Il polo scolastico di Camerino
di Monia Orazi
Camerino serra le fila e propone di accorpare le scuole superiori in un unico istituto scolastico, per avere una popolazione di 1.200 alunni che la mette al riparo dalla mannaia della perdita dell’autonomia. San Severino propone, come l’anno scorso, di accorpare il professionale Ercole Rosa al tecnico Divini, per creare un istituto tecnico superiore sul modello del Mattei di Recanati. L’operazione di accorpamento in entrambi i Comuni passa dal rendere autonome le rispettive sedi del professionale dall’ipsia Pocognoni di Matelica, di cui sia l’Ercole Rosa di San Severino che il Gilberto Ercoli di Camerino sono sedi distaccate. Dal Pocognoni di Matelica la proposta è invece quella di accorpare il professionale al comprensivo Enrico Mattei, che comprende infanzia, elementari e medie, per conservare una dirigenza scolastica autonoma.
I Comuni iniziano a correre ai ripari, in vista dell’accorpamento di sedi scolastiche che prevedono un unico dirigente scolastico con una popolazione scolastica minima di 900-1000 alunni. Per i centri del cratere sismico più colpiti, la Regione Marche ha previsto una deroga fino al 2026 sui numeri, per favorire il mantenimento delle istituzioni scolastiche esistenti, a prescindere dallo spopolamento causato dal sisma. La legge prevede che a deliberare sul dimensionamento scolastico siano prima i Comuni, che formulano le loro proposte da inviare alla Provincia dopo aver sentito gli istituti scolastici, che delibera sul quadro complessivo, mentre l’ultima parola e decisione definitiva spetta poi alla Regione. Sul tema scuola l’anno scorso ci furono diversi scontri, per la decisione della Provincia di accorpare l’Antinori al Pocognoni di Matelica, oggetto poi di un passo indietro e di cancellazione da parte della Regione.
L’istituto Pocognoni di Matelica
Scendendo nel dettaglio, a Camerino dall’asilo alle superiori c’è una popolazione scolastica di 1.742 alunni, l’istituto comprensivo Betti comprende anche le scuole d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di Serravalle di Chienti. Per il momento sono sedi sottodimensionate rette da un reggente il comprensivo Coldigioco di Apiro e il comprensivo Paoletti di Pieve Torina, per le superiori il tecnico Antinori di Camerino, il convitto nazionale Leopardi di Macerata, l’Iis Bramante-Pannaggi di Macerata e l’Iis Gentili di San Ginesio. Si legge nella delibera di giunta di Camerino: «L’amministrazione ritiene di dover proporre una nuova programmazione che sia in linea con le nuove normative nazionali di recente emanazione e che tenga conto del tendenziale denatalità, unitamente allo spopolamento delle aree interne; per questo si propone di aggregare la sede associata “G. Ercoli”, sita a Camerino, dell’istituto Ipsia Pocognoni di Matelica costituendo un unico istituto d’istruzione superiore Costanza Varano con l’istituto tecnico commerciale e per geometri di Camerino; tale unico Istituto secondario di secondo grado avrebbe una popolazione studentesca pari a n. 1.227 studenti, quindi in perfetta linea con le normative nazionali». Ecco le motivazioni dell’accorpamento di San Severino: «Questo Comune, a seguito di tutti i disagi seguiti alla perdita dell’autonomia dell’Ipsia “Ercole Rosa” di San Severino Marche, non può permettersi per i suoi giovani di impoverire ancora l’offerta scolastica, né tanto meno la qualità del servizio scolastico presente; per questo si propone di rendere autonoma la sede coordinata “E. Rosa” (sita a San Severino Marche) dall’Ipsia “Don Enrico Pocognoni” di Matelica; aggregare la sede coordinata “E.Rosa” (sita a San Severino Marche) all’Itts “Divini”, già operante a San Severino Marche, in funzione della creazione di un nuovo polo scolastico (tecnico-professionale) per le aree interne (speculare all’Iis Mattei di Recanati per l’area costiera. Ne conseguirebbero miglioramenti dell’offerta formativa scolastica per l’istruzione superiore poiché l’Ipsia “E. Rosa” di San Severino Marche avrebbe più occasioni di integrarsi con il suo territorio in modo ampio e articolato, diventando partecipe delle varie iniziative condivise».
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Forse l’accorpamento delle scuole, così come quello dei Comuni, non deve essere visto come una minaccia, ma come un’opportunità di auspicabile riduzione dei costi.
L’accorpamento va fatto a più non posso in tutti i campi per ridurre i costi e da noi in Italia signori di cose da accorpare ce ne sono molte.