Scuola iniziata da una settimana:
mancano docenti, sostegno e bidelli
«E l’algoritmo fa solo danni»

IL CAOS in fase di nomina dei docenti per le supplenze, chi ha più anni di esperienza scavalcato dai neolaureati. Il segretario provinciale di Macerata dello Snals Ugo Barbi denuncia: «Personale tecnico amministrativo e collaboratori scolastici sotto organico, non si riesce a garantire la sicurezza scolastica». Assistenti educativi precari e pagati ad ore, presidio Fp Cgil ad Ancona

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Ugo Barbi

Anno scolastico nuovo, problemi vecchi. La scuola è ripartita il 13 settembre, ma mancano all’appello supplenti da nominare, personale tecnico amministrativo e collaboratori scolastici. A tracciare un quadro della situazione in provincia di Macerata è Ugo Barbi, segretario provinciale del sindacato autonomo Snals: «Sono rimaste scoperte tante cattedre, purtroppo docenti con cinque, sei anni di esperienza sono rimasti a casa, mentre i neolaureati sono stati chiamati per una supplenza. E’ giusto, ci mancherebbe, però è strano che si decanti la continuità didattica, mentre l’algoritmo che effettua le nomine dalle graduatorie provinciali di supplenza non ne tiene conto. Come sindacalista Snals potevo comprendere che l’algoritmo fosse usato durante la pandemia quando non si poteva essere presenti in gran numero, ma adesso sono totalmente contrario a questo algoritmo, perché non tiene conto di dinamiche, che se le supplenze fossero conferite in presenza, si possono risolvere in modo semplice come accadeva negli anni passati. Ci sono persone che hanno compilato in modo corretto la domanda, ma non avendo le disponibilità effettive delle cattedre, pubblicate successivamente, non hanno ad esempio inserito la sede più lontana, l’algoritmo li salta e non sono stati chiamati, così in tanti si sono trovati in forte difficoltà, una volta uscite le disponibilità delle scuole. Dalle nomine sono stati esclusi anche appartenenti alle categorie protette, perché l’algoritmo dice che la legge 68 vale se presentata in una precedente procedura, molti l’hanno messa nella vecchia procedura due anni per le gps e non sono state chiamate per la supplenza. Dopo il nostro intervento in Provveditorato, in alcuni casi ci sono state rettifiche di nomine».

IL CASO DEI DOCENTI DI SOSTEGNO – Come ogni anno, devono essere ancora nominati molti docenti di sostegno, spiega Barbi: «Mancano anche i docenti di sostegno. Riguardo al corso di specializzazione per diventare insegnante di sostegno io stesso ho chiesto a livello ministeriale che chi di fatto lavora da anni nella scuola come docente di sostegno dovrebbe accedere direttamente al Tfa (Tirocinio formativo attivo), senza fare preselettiva che è un gratta e vinci, una lotteria tanto che molti non la fanno nemmeno più, nonostante durante l’anno svolgano tutti i compiti del docente di sostegno come chi è specializzato, non vedo perché non possano accedere direttamente al corso di specializzazione per il sostegno. Nominare sempre supplenti nuovi significa togliere continuità didattica ad un ragazzo con disabilità, cosa che è ancora più grave».

SEGRETERIE SCOLASTICHE IN AFFANNO – Anche in segreteria, personale sotto organico ed in affanno, denuncia Barbi: «Sul fronte del personale tecnico amministrativo siamo in grandissime difficoltà, perché le segreterie sono sempre più ingolfate di burocrazia, ad esempio le pratiche per le pensioni sono affidate a personale amministrativo poco formato per questo. Le segreterie sono in affanno perché devono seguire contemporaneamente didattica, protocollo, docenti, ricostruzioni di carriera, con un minimo personale che fa fatica a garantire la normale gestione. Solo durante la pandemia c’è stato un organico abbastanza buono, le segreteria sono state gratificate di personale aggiuntivo, solo il minimo indispensabile per gestire la scuola. Ora si è tornati a livelli di organico pre covid, con grande difficoltà. Anche l’organico dei collaboratori scolastici, i famosi bidelli, è sottodimensionato, ci sono istituti comprensivi composti da più plessi che hanno difficoltà a garantire l’apertura delle scuole e la sicurezza. Su questo punto i dirigenti scolastici sono in grande difficoltà, perché la responsabilità della sicurezza è loro. Nonostante i governi che si succedono si sente dire che la scuola ha bisogno di maggiore personale, ma nei fatti non si vede nulla. I soldi ci sono, ma sono usati in modo sbagliato, giusto usarli per i progetti, ma anche per aumentare l’organico dei docenti, Ata, assistenti tecnici e vanno aumentate le ore di laboratorio, chi esce dal mondo della scuola ha difficoltà a entrare nel mondo del lavoro, perché con le ore di laboratorio dimezzate, non si riesce ad insegnare la manualità per certe professioni».

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Il presidio ad Ancona

FP CGIL, PRESIDIO PER I DIRITTI DEGLI ASSISTENTI EDUCATIVI – Nei giorni scorsi ad Ancona si è tenuto un presidio, rilanciato anche da Fp Cgil Macerata, per accendere i riflettori sulla situazione di precarietà lavorativa degli assistenti educativi all’autonomia e alla comunicazione dell’inclusione scolastica, che assistono nelle scuole alunne ed alunni disabili e nelle Marche sono oltre 200. Spiega la Fp Cgil di Macerata: «Il loro ruolo è indispensabile per l’integrazione degli alunni nel percorso scolastico eppure la loro condizione lavorativa è particolarmente poco tutelata, nonostante le competenze richieste. Non fanno infatti parte del personale scolastico, sono per la quasi interezza dipendenti di cooperative, e vivono una condizione di precarietà strutturale. Nonostante in molti casi abbiano formalmente un contratto a tempo indeterminato non hanno infatti alcuna certezza reddituale e vengono retribuiti solo per le ore in cui svolgono effettivamente il servizio: in tutti i casi di assenza del bambino affidato e di chiusura degli istituti scolastici queste lavoratrici e lavoratori non prestano servizio e non percepiscono alcuna retribuzione. Questa dinamica inaccettabile si inserisce in un quadro già particolarmente povero: i contratti individuali di lavoro sono sempre part time e gli inquadramenti contrattuali sono bassi». Concludono i sindacalisti Fp Cgil Andrea Coppari e Giovanni Smargiassi: «Riteniamo inconcepibile che nonostante la grande dedizione e professionalità degli assistenti educatori questa situazione di precarietà lavorativa (e reddituale) si traduca anche in precarietà del servizio per le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi, che hanno diritto a un sostegno e che non possono essere trattati come alunni di serie B, continueremo a mettere in campo tutte le azioni possibili, chiedendo finalmente il giusto riconoscimento della loro professione ribadendo che sono fondamentali per l’inclusione».

(redazione Cm)


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