Romano Carancini, ormai ex consigliere regionale Pd
di Luca Patrassi
Romano Carancini, un altro grande deluso da queste elezioni regionali (battuto da Leonardo Catena come primo della lista Pd e quindi fuori dal Consiglio regionale), esce allo scoperto e affida la sua riflessione a un post sulla sua pagina Facebook. Una riflessione in punta di piedi, anche pacata, che sembra voler evitare accuratamente qualunque spunto di polemica.
Nessun riferimento diretto al Pd che pure ha firmato un’operazione harakiri impressionante quanto ai suoi quadri dirigenti da Pesaro a scendere. In ogni caso ecco il Carancini-pensiero: «Ce l’abbiamo messa tutta. Abbiamo cercato – dice l’ex sindaco di Macerata – in questi mesi di portare avanti non un nome, ma un progetto politico. Non la singolarità ma la pluralità. Era questa la partenza e doveva essere questo l’arrivo. Nel merito e nel metodo. Non è certamente qui che l’analisi della sconfitta politica dell’alleanza del cambiamento di Matteo Ricci trova spazio e tempo, ma è forse il momento giusto per guardarsi dentro. Ognuno di noi ha fatto la sua corsa e ha scelto come farla». I contenuti della campagna elettorale: « Per quanto mi riguarda non ho potuto e voluto prescindere dal dialogo con i territori dove costantemente negli ultimi cinque anni ho riportato il mio impegno all’opposizione del governo Acquaroli. Non ho potuto e voluto prescindere dai temi per i quali mi sono battuto perché sono stati il faro della mia attività in Consiglio regionale e le tappe della costruzione di un programma. Non ho potuto e voluto prescindere, infine, dal mio modo di essere e di considerare la politica. Di trattare la responsabilità pubblica con rispetto e trasparenza, dentro e fuori il partito».
Il fronte dei ringraziamenti, dalla famiglia a Matteo Ricci. «Ringrazio – scrive Romano Carancini – la mia preziosa famiglia e tutte le persone che mi hanno aiutato e sostenuto, che si sono spese fino all’ultimo minuto di questa lunga campagna elettorale, che in tanti momenti sono riuscite a colmare i vuoti di partenze, alcune programmate altre improvvise. Ringrazio i tanti territori della provincia che mi hanno appoggiato e quella grande parte di Macerata, la mia Città, che ha scelto di stare dalla mia parte. Grazie a Matteo Ricci per la generosità, la caparbia, l’energia, la concentrazione, la positività e la costanza con cui ha portato avanti, ogni minuto di ogni giorno, la sua promessa e la sua sfida. Si è vista una partecipazione che non si vedeva da tempo, si è avvertita una speranza crescere piazza dopo piazza».
L’augurio finale: «In bocca al lupo ai nostri eletti che in Consiglio regionale avranno il grande compito di guidare un’opposizione forte e costruttiva, per non disperdere questo patrimonio e tenere testa alla maggioranza delle destre marchigiane che esce oggettivamente rafforzata da questa tornata elettorale. Ci vorrà impegno, ci vorrà presenza, ci vorrà studio e ci vorrà voce. Tanta. Buon lavoro a tutti noi» .
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Avevamo un buon candidato Avevamo un buon programma Avevamo una Regione disastrata Avevamo una Giunta incapace Eppure i marchigiani han chiuso gli occhi,tappato il naso o son rimasti spenti sul divano dando ragione a Steve Bannon Grazie a chi come Matteo o Romano si è speso per cercare di ridare dignità a quella che era una Regione modello in Italia e che ora stenta perfino ad assicurare la salute ai suoi cittadini Povere Marche!
Per riportare le persone al voto ci vogliono proposte concrete tipo : abolizione canone RAI accorpamento di regioni abolizione del bicameralismo con referendum di questo tipo sono abbastanza sicuro che non ci sarebbero problemi per il quorum perché non si fanno? La risposta signori già la sapete si vengono a toccare interessi di vario tipo ed allora resta lo status quo.
Non e’ assolutamente accertato che gli elettori che sono rimasti a casa avrebbero votato centrosinistra…anzi.