«Nessun esercizio abusivo
nella struttura sanitaria privata,
atteggiamento dannoso del Pd»

POTENZA PICENA - Il sindaco Noemi Tartabini fa chiarezza sulla polemica sollevata dal Partito Democratico: «Uno dei professionisti non era in possesso dell’autorizzazione necessaria a lavorare in quella sede, solo un mero adempimento amministrativo. Nessun rischio legato alla salute delle persone. Il comportamento dalla minoranza lascia intravedere bersagli politici e non certo attività di servizio al cittadino»

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Noemi Tartabini

«Un’ordinanza comunale sospende l’attività ad uno dei professionisti di una struttura sanitaria privata, poiché non in possesso dell’autorizzazione necessaria a lavorare in quella sede. Nessun esercizio abusivo della professione, solo un mero adempimento amministrativo. Lo stesso professionista ha subito provveduto a sanare la propria posizione, inoltrando richiesta di autorizzazione al Comune e sospendendo temporaneamente l’attività sino alla concessione della stessa». Il sindaco di Potenza Picena Noemi Tartabini fa chiarezza sulla polemica sollevata dal Partito Democratico locale e attacca: «in questa vicenda l’atteggiamento assunto dalla minoranza lascia intravedere bersagli politici e non certo attività di servizio al cittadino»

In una nota dettagliata l’amministrazione comunale ripercorre tutte le tappe. «Lo scorso 14 ottobre il dipartimento di Prevenzione igiene ambienti aperti e confinanti dell’Asur, dopo un’ispezione nella sede di una società privata, operante in ambito sanitario nel territorio di Potenza Picena, ha trasmesso al Comune il verbale nel quale veniva segnalato che la struttura, dichiarata come sede di studi medici e professionali, poteva invece essere “configurabile come poliambulatorio…”, chiedendo al Comune le verifiche e gli adempimenti di rispettiva competenza – si legge -. Considerata la corposa e complessa normativa di riferimento e l’impossibilità per il Comune di intervenire in maniera immediata, poiché era necessario acquisire informazioni che non risultavano presenti nel verbale trasmesso, l’ufficio competente (Area lavori pubblici e urbanistica – Divisione Suap), dopo alcuni approfondimenti, ha coinvolto Regione e Asur in quanto enti sovraordinati competenti in materia. Questo anche al fine di evitare di adottare provvedimenti affrettati che avrebbero potuto comportare un ricorso nei confronti dell’ente, con costi a carico della macchina comunale nonché dei cittadini. A seguito di diversi confronti con Regione e Asur, si è condivisa la procedura da seguire: il Comune ha emesso, ai sensi di legge, apposita diffida il 17 novembre con cui si intimava alla società, pena la sospensione dell’attività, di fornire entro sette giorni tutti gli elementi mancanti nel verbale Asur, indispensabili per una corretta ed inequivocabile descrizione della situazione – prosegue l’amministrazione comunale -. La società ha fornito la documentazione richiesta entro i termini. Il 5 dicembre, nel corso di un ulteriore incontro con Regione e Asur, visionata la documentazione prodotta, è stato confermato che la struttura opera come sede di studi medici e professionali, dunque non si configura come poliambulatorio. Tuttavia, qualora la società decidesse di divenire in futuro poliambulatorio, l’evoluzione sarà possibile previa autorizzazione degli enti competenti e con tutti gli accorgimenti previsti dalla normativa in atto. A conclusione della complessa istruttoria, il 15 dicembre, è stata emessa l’ordinanza comunale di sospensione dell’attività per uno dei professionisti che opera nella struttura, poiché non in possesso dell’autorizzazione amministrativa comunale, necessaria a svolgere la propria professione in quella sede. Nessun esercizio abusivo della professione, solo un mero adempimento amministrativo. Lo stesso professionista ha subito provveduto a sanare la propria posizione, inoltrando richiesta di autorizzazione al Comune e sospendendo temporaneamente l’attività sino alla concessione della stessa».

«A margine di questa vicenda – commenta il sindaco di Potenza Picena Noemi Tartabini – c’è un atteggiamento dannoso e ingiustificato dei consiglieri di opposizione che hanno in tutti i modi ostacolato la corretta informazione verso i cittadini e l’operato sereno degli uffici competenti. La questione in oggetto ha riguardato esclusivamente degli adempimenti amministrativi. Nessun rischio legato alla salute dei cittadini. come invece poteva intendersi alle comunicazioni del Partito Democratico».

«Il 2 novembre si registra la prima richiesta di accesso agli atti fatta dal Partito Democratico, avente per oggetto tutta la documentazione (atti, verbali, provvedimenti) prodotta nell’ultimo anno in merito a tutte le strutture sanitarie private del nostro territorio – spiega l’amministrazione -. Considerata la generalità della richiesta e la mole di documenti presente, la cui ricerca avrebbe comportato tempi lunghi con ripercussioni sullo svolgersi dell’attività ordinaria, gli uffici, con la massima disponibilità, hanno chiesto ai consiglieri di concordare un calendario di incontri nei quali avrebbero potuto visionare tutta la documentazione o, se preferivano, di circoscrivere meglio la richiesta. Il 10 novembre, tramite mail, l’opposizione circoscrive la richiesta a livello temporale. Dopo sette giorni, viene inviata loro tutta la documentazione».

«Nonostante questo – specifica il primo cittadino – nei giorni immediatamente seguenti si parla di incomprensibili ostacoli e resistenze da parte del Comune».

«Il 27 novembre – prosegue la nota dell’amministrazione – si registra una nuova richiesta di accesso agli atti che viene trasmessa dal protocollo all’ufficio competente il 29 novembre, giorno in cui uno dei consiglieri di minoranza minaccia gli uffici di ulteriori uscite sulla stampa qualora non ci fosse stata immediata trasmissione della documentazione. E infatti nei giorni seguenti si verifica l’ennesima ingiustificata uscita sulla stampa dove si parla di inerzia degli uffici».

«Con un’istruttoria in corso – prosegue ancora il sindaco – che si sarebbe conclusa di lì a pochi giorni (5/12, ndr), il rischio era di diffondere una documentazione incompleta e non rispondente ai fatti».

«Il 5 dicembre un consigliere di minoranza si reca all’ufficio competente minacciando di tornare dopo mezz’ora se non avesse avuto subito gli atti – aggiunge la nota dell’amministrazione -. L’ufficio verbalmente ha informato il consigliere che si sarebbe tenuta nel pomeriggio un’altra riunione con la Regione e l’Asur e che da lì a qualche giorno tutta l’ulteriore documentazione richiesta sarebbe stata a disposizione (tutto verrà inviato infatti il 12 dicembre ovvero solo quattordici giorni dopo la richiesta) ai fini di una visione chiara del procedimento e dei fatti da rappresentare ai cittadini. Il 12 dicembre, una delegazione guidata dai consiglieri di opposizione e da Mario Morgoni si è recata nuovamente all’ufficio e, malgrado la rassicurazione da parte del personale dipendente di invio immediato degli atti richiesti, “tacciava di omissioni e reticenze e minacciava che avrebbero dovuto rispondere di questo di fronte al Prefetto e alla Procura e che non avrebbero esitato ad andare sulla stampa ogni giorno con articoli in merito”».

«Questa è la descrizione contenuta nella copiosa relazione redatta dall’ufficio competente, supportata da azioni, atti e testimonianze – conclude il sindaco Noemi Tartabini -. L’articolo 43 del Testo unico degli enti locali dà diritto ai consiglieri di ottenere tutte le informazioni e le notizie utili al proprio mandato. Essi sono però tenuti alla segretezza, soprattutto in casi in cui il lavoro di indagine e verifica non è ancora concluso e può avere profili sanzionatori, anche penali. Ma in questa vicenda l’atteggiamento assunto dalla minoranza lascia intravedere bersagli politici e non certo attività di servizio al cittadino».

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