No ai tavolini all’aperto per Hab,
il Comune bocciato dal Tar
«Provvedimento illegittimo»

MACERATA - Il titolare del locale Paolo Perini aveva presentato il ricorso dopo il diniego in via Gramsci, i giudici lo hanno accolto censurando l'operato della giunta: «Non si comprende come la salvaguardia di soli due stalli di sosta possa considerarsi imprescindibile al fine di fronteggiare la problematica generalizzata della congestione del traffico in centro»

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I tavolini di hab

di Luca Patrassi

Tavolini amari per la giunta e per la dirigenza comunale di Macerata. Il Tar boccia l’atto del Comune ed accoglie il ricorso del titolare del pub Hab di via Gramsci Paolo Perini: pubblicata questa mattina la sentenza sulla vicenda del diniego alla richiesta di proroga presentata dall’operatore economico maceratese per l’occupazione di suolo pubblico di fronte al locale. La battaglia dei tavolini all’aperto – il rifiuto ha coinvolto anche altri esercizi commerciali della zona che però non hanno fatto ricorso ai giudici – è dunque finita con la sonora bocciatura dell’azione condotta dal Comune. Il Comune di Macerata aveva deliberato la resistenza in giudizio affidando l’incarico all’avvocato maceratese Luca Forte (compenso pattuito lordo di 9.675 euro) mentre il titolare di Hab era assistito dall’avvocatessa Francesca Starace.

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Paolo Perini

Un primo aspetto preso in esame dai giudici del Tar è il parere obbligatorio favorevole alla proroga del permesso che era stato dato dalla polizia municipale: «Risulta allegato in atti il parere favorevole reso il 17 gennaio 2024 dalla polizia municipale di Macerata, è da ritenersi fondato il vizio di illegittimità del provvedimento impugnato per violazione del comma 3 dell’art. 113 del regolamento comunale dal momento che il diniego gravato consegue, all’evidenza, non ad una diversa e sopraggiunta modifica della disciplina di zona, bensì ad un mutamento di indirizzo politico della Giunta non favorevole al rilascio del titolo richiesto, sul presupposto che la prosecuzione nella sottrazione al naturale utilizzo degli stalli di sosta di via Gramsci andrebbe a pregiudicare la già precaria possibilità di parcheggio nella zona e tenendo conto dell’interesse dei residenti a conservare un congruo numero di stalli auto».

Le contestazioni al Comune: «Il Collegio non può omettere di evidenziare che il provvedimento impugnato, nel richiamare le problematiche generalizzate relative alla congestione del traffico veicolare nel centro storico, certamente comuni ad ogni altra realtà territoriale con le medesime caratteristiche morfologiche e topografiche di un centro storico datato come quello di Macerata, risulta adottato sulla base di considerazioni di carattere diffuso ed astratte dal contesto specifico in cui è localizzato l’esercizio commerciale. I motivi e le ragioni alla base della valutazione discrezionale posta in essere dall’Amministrazione violano altresì il canone della proporzionalità dal momento che, ad accedere alle ragioni opposte, non si comprende come la salvaguardia di soli due stalli di sosta possa considerarsi imprescindibile al fine di fronteggiare la problematica generalizzata della congestione del traffico veicolare nel centro storico di Macerata. Il Comune, nel denegare il rilascio della concessione di suolo pubblico in argomento, non ha nemmeno esperito una previa ed adeguata istruttoria».

I giudici del Tar ricordano anche la presenza di una proposta alternativa per recuperare i due posti auto in questione e sottolineano come “per rispetto” si debbano dare motivazioni al diniego di un’autorizzazione, in particolare a un privato che ha fatto investimenti. Non fosse una sentenza e non arrivasse dal Tar delle Marche sembrerebbero considerazioni, quelle esposte, dotate di un certo senso dell’ironia che sembra evidenziare come l’azione del Comune non sia stata particolarmente brillante. Il Tar ha compensato le spese: Hab si paga le sue e i cittadini maceratesi pagheranno i diecimila euro previsti come compenso per il legale del Comune. Sarà il caso che la giunta si metta a tavolino e ridefinisca velocemente la questione delle autorizzazioni all’occupazione di suolo pubblico, anche per eliminare le evidenti disparità di trattamento che si sono evidenziate.

 

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