Da Confindustria Macerata:
Il settore edile non è fatto solo di grandi opere come la Quadrilatero ma soprattutto di lavori pubblici e privati medio piccoli che avrebbero bisogno di una nuova spinta per avviarsi verso la ripresa. Un piano per le piccole opere è quanto proposto da Ance (associazione nazionale costruttori edili) a livello nazionale e sostenuto da Lino Frapiccini, presidente dei costruttori aderenti a Confindustria Macerata e titolare dell’impresa Costruzioni Frapiccini. “Si potrebbe applicare ad opere immediatamente cantierabili, appaltabili e realizzabili entro sei mesi, per importi entro i cinque milioni – ha dichiarato Frapiccini -così da mettere in campo le nostre professionalità per rilanciare e snellire il settore”. Il piano, come aupicato dagli imprenditori edili maceratesi, potrebbe essere sostenuto dalla Regione, anche per dare un segnale di forza in sostegno al settore che vive fortemente la crisi economica.
Altro fattore di criticità riguarda la politica dei massimi ribassi, che non privilegia certo la qualità delle costruzioni, ma soltanto le imprese che riscono a “strappare” i prezzi più bassi, anche fino al 50% rispetto a quanto previsto dal bando di gara. “A volte siamo presi per la gola -rivela Frapiccini- e pur di restare sul mercato alcuni sono costretti a lavorare a prezzi di costo e acquisire lavori utili a “mantenere “ la SOA, strumento indispensabile per partecipare alle gare negli appalti pubblici”.
Ecco allora che il presidente provinciale degli edili chiede che nei bandi emanati dai committenti (con importi dai 500mila ai 5 milioni), venga privilegiato il ricorso al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, (criterio che valorizza oltre la prezzo, il termine di esecuzione, il costo di utilizzazione, la redditività, il valore tecnico progettuale, lo studio del cantiere) per garantire qualità, valorizzare la concorrenza e per salvaguardare il patrimonio di imprese locali.
Per lavori pubblici con importi fino a 500 mila euro si potrebbe ricorrere invece alla procedura negoziata, che consiste in una gara cui sono però ammesse a partecipare solo un numero ristretto di imprese (la legge ne prevede almeno 5). Questa procedure è ritenuta dagli operatori economici un vero e proprio “salvagente” in grado di valorizzare il tessuto produttivo locale rispetto i criteri della rotazione, della concorrenza .
Altro argomento caro agli edili, quello del project financing, “uno strumento intelligente ed efficace -secondo Frapiccini- non opportunamente sfruttato dalle pubbliche amministrazioni, ma che potrebbe risolvere i proverbiali e strutturali problemi di reperimento di risorse finanziarie”.
Si tratta infatti di una forma di partenariato pubblico privato nel quale il costruttore/investitore formula una proposta all’amministrazione di realizzazione e gestione pluriennale di un’opera pubblica o di interesse pubblico (come parcheggi, alloggi sociali, carceri, centri sportivi) in grado di remunerare la realizzazione con la gestione. Questo strumento in realtà ha avuto limitata diffusione nela nostra regione per vari motivi di carattere organizzativo-funzionale e politico.
E così arriva una nuova proposta dai costruttori del collegio maceratese, ovvero una centrale di committenza: un’unità tecnica provinciale /regionale di consulenza e assistenza per gli appalti, che possa garantire l’eccellenza dal punto di vista amministrativo e sopperire ai lunghi ritardi della burocrazia e garantire l’autonomia ed indipendenza della sfera amministrativa da quella politica.
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Spero che questo stimolo di confindustria inviti a dibattere i candidati sindaci anche sull’argomento fino a oggi trascurato in campagna elettorale.
Chi si insedierà tra poco, si troverà a gestire per i prossimi 5 anni , minimo, il piano di lottizzazione ereditato .
qualche idea in merito dovrà pur averla!
non è certo qualcosa che, piaccia o meno, può essere gettato in soffitta e dimenticato .
Magari discutere pubblicamente delle priorità che si vorranno gestire, dei tempi tecnico-burocratici di realizzazione delle opere che verranno avviate per prime, il piano di completa attuazione entro quanto tempo previsto, se previsto, , delle destinazioni d’uso e perchè no, di questo strumento offerto del project financing : è un’opportunità per la P.A. o no? s’intende adottare o ci si vorrà avvalere di altri strumenti?
Prima di mettere mano alle nuove costruziioni, si vuole ristrutturare il vecchio? esiste un censimento aggiornato di tutti gli stabili comunali? qual’è l’attuale domanda abitativa e qual’è la composizione del nucleo familiare richiedente?
Via via che gli immobili di proprietà privata che costituiscono interie vie o quartieri della nostra città risentono del passare del tempo , come s’intende sollecitarne l’adeguamento ai criteri di rifacimento ecosostenibile?
ricordo sempre però, fino allo sfinimento, che tra le priorità da affrontare dev’esserci la realizzazione nel capoluogo e frazioni dei 99 alloggi di edilizia sociale, popolare ,chiamatela come volete, in parte sovvenzionata cioè a carico della Regione, 63 alloggi, in parte convenzionata, 36, pevisti dal piano casa ( del comune-no quello di Berlusconi che è tutta un’altra cosa) già oggetto di delibera dal 2008.
grazie, se vorrete finalmente rispondere su queste questioni.
E’ un piacere leggere il vostro pensiero che condivido totalmente. Tante delle cose da Voi scritte si sarebbero già potute fare. Spero che la prossima amministrazione condivida la vostra linea,anche perchè far lavorare Aziende Maceratesi porta ricchezza nel nostro territorio ed è un bene per tutta la Provincia. In bocca al lupo. maurizio mosca
il lavoro è un aspetto fondamentale sempre e in questo particolare momento di più perchè come si sa, l’edilizia mette in moto tanti altri settori. Il punto nodoso di questa questione però al momento, sembra essere l’addebito per molti o alcuni, non lo so, di avere “fatto troppo” sull’impegno dei suoli.
Sono valutazioni queste, che compete illustrare a chi ha determinato la scelta, dettata dai suoi obiettivi di sviluppo. nel medio-lungo periodo.
Per me che ho a cuore come tanti l’ambiente, sembra una contraddizione parlare in termini positivi di costruzione, ancorchè mirate al bene comune e non certo alla speculazione. .
Se si pensa però, che l’agricoltura così come oggi è concepita, non lo dico io ma Greenpeace, è una delle fonti di inquinamento tra le più aggressive e nvasive per il pianeta per l’alto consumo di fertilizzanti, disserbanti e trattamenti vari che vengono utilizzati, una riflessione va doverosamene fatta prima di esprimere un giudizio emotivo tra i due diversi impieghi del suolo.
Il concetto di “verde” alla fine, perde molto del suo idillio romantico con la natura. L’agricoltura basata sulla chimica, che si è sviluppata fortemente a partire dagli anni ’70, correggetemi se sbaglio, inquina non solo tutto l’ambiente penetrando nel terreno fino alle falde acquifere (i danni da impiego di rame in quantità li stiamo già pagando ) , ma avvelena anche l’uomo e gli animali con i residui che restano sui prodotti. Una semplice aiuola verde in città, necessità di impiego di trattamenti e se fiorita, al di là della bellezza che sprigiona, ci si deve chiedere qual’è il costo per l’ambiente per quella bella composzione floreale. Non c’è semente oggi, (che non sia da coltivazione biologica), che non sia già trattata all’origine con diversi prodotti nocivi, per garantirne la germinazione e la resistenza. poi c’è il consumo di energia per la produzione in serra se non dotate di energia solare…insomma, la catena del rischio ambientale è ancora lunga.
Anche l’aiuola bella curata e fiorita da questo punto di vista, non può rassicurarci quindi di avere fatto il nostro dovere di bravi cittadini concedendo spazi alla natura nelle città . e neanche i prati e i giardini sono innocui, se questi ricevono la loro dose periodica di trattamenti. Superfluo dire, che sono pericolosi oltre che per l’ambiente e i frequentatori, anche per gli addetti ai lavori se non rispettano le dovute precauzioni e gli animali che accidentalmente ci entrano a contatto nel periodo di decantazione.
La voce in capitolo per l’acquisto di questo genere di prodotti io non saprei quale sia, ma se questo comune non adotta metodi di lotta biologica, c’è senz’altro.
Allora, in attesa di intraprendere una coscienziosa riconversione complessiva dell’agricoltura attraverso la volontà politica, con il ritorno alla rotazione e all’ìimpiego di metodi di coltivazione e lotta biologica, cosa impossibile ad oggi perchè è l’Europa che regola i prezzi dei prodotti agricoli , io mi accontento di compensare lo squilibrio, traendone vantaggio se non altro con l’occupazione e gli alloggi necessari, attraverso una edificazione attuata secondo criteri ecologici ed ecosostenibili.
Tutte misure queste, che sono state designate da questo Comune, nella delibera che riguarda l’edilizia sociale.
della serie…” e m’accompagno da me…”
in sintesi, nel commento sopra, affronto il discorso principe di questa campagna elettorale, dove aleggia sopra tutti gli altri il fantasma del vero slogan elettorale , che ognuno declina a modo suo , ” cementificazione” .
prima di essere tacciata per ” l’alternativa agli alternativi” informo che dagli anni ’80 , agli albori quindi della coscienza di massa sull’ecologia, ho iniziato a consumare solo prodotti biologici, sostituire i medicinali di sintesi con l’ omeopatia e ricorrere a terapie come l’agopuntura . giusto per fare pochi esempi. Nel mio piccolo quindi, ho contribuito ad allargare il mercato del consumo di questi settori oggi in espansione, nonostante una politica dominanate ancora avversa per diversa logica di mercato.
Ho sollevato perciò una riflessione contrapponendo i termini verde-cementificazione, entrando nel merito delle loro connotazioni reali e attuali. Io abito in campagna, so quello che dico. Sono circondata da campi coltivatii a monocoltura da anni: orzo e grano-grano e orzo , che sono le coltivazioni più remunerative per l’agricoltore perchè ricevono il contributo politico più alto. Così facendo, i terreni si impoveriscono sempre di più e necessitano di spinte chimiche perchè i cereali possano crescere e dare resa. Allora, lontano dal luogo comune che pensa alla campagna come un’oasi ecologica, bisogna invece sapere che è l’oasi dove i veleni la fanno da padrona. Dalla semina, alla lotta alle muffe e parassiti, agli animali indesiderati , è tutto e un impiego di veleni. che producono una costante morìa di insetti indispensabili come le api o le coccinelle o le famose lucciole che svernano sotto terra, o gli uccelli come le upupe sensibilissime all’inquinamento e i rapaci che sono gli antagonisti naturali contro i roditori. Adesso che arriva la primavera insieme al vento tiepido, prima arriverranno i rumorosi macchnari spargiconcime, poi quelli che spargono i disserbanti, poi se necessario quelli che intervongo per le muffe e così via per il resto dell’anno dalla raccolta fino a nuova semina. E tutto questo avviene sino alle porte di Macerata che certo non si può vedere affacciandosi dalla panoramica che mostra la nostra bella campagna marchigiana. E’ paradossale, ma vivere all’aria aperta, in queste condizioni di contesto, si rivela un danno alla salute anzichè un beneficio.
L’iniziativa degli orti per gli anziani che realizzò anni fa Anna Megnhi, è in questo senso un’ottima opportunità che va oltre la salute degli anziani, l’impiego del loro tempo libero , l’autoconsumo che di questi tempi aiuta e quindi andrebbe rivalutata.
Chiudo.
Chi ha detto che costruire significhi necessariamente cementificare? e le case in legno? si può fare imboschimento per questo utilizzo, unendo l’utile al necessario.
A Tamara:
esistono in commercio numerosi prodotti e metodi a basso o nullo impatto ambientale, sia per l’agricoltura che per il giardinaggio. In internet si trovano tutte le informazioni in merito, così come nei più moderni e aggiornati garden center della nostra zona.
Ciò che dici riguardo l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente è quasi tutto vero, purtroppo, ma per fortuna le aziende che si convertono al biologico, stanno aumentando in Italia, come in Europa, anche se, secondo me ci vogliono più controlli, poiché molti sono dei truffatori. Un’amministrazione lungimirante deve cercare di porre rimedio ai guai di cui parli, proprio incentivando le buone pratiche agricole. In un’ottica di lunga durata, ciò consente anche un risparmio economico; basti pensare al minor numero di malati causati da pesticidi e veleni vari, a cui lo stato debba prestare le cure.
In ogni caso, l’agricoltura va preservata, oltre che migliorata e i suoli fertili vanno conservati, altrimenti di questo passo non avremo quasi più terreni dove coltivare le nostre produzioni e dovremo farle venire dall’estero, dove i prodotti che usano, nonché i metodi di produzione, sono molto, ma molto più impattanti e devastanti, sia per l’ambiente, che, soprattutto, per le persone.
Tutti sanno che la crisi dell’edilizia è legata alla stretta credizia delle banche. Fino a qualche anno fa le banche elargivano mutui facili senza nemmeno verificare le garanzie del credito concesso perché rivendevano ad altre socità i mutui erogati guadagnadoci la % di loro competenza. Oggi, dopo il crollo dell’economia casutata proprio dalle banche per i crediti concessi non solvibili e dopo aver incassato le gli aiuti statali, non concedono più mutui. C’era una sorta di “connubbio felice” tra costruttori e banche, le banche davano mutui e i costrottori vendevano spesso a prezzi fuori mercato. Oggi chi ha contratto un mutuo e deve rivendere casa perché insolvente, non riesce nemmeno a pianare il debito contratto. Il resto sono chiacchire.
@ fulvio ventrone
e lo so, lo so, che esistono, io lutilizzo solo quelli nel mio orticello,ma chi non li usa è chi avvelena le grandi superfici e contamina anche il mio orto che vorrei preservare. In Toscana il regolamento regionale in materia ambientale e della salute quindi , vieta di distribuire i disserbanti nei campi a una distanza inferiore ai 30 mt dagli abitati per non nuocere ad altre coltivazioni , agli uomini e agli animali. Da noi la regola è quella del buon senso……circa 1 mt. praticamente se va bene.. sono altamenti nocivi questi prodotti e infatti può distribuirli solo chi è in possesso del patentino.
vanno dati in totale assenza di vento, il che è difficile che avvenga a marzo quando vengono sparsi,, ma soprattutto chi controlla?
Fulvio, col mio commento, volevo solo affermare che ci dobbiamo dotare di un ” Piano del verde” di lungo periodo e non intervenire qua e là con politiche non risolutive.
Ne riparliamo quando potrò scrivere dal fisso, questo PC mi snerva!! ciiao