantire come diritto, a costi accessibili a tutti i cittadini; l’impegno a sostenere, all’interno degli organi competenti, un sistema tariffario giusto e solidale, fondato sul principio di sostenibilità; l’impegno a promuovere il ritorno dell’acqua nei luoghi pubblici, attraverso “punti acqua” pubblici, per contrastare il consumo in bottiglie di plastica, e stimolare una nuova cultura dell’acqua; l’impegno ad incentivare l’uso di acqua proveniente da sorgenti territorio, per ridurre l’impatto di trasporti, cisterne, depuratori.” Il consiglio comunale può fare molto e il gruppo di Pensare Macerata continuerà ad impegnarsi su questo fronte.
@ Stefano
1) Ti ha risposto Filippo. Aggiungo solo che la definizione di servizio senza rilevanza economica è l’unico appiglio attualmente disponibile per sperare (non garantire) di mantenere l’acqua sotto il controllo pubblico.
2) L’APM è un’azienda quasi interamente pubblica per cui nei fatti è un’estensione dell’ente pubblico. Non è importante (questa è solo una mia opinione) se l’acqua è gestita direttamente dal comune o da un’azienda comunale, ma che sia comunque sotto il controllo pubblico; poi le modalità possono essere diverse.
3) La normativa europea dice cose un po’ diverse da quelle che vengono spacciate di solito, e l’attuale normativa italiana è una interpretazione piuttosto forzata di tali direttive. Direttive che vanno senz’altro nella direzione della privatizzazione ma senza porre vincoli così stringenti come ha voluto il nostro governo.
Quanto al fatto di essere in Europa ho l’impressione che stiamo ingoiando troppi rospi in nome dell’adeguamento a normative, che troppo spesso sono solo la traduzione di interressi privati. Penso che si debba rivedere il modo di stare in Europa ma non vedo alcuna forza politica interessata a portare avanti un discorso del genere.
Per Filippo
Scusami ma quello che ha fatto il comune di Recanati in pratica non si risolve solo in un documento? Leggo tanti impegni ma poi nei fatti come si è risolta?
Si parla di prezzi accessibili. Quali sono?? Chi li stabilisce?? Quelli che sono giusti per tizio potrebbero essere troppo alti per Caio!! Non sarebbe più giusto garantire un tot di litri gratuiti ogni giorno per ogni componente della famiglia?? O questo andrebbe ad intaccare troppo le casse comunali ( e quindi ritorniamo all’equazione acqua=denaro)????
E poi mi sembra (ma non ne sono tanto sicuro) che anche Recanati sia nell’ente che ha rivisto le tariffe a livello provinciale al rialzo ( e non di poco) e quindi già uno degli impegni scritti in quel documento è andato disatteso.
Scusami ma l’esperienza mi ha insegnato a dubitare di documenti e impegni che poi spesso non sono seguiti dai fatti.
Per Gianfranco
Buona l’idea dell’azionariato popolare, chissà se è realizzabile!!!!!
Per Peppe
Non so se ci sono interessi privati o no. Quello che vedo da cittadino è che anche su queste benedette normative non c’è mai chiarezza.
Insomma bisogna seguirle o no? Bisogna seguirne solo quelle che più ci fanno comodo o tutte? Sinceramente non ho mai capito questa cosa delle normative europee. Ma chi le decide se ogni volta la metà degli stati non le recepisce?
Mah, la politica mi sembra sempre più lontana…
Riguardo alla normativa europea in materia sono andato a leggermela e dice in effetti quello riportato sull’articolo. Non ho notato cose più stringenti sul decreto Ronchi ma posso sbagliarmi visto che nn sono molto esperto in leggi e codicilli.
Mi sembra poi che già l’ex ministro Lanzillottaaveva preparato un disegno di legge simile (non so se già convertito o no) con le firme anche di Di Pietro e Prodi
Forse l’unica soluzione sarebbe levare l’acqua dall’APM e gestirla direttamente (si può fare????) così si aggirerebbe la normativa europea.
Per tutti e tre
Grazie per le vostre risposte
Il disegno di legge Lanzillotta non è mai stato convertito in legge, ma ricalcava molti dei principi dell’attuale normativa, a partire dalla volontà di privatizzare i servizi pubblici, acqua inclusa. Quel disegno portava le firme di Prodi, Di Pietro, Bersani e altri, a dimostrazione del fatto che questi signori non hanno idee poi così diverse da quelle dell’attuale governo, soprattutto quando ci sono in ballo certi interessi.
Questo tra l’altro la dice lunga sull’onestà intellettuale di Di Pietro che ieri (da ministro) ha firmato una legge a favore della privatizzazione e oggi propone un referendum in difesa dell’acqua pubblica.
Grazie Peppe,
scusami ma qui tra disegni, decreti, leggine, leggione prima ci capivo poco , adesso niente!!!!
Non vedo molto bene l’idea di garantire tot litri a famiglia/individuo visto che il consumo d’acqua dipende molto dalla stagione in atto e dal territorio. E poi non dimentichiamo che un grosso dispendio idrico (se non il maggiore) lo richiede l’agricoltura e lì è difficile quantificare i consumi (vedi l’irrigazione)
sempre e solo h2o pubblica e senza rincari.
gli aumenti servono per generare profitti solo a chi gestisce il servizio.
420.000 firme raccolte per ora…
Qui si possono trovare alcune informazioni utili per comprendere meglio la vicenda Acqua pubblica!!
http://www.decrescitafelice.it/?p=927