L’assessore Riccardo Sacchi in Consiglio comunale
di Luca Patrassi
La seduta di Consiglio comunale di oggi si è aperta con le interrogazioni. Si parte dalla consigliera Stefania Monteverde di Macerata Bene Comune che chiede notizie di alcuni immobili da restaurare e di cui si sono perse le tracce da diversi anni (Convitto Nazionale, auditorium San Paolo e Vergini). Poi la consigliera di maggioranza Sabrina De Padova che vorrebbe la programmazione di una serie di incontri di ascolto sul tema della disabilità e delle iniziative per gli anziani, infine il dem Maurizio Del Gobbo che ha chiesto lumi sulla chiusura del nido d’infanzia di via Gasparri. Gli assessori (nell’ordine Marchiori, D’Alessandro e Cassetta) ribadiscono la posizione dell’amministrazione sulle varie questioni: nulla di nuovo sul fronte delle opere pubbliche (alcune delle quali non coinvolgono direttamente il Comune, massimo impegno assicurato sul fronte dell’assistenza sociale ed infine nessun disagio per la chiusura del nido di via Gasparri a fronte dell’apertura di una nuova struttura a Sforzacosta donata dalla fondazione Bocelli.
Alberto Cicarè
I temi all’ordine del giorno sono stati parimenti proposti dall’opposizione. Si parte da una mozione di censura nei confronti all’assessore Riccardo Sacchi firmata da tutti i consiglieri di opposizione e presentata da Alberto Cicarè di Strada Comune. Nel mirino il fatto che l’assessore in questione nella scorsa seduta dell’assise se ne sia andato quando doveva essere discusso un punto sul quale avrebbe dovuto rispondere: «Il funzionamento del Consiglio comunale non deve essere sottoposto ai comodi dell’amministrazione e della maggioranza», ha osservato il consigliere Cicarè che ha aggiunto: «La lotta politica può avvenire senza esclusione di colpi, ma l’attività del Consiglio comunale non deve sottostare a rapporti di forza ma alle regole». La replica arriva dall’assessore Marco Caldarelli: «Non c’è stata nessuna violazione regolamentare. Si pone la questione economica sostenendo che il rinvio della seduta precedente ha causato un costo aggiuntivo, non è così. La questione personale: l’assessore Sacchi mi ha poi detto che la sua uscita è stata determinata da gravi questioni familiari. La questione politica: ci sono consiglieri d’opposizione che hanno votato a favore del rinvio, salvo poi dire che rappresenta un aggravio di spesa». Caldarelli ha poi chiuso l’intervento annunciando ovviamente la contrarietà dell’amministrazione alla richiesta di censura.
Narciso Ricotta
Sul fronte dell’opposizione sono intervenuti per i Dem i consiglieri Ninfa Contigiani, Andrea Perticarari e il capogruppo Narciso Ricotta («c’è stato un problema di correttezza istituzionale, l’assessore non ha detto nulla, il sindaco è sparito»), per il Movimento Cinque Stelle il capogruppo Roberto Cherubini («non c’era nessuna volontà da parte dell’amministrazione di rispondere sull’ospitata di un uomo che nega l’evoluzione della specie e ce l’ha con chi la pensa come lui») per Macerata Bene Comune Stefania Monteverde («Principio di legalità inteso come rispetto delle regole, regole saltate nello scorso Consiglio»), per Macerata Insieme il capogruppo David Miliozzi («Non è un attacco personale all’assessore Sacchi, il punto è legato alla lesione dei regolamenti»), per Macerata Rinnova Elisabetta Garbati («C’è stato un errore di condotta, qualcosa è sfuggito, bastava essere più professionali nella comunicazione»).
Antonella Fornaro
Dalla maggioranza si sono sentite le voci del capogruppo della Lega Aldo Alessandrini ( «non cambia nulla tra una discussione fatta una settimana fa o oggi»), per Fdi della consigliera Romina Leombruni e del capogruppo Pierfrancesco Castiglioni («la vostra ossessione nasce dalla presenza di Langone, la richiesta di discussione è stata comunque accolta»), della capogruppo Udc Antonella Fornaro ( «Il consiglio straordinario di oggi è stato un atto di cortesia nei confronti dell’opposizione, la mozione di censura contro Sacchi è un atto vile»), della capogruppo di Fi Barbara Antolini («una mozione assurda, un imprevisto può accadere a tutti») e della consigliera della lista Parcaroli Sabrina De Padova che ha reputato eccessiva la mozione di censura annunciando l’astensione.
Pierfrancesco Castiglioni
La mozione di censura nei confronti dell’assessore Riccardo Sacchi è stata infine posta in votazione al termine di quasi 3 (tre) ore di dibattito e respinta: 19 consiglieri contrari e 11 favorevoli. Si prosegue con la mozione presentata dal consigliere comunale Alberto Cicarè che chiede l’applicazione del regolamento comunale a fronte del mancato rispetto di una ordinanza che riguarda la pulizia dell’area ex Capam di Sforzacosta. L’assessore Paolo Renna ha ricordato l’azione svolta dal Comune con relative sanzioni applicate (50 euro, secondo quanto rivelato da Cicarè), il fatto che ci sono indagini in corso e ha concluso dicendo che «l’area sarà comunque ripulita». In linea con l’assessore anche la posizione della consigliera Paola Pippa della Lega che ha sottolineato anche il suo storico impegno a sostegno delle rivendicazioni degli abitanti di Sforzacosta.
Infine l’ordine del giorno della consigliera dem Ninfa Contigiani sugli itinerari ricciani: nel mirino la sostituzione , a cura della giunta Parcaroli, del progetto firmato dal prof Filippo Mignini. Il nuovo itinerario riciclano è stato affidato alla cooperativa Marche Media, c’è anche uno scontro di lapidi in vicolo Ferrari con una che indica la casa di padre Matteo Ricci e un’altra pochi metri prima che sostiene un’altra tesi: «Situazione imbarazzante, si chiede al Comune di mettere a disposizione dei turisti le tracce audio e il materiale preparato dal prof Mignini».
Ninfa Contigiani
A rispondere l’assessore Riccardo Sacchi: «Un dibattito legittimo e stimolante. La delibera che ha dato vita alla prima targa di vicolo Ferrari è del 28 agosto 2020, siamo a 23 giorni dalle elezioni. Dello stesso periodo è l’inaugurazione della specola degli orientalisti in biblioteca, specola che era invece stata voluta dall’architetto Mario Crucianelli con un fine diverso. Prima dell’apposizione della targa in vicolo Ferrari c’erano state altre due targhe che rimandavano a “case” di padre Matteo Ricci, in via Crescimbeni e in piazza Battisti. La targa bis in vicolo Ferrari dice al visitatore che in quella casa è vissuta la famiglia Angelelli, il ramo materno di padre Matteo Ricci. Abbiamo ripensato questo percorso ricciano per una banalità che si chiama discrezionalità amministrativa, resti rimodulati dall’istituto diocesano. Abbiamo ridotto il percorso da 26 tappe a 12 per renderlo più accessibile. Nessun danno per aver cambiato il progetto».
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Peccato in consiglio comunale della città capoluogo, non si parla più di sviluppo, stiamo perdendo abitanti e commercio. Ordini del Giorno votati nella precedente amministrazione che chiedevano insediamenti produttivi nella zona industriale valle verde, dimenticati dall’opposizione, solo odio, proposte sciatte non certo utili ad una città colta come la nostra. Cosi facendo si cancella una prestigiosa storia del consiglio comunale di Macerata, dove i tanti comuni della nostra provincia e non solo su decisioni importanti aspettavano sempre quello che decideva il capoluogo. Ivano Tacconi Macerata
Finalmente un’opposizione costruttiva