Nando Ottavi
di Francesca Marsili
La nomina remunerata del presidente del Consiglio di amministrazione dell’Assm Nando Ottavi sarà oggetto di un’interrogazione nel prossimo Consiglio comunale a firma Silvia Luconi a nome del gruppo di minoranza “Tolentino nel Cuore”. Con l’atto i consiglieri di opposizione intendono capire se il patron di Nuova Simonelli, nominato il 26 settembre, «con un compenso annuo di euro 24.498,16, se pensionato, sia in chiaro contrasto con le disposizioni che prevedono espressamente che ai soggetti già lavoratori autonomi, pubblici o privati, collocati in quiescenza, è fatto divieto di conferire ai medesimi soggetti, incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organo di governo delle amministrazioni e degli enti e società da esse controllate e dove gli incarichi e collaborazioni sono consentite, esclusivamente a titolo gratuito e per la durata non superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile presso ciascuna amministrazione».
Il nodo quindi, secondo i consiglieri di “Tolentino nel Cuore” sarebbe nel fatto che per Ottavi, qualora in pensione, ed è proprio questo che attraversano l’interrogazione cercheranno di capire, per ricoprire l’incarico di presidente del Consiglio di Amministrazione di Assm, non dovrebbe essere stato determinato alcun emolumento, altresì si configurerebbe «un’inconferibilità». I firmatari, nel documento, premettono che questa interrogazione «non ha nulla a che vedere con la figura umana e professionale di Nando Ottavi, stimato imprenditore, ma ha l’unico scopo di dare risposte urgenti e necessarie alla città, circa l’operato del sindaco e di tutta la sua amministrazione attraverso il massimo organo amministrativo espresso dalla comunità locale, quale è il Consiglio comunale».
Silvia Luconi
A supporto dei loro dubbi, nel documento scrivono come «la ratio della disposizione normativa, come recentemente sottolineato dalla Corte dei Costituzionale in una sentenza, si collega al “carattere limitato delle risorse pubbliche”. Come pure la deliberazione della Corte dei Conti Sezione regionale di controllo della Lombardia del 30 gennaio 2019 in cui “si evidenzia che la possibilità da parte di un ente pubblico territoriale, quale il Comune, di conferire cariche in organi di governo di enti e società controllate a soggetti titolari di pensione è consentita solo nel caso in cui l’incarico sia a titolo gratuito. È infatti vietata la corresponsione di un compenso a soggetti collocati in quiescenza». La nomina di Nando Ottavi, avvenuta lo scorso 26 luglio, era avvenuta a seguito delle dimissioni del suo predecessore, il dottor Stefano Servili, dipendente del Servizio Sanitario Nazionale dove l’Asur aveva ravvisato un conflitto di interessi poiché la stessa ha un rapporto di collaborazione con le Terme di Santa Lucia gestite appunto da Assm.
«Considerato che il 28 luglio scorso – evidenzia il gruppo – si rinnovava il Consiglio di amministrazione e il Collegio sindacale e che ai sensi dell’art 2383 del Codice civile i nuovi amministratori hanno presentato, precedentemente alla sua nomina, la dichiarazione circa l’esistenza a proprio carico delle cause di ineleggibilità, incompatibilità e di interdizione dall’ufficio di amministratore adottate nei propri confronti, interroghiamo per sapere: se Nando Ottavi è in pensione e se all’interno del Consiglio di amministrazione ci siano altri soggetti in pensione».
Monia Prioretti, Silvia Tatò e Silvia Luconi
I consiglieri Silvia Luconi, Silvia Tatò e Monia Prioretti chiedono inoltre «quali siano gli emolumenti stabili per il presidente del Consiglio di amministrazione e quali per altri soggetti. Quale sia la durata degli incarichi degli stessi. Se siano stati interpellati soggetti a cui è demandato il compito di verificare la regolarità di tali nomine (Segretario generale, Responsabile dell’area Segreteria/Affari generali, Collegio sindacale, Organismo di vigilanza, Responsabile Prevenzione Corruzione, ecc) e se gli stessi abbiano fornito un parere o se ci sia stata una tale “supponenza politica” che li abbia costretti ad “adeguarsi” alla volontà del sindaco in quanto appare impossibile che queste “disattenzioni” o meglio “pressappochismi” si possano verificare così di frequente, considerando inoltre che il sindaco stesso si è dotato, all’interno del suo staff, di un avvocato che ricopre anche il ruolo di vice procuratore onorario presso il tribunale di Macerata, come esperto in materie giuridiche. Se alla luce della precedente interrogazione che riguardava l’incompatibilità del dottor Stefano Servili, non abbia avvertito la necessità di fare accurate verifiche circa la possibilità di nomina del nuovo presidente, evitando allo stesso stesso la gogna mediatica e politica vissuta dal precedente presidente dato sono persone rispettabili che non meritano tali leggerezze?
Se, tenuto conto che in sede assembleare del 28 luglio 2022 è stato determinato il compenso per il Consiglio di amministrazione nella misura di 94.498,16 euro, si è mai provveduto a revoca/correzione di detta deliberazione in conseguenza a attribuzione da parte del Cda di compensi pari a 24 498,16 euro per il presidente e di 200 euro quale gettone di presenza per i consiglieri. Se può escludere che ipotesi analoghe siano configurabili per altre posizioni. Se in virtù di quanto sopra ritiene che gli atti firmati dai Presidenti illegittimamente nominati siano validi». Luconi interroga la maggioranza anche su un aspetto dell’Assm più politico chiedendo:
«Quale governance ha idea di adottare nella Assm posto che a distanza di oltre cinque mesi dalla data dell’assemblea fissata per la nomina dell’organo amministrativo la società è totalmente ingessata a seguito delle traversie relative alle nomine dei Presidenti.
Se, in virtù della constatata insufficienza operativa del Consiglio di amministrazione, sia strategicamente ancora opportuna la nomina del Direttore generale con il conseguente conferimento di ampie procure. Se è vero che il presidente Nando Ottavi abbia dovuto rinunciare all’indennità precedentemente deliberata perché altrimenti non avrebbe potuto continuare a ricoprire la sua carica e se, anche altri componenti del Cda abbiano dovuto rinunciare all’indennità a causa della norma che non è stata studiata al momento del conferimento delle nomine».
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