Digestore anaerobico al Cosmari,
Nuova Salvambiente chiama a raccolta
sindaci e cittadini

POLLENZA - Si svolgerà venerdì 24 novembre alle 21,15 nei locali della parrocchia Santa Famiglia a Casette Verdini. «L'obiettivo è fare chiarezza»

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Il Cosmari

Digestore anaerobico al Cosmari, l’associazione Nuova Salvambiente, che più volte ha manifestato la sua contrarietà, ha organizzato un incontro pubblico con l’obiettivo di fornire una corretta informazione sui risvolti conseguenti alla eventuale realizzazione dell’impianto. Si svolgerà venerdì 24 novembre alle 21,15 nei locali della parrocchia Santa Famiglia a Casette Verdini, frazione di Pollenza. Sono  stati invitati i sindaci della provincia.

«Da quanto apprendiamo – scrive l’associazione – dalle ultime dichiarazioni della direzione del Cosmari la realizzazione del nuovo impianto di digestione anaerobica sta procedendo verso la fase finale dell’iter di autorizzazione contrariamente da quanto da noi auspicato e richiesto. La nostra associazione ribadisce fortemente la sua contrarietà alla realizzazione; le motivazioni sono di varia natura, sia economiche che di impatto ambientale e sociale. Dal progetto depositato in Provincia leggiamo infatti che l’impianto arriverà a costare circa 60 milioni di euro, dai giornali apprendiamo che lo si vuole realizzare con una partnership privata che, come legittimo, cercherà di ricavarne il massimo guadagno a discapito della comunità. Un costo elevato con un ritorno economico che forse si avrà in 22 anni per un impianto che eccede oltretutto il reale fabbisogno provinciale».
Tante le domande e le questioni sollevate dall’associazione: «Dove si andrà a prendere l’organico che manca? Fuori provincia? O si tratteranno materiali diversi dall’organico? Chi subirà gli effetti nocivi di tale impianto? Gli abitanti delle zone limitrofe avranno un impatto immediato in termini di aumento emissioni odorigene e di emissioni di sostanze inquinanti. Assisteremo ad un aumento del traffico di camion con conseguente inquinamento ambientale. Le comunità direttamente prospicienti a impianti già esistenti hanno lamentato anche un aumento del rumore derivate dal processo di lavorazione. Siamo sicuri che le comunità interessate avranno un beneficio economico?».

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L’incontro sul biodigestore organizzato da Nuova Salvambiente lo scorso marzo a Tolentino

L’associazione rende noti intanto i risultati degli studi effettuati: «La tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani potrebbe aumentare anziché diminuire come affermato in diverse occasioni, per non parlare del valore degli immobili che potrebbero subire un ulteriore deprezzamento. Il digestore produrrà milioni di metri cubi di “bio” gas che poi sarà raffinato in metano.  Lo stoccaggio di tali gas espone ad un rischio incendio ed esplosione a nostro avviso incompatibile con la zona di costruzione; il luogo di istallazione previsto infatti si trova a ridosso di molte abitazioni, a poche centinaia di metri in linea d’aria rispetto al futuro ospedale provinciale, entro una riserva naturale e a ridosso di un’area di interesse archeologico rilevante. Dal processo anaerobico verranno prodotti due tipologie di “scarti”: una serie di inquinanti che andranno obbligatoriamente smaltiti in discarica (migliaia di tonnellate tra scarti, acque da depurare, liquidi esausti e condense) e il cosiddetto ‘digestato’ che sarà mischiato al compost che da studi e da esperienze precedenti su impianti simili è risultato essere pericoloso in quanto contenente cariche batteriche molto importanti. Siamo sicuri che l’impianto sia realmente “bio”? Il metano prodotto è un gas clima alterante se emesso in atmosfera, inquinante se bruciato; quindi in piena crisi climatica gli investimenti dovrebbero essere concentrati sulle energie pulite (sole, vento, terra, acqua) e non sulle energie da combustione che introducono Co2 in atmosfera a discapito della produzione della materia organica, bene indispensabile per la vita, da tutelare. Il nostro appello rivolto ai Sindaci dei Comuni che aderiscono al consorzio è quello di votare contro la realizzazione dell’impianto optando per un miglioramento di quello già esistente con l’obiettivo di realizzare una vera economia circolare riutilizzando la materia nel rispetto di quanto previsto dalla direttiva europea in tema di rifiuti».

 

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