Da sinistra: l’assessore alla cultura Katuscia Cassetta, il direttore artistico del Mof Paolo Pinamonti, Cinzia Maroni e la presidente dell’associazione Sferisterio Cultura Federica Frontini Costa
di Marco Ribechi
Gli aperitivi culturali tagliano il nastro della prima notte d’opera. Andrà in scena questa sera allo Sferisterio di Macerata la prima della Carmen che inaugurerà la 59esima stagione lirica del Mof. In cartellone, oltre al capolavoro di Georges Bizet, anche La Traviata di Giuseppe Verdi e Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti. Ad anticipare l’esordio in arena però il consueto appuntamento con gli Aperitivi Culturali agli Antichi Forni, presentato da Cinzia Maroni, dal titolo “Tu es le diable, Carmen?”. Ospiti il maestro e direttore musicale dello Sferisterio Donato Renzetti (che ha superato i cento diversi titoli diretti in carriera), il regista Daniele Menghini e il drammaturgo Davide Carnevali, intervistati dall’eccellente ritorno di Enrico Girardi penna del Corriere della Sera e ospite fisso del format targato Associazione Sferisterio Cultura.
Enrico Girardi intervista gli ospiti
Proprio in apertura il saluto dell’assessore alla cultura Katuscia Cassetta, del direttore artistico Paolo Pinamonti e della presidente dell’Associazione Federica Frontini Costa. Dopo la lettura da parte di Gabriela Lampa di un brano tratto dalla novella di Prosper Mérimée, da cui è tratta l’opera, il dibattito è entrato subito nel vivo con una Carmen che, attingendo alla tradizione e all’originalità, promette allo stesso tempo di parlare alla contemporaneità recuperando i recitativi. «La Carmen è una donna attuale e moderna – spiega Renzetti – da un punto di vista musicale anticipa l’impressionismo e Debussy. Questa Carmen vuole guardare al nuovo ma nel rispetto della tradizione a partire dalla reintroduzione del parlato». Da un punto di vista della regia molta attenzione anche al simbolismo: «Ci sono alcuni elementi fortemente spagnoleggianti – spiega Menghini – ma devono essere intesi come simboli di qualcos’altro. Abbiamo il toro, l’arena, il fuoco, aspetti che richiamano un’idea di diversità a cui guardare e tramite cui guardarsi». Proprio sul tema dello sguardo interviene anche Carnevali: «Questo è uno degli aspetti che ritorna più volte durante l’opera – spiega il drammaturgo – gli occhi di Carmen ci chiedono di cosa abbiamo paura, cosa dobbiamo esorcizzare con la sua morte. Quindi anche il tema del fare i conti con l’istinto, con l’animalità per poter superare i limiti della razionalità» .
Donato Renzetti e Daniele Menghini
Un allestimento pensato prima di tutto per recuperare l’energia originale dello Sferisterio. L’arena, infatti, era utilizzata fino agli anni ‘30 per le Giostre dei tori, una sorta di corrida. Ecco quindi che il richiamo a questo animale simbolico vuole essere qualcosa di tradizionale piuttosto che una semplice citazione all’esotismo spagnolo. «La Carmen è legata senza dubbio anche alla sensualità – conclude il regista – non volevamo però ridurre il tutto all’immagine di una sorta di odalisca. In Carmen ci sono molte informazioni, molti aspetti da comprendere di cui, il binario principale, è sempre la musica» . L’incontro si è concluso con la benedizione beneaugurante di Renzetti a Menghini “Diventerà qualcuno” prima della degustazione delle pietanze offerte dal Forno di Matteo e dall’azienda agricola La Credenza di Clara, il tutto bagnato da un ottimo Ribona.
Domani altro appuntamento agli Antichi Forni alle 12 dove si parlerà di Traviata per anticipare la seconda prima della stagione lirica.
Cinzia Maroni con Matteo Paparelli titolare de Il Forno di Matteo
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