Oltre 250mila euro di indennità Covid incassate a nome di ignari collaboratori. E’ quanto scoperto dalla Guardia di finanza di Fermo, che denunciato tre soci di un’associazione sportiva dilettantistica per falsità materiale commessa da privato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Lo schema fraudolento ricostruito dalla Finanza
Tutto è nato dai controlli sui contributi elargiti dal governo con il decreto del 17 marzo 2020 “Cura Italia” varato per aiutare categorie professionali messe a dura prova della pandemia con limitazioni degli introiti e, a volte, la sospensione delle attività, come nel caso di centri e impianti sportivi, i primi a essere interdetti con le restrizioni sanitarie e conseguenti problemi anche per i lavoratori. Le Fiamme gialle hanno scoperto nei cassetti fiscali di alcuni giovani associati all’associazione sportiva una Certificazione unica emessa per loro da Sport e Salute spa relativa all’erogazione di una somma riconducibile a contributi mai richiesto né percepito.
E così è stato ricostruito il sistema fraudolento. Secondo i militari della Finanza l’associazione sportiva avrebbe presentato l’istanza per accedere al beneficio in nome e per conto di oltre 50 collaboratori sportivi, che però erano totalmente inconsapevoli come poi confermato da loro stessi e dalla documentazione esaminata.
Da questa documentazione è emerso, infatti, che c’erano anche diverse deleghe all’incasso, anch’esse falsificate secondo la Finanza, con cui i ragazzi, sprovvisti di un proprio conto corrente avrebbero richiesto l’accredito delle somme sul conto corrente della associazione sportiva. In realtà, dagli accertamenti bancari è venuto fuori che gli accrediti arrivavano effettivamente sul quel conto, ma poi non venivano girati ai legittimi beneficiari.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
La verità spesso viene a galla.