Il palazzo della Regione
di Francesca Pasquali
I dipendenti della Regione tornano in smart working. Lo prevede il Piao, il Piano integrato di attività e organizzazione per il triennio 2023-2025, approvato dalla giunta regionale nei giorni scorsi. Tra le altre cose, il documento regolamenta il lavoro agile, meglio conosciuto appunto come smart working. Che – si legge nel testo – «si fonda sulla fiducia e sulla responsabilizzazione del lavoratore, organizza il lavoro per obiettivi, offre maggiore flessibilità, combatte il presenzialismo, non impone vincoli di luogo ed è abilitato dai nuovi strumenti e tecnologie “senza fili”».
Sempre secondo il Piao, il lavoro agile produce benefici alla produttività, ma anche alla salute dei lavoratori e alla loro vita familiare, permette di risparmiare e fa bene all’ambiente. Da adesso in avanti, i dipendenti della Regione che lo vorranno potranno chiedere di lavorare uno o due giorni a settimana da casa. Per farlo, dovranno essere autorizzati dal dirigente del settore competente. La “deroga” è riservata ai lavoratori a tempo indeterminato e determinato, a tempo pieno o parziale, nuovi assunti compresi, a patto che il dirigente di riferimento ritenga che abbiano sufficiente esperienza lavorativa. Sono, invece, esclusi i dipendenti che lavorano su turni, quelli che usano macchinari in modo continuativo e quelli i cui compiti non si conciliano con il lavoro agile. Lo smart working dovrà durare da un minimo di sei mesi a un massimo di un anno e potrà essere prorogato.
Il boom del lavoro da casa c’è stato durante il pandemia. Nel 2020, i dipendenti della Regione che hanno usufruito dello smart working sono stati 1.831, l’88,75%. Man mano che il Covid ha allentano la presa, la cifra è scesa. Nel 2021 erano 1.302, il 71%. Nel 2022, 1.224, il 64%. Finita l’emergenza, la situazione era destinata a tornare alla normalità. Ma visto che «il lavoro agile è soprattutto una potente leva di ripensamento organizzativo per migliorare le performance aziendali, valorizzando al contempo il talento degli individui», come si legge nel Piao, il 28 marzo dell’anno scorso la giunta regionale ha approvato una delibera che introduceva “il lavoro agile ordinario in regime sperimentale” per i suoi dipendenti. Entrata in vigore il 1° aprile, la sperimentazione sarebbe dovuta terminare il 31 dicembre, per lasciare il posto al regolamento definitivo, ma è stata prorogata al 28 febbraio di quest’anno. Con il nuovo regolamento approvato pochi giorni fa va, ora, a regime.
(Clicca qui sopra per ascoltare la notizia in podcast)
Il presenzialismo di chi?!?!
Almeno evitando di andare in Ufficio si Inquina meno
Gli stipendifici più grandi d'Italia....costituiti nel 1970, con la loro abolizione troppi benefici ci sarebbero oltre quelli ambientali....
Sarebbe ottimo se potesse essere garantita lefficienza del dipendente pubblico! Ho molti dubbi a riguardo
Verissimo come che gli elefanti volano servirebbe ben altro per sconfiggere il virus della burocrazia
Meglio un dipendente pubblico che non timbra e fa finta di lavorare piuttosto di uno che timbra e poi va al bar.
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Come si spiega che le spese aumentano e i servizi diminuiscono? Quando dovremo rivolgerci in regione potremo telefonare o andare direttamente a casa degli impiegati? Quindi con lo smart working ci dovremmo aspettare almeno una diminuzione delle tasse e una migliore qualità dei servizi.
il posto fisso dei balocchi, beati loro
Lo smart working va bene solo per le persone amanti della solitudine, per chi invece ama gli intervalli lavorativi ove prende un caffè con i colleghi il sistema è disastroso. Tra l’altro l’isolamento impedisce l’esercizio completo dei diritti dei lavoratori, in quanto questi sono isolati nelle rispettive abitazioni. Ecco perché si usa una forma mista, ad esempio due o tre giorni a casa e rispettivamente tre o due giorni in ufficio. D’altronde non esiste – per gli studenti – l’equivalente, ossia lo ‘smart studying’.
E pazienza se l’aria fuori è un po’ più inquinata a causa del traffico, ce ne faremo una ragione.