Ecco il monastero, a sei anni dal sisma
le 17 Carmelitane riabbracciano Tolentino.
Legnini: «Costruito in 10 mesi, sia da esempio»

GALLERIA FOTOGRAFICA - Il convento, ricostruito interamente in legno, era stato reso inagibile dalle scosse del 30 ottobre 2016. La commozione della priora, suor Maria Chiara Tani per il ritorno dopo un lungo perigrinare (prima a Fano, poi a Cascia): «Un’emozione indescrivibile, questa per noi che non usciamo non è solo la casa, è il mondo». Il vescovo Marconi: «Questa è la scuola dove venire ad apprendere come aprire gli occhi del cuore»

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L’ABBRACCIO tra la priora, suor Maria Chiara Tani, e il commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini

di Francesca Marsili

Alle 7,40 del 30 ottobre 2016 la terra tremò con una magnitudo di 6.5 e fuggirono per trovare riparo.

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Il nuovo monastero

Stamane, a sei anni esatti di distanza dal sisma che ha devastato il centro Italia e reso inagibile il loro monastero, le monache Carmelitane scalze di Tolentino sono ufficialmente tornate nella loro nuova “casa”, in via del Carmelo, nei pressi del cimitero cittadino. L’inaugurazione, sotto un sole cocente, è stata abbracciata da centinaia di persone, parenti e amici, arrivate anche da fuori regione e che hanno seguito la cerimonia dal maxischermo posizionato nel chiostro.

A presiedere la messa con il rito per la consacrazione del nuovo altare della chiesa adiacente il vescovo della diocesi di Macerata Nazzareno Marconi. Presenti il commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini, il sindaco di Tolentino Mauro Sclavi e la sua Giunta e il primo cittadino di Cascia Mario De Carolis.

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La felicità di suor Maria Chiara Tani, priora del monastero Santa Teresa, è tutta nei suoi occhi e in quelli delle altre sedici sorelle che dopo un lungo perigrinare prima a Fano poi a Cascia, ospitate da loro consorelle, si sentono finalmente al sicuro e potranno riprendere il loro percorso di clausura.

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Suor Maria Chiara Tani

«E’ un’emozione indescrivibile, il monastero non è solo la casa – spiega la madre priora – per noi che non usciamo ha una valenza molto più importante, è il mondo, quello della preghiera e della fede. Quella mattina di sei anni fa – ricorda – era appena iniziata l’eucarestia, le vetrate, altissime, iniziarono a tremare; le crepe nei muri si aprirono sotto i nostri occhi. Questa struttura, che ricalca la superficie di circa 2000 metri quadrati del vecchio monastero – prosegue la priora – é ovviamente a prova di terremoti, abbiamo anche il fotovoltaico per cercare di essere in parte autosufficienti dal punto di vista energetico. Questa mattina arriviamo alla fine di un percorso lungo e faticoso, sarà la casa di tutti, le porte saranno aperte a chiunque avrà bisogno di essere ascoltato e accolto».

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Nell’omelia che ha preceduto il rito della consacrazione del nuovo altare della chiesa, il vescovo Marconi ha parlato ai fedeli e alle stesse sorelle.

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Il vescovo Nazzareno Marconi

«La solidità di questa pietra è simbolo di Cristo che stabilmente si ferma in questa casa che è di Dio, di una comunità di consacrate, di tutti noi. Donerà stabilità alle nostre vite fragili. Il monastero contemplativo come questo è la scuola dove venire ad apprendere come aprire gli occhi del cuore. Carissime sorelle carmelitane – ha concluso- il mio augurio di oggi è che ogni fratello e sorella che verranno in questo monastero possano vedere Dio nei vostri occhi, questo è il vostro modo di evangelizzare e noi abbiamo bisogno di vedere il Signore negli occhi di chi lo vede».

Una struttura prefabbricata, quella del nuovo monastero delle carmelitane Scalze di Tolentino, interamente in legno, completamente antisismica ed ecosostenibile, con pannelli fotovoltaici e “solar tubes” per sfruttare l’illuminazione naturale, realizzata dall’azienda Wolf Haus la cui posa della prima pietra è avvenuta l’11 dicembre 2021.

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Il commissario Legnini con la vicesindaca Alessia Pupo e l’assessore alla ricostruzione Flavia Giombetti

Parole di soddisfazione quelle del commissario Giovanni Legnini, «per una ricostruzione cosi efficace e sicura che restituisce a questa comunità di religiose dopo tanto tempo. Questa struttura – ha concluso – costituisce un esempio da emulare anche perché realizzata in tempi straordinariamente brevi: in dieci mesi hanno ricostruito un convento. Questo significa che molte cose sono possibili, basta volerlo e farle bene. Il dato oggettivo è che occorrono più progetti e più imprese». dello stesso avviso il primo cittadino di Tolentino Mauro Sclavi: «Questo ritorno a casa rappresenta un esempio perché la speranza vale fino a un certo punto. Le sorelle hanno dimostrato come la speranza si trasforma in un esempio. Se con questo metodo in dieci si è restituito un monastero, questa amministrazione cercherà con tutte le sue forze di copiare questa linea per far si che in cinque anni riusciremo a consegnare, non a progettare. Bisogna realizzare e consegnare – ha sottolineato il sindaco a conclusione – . L’auspicio che questa giornata mi lascia nelle vene è di poter consegnare alla città di Tolentino le opere che merita da troppi anni».

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Gianluca Loffredo, subcommissario straordinario alla Ricostruzione e il sindaco Mauro Sclavi

 

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Un monastero tutto in legno per le 17 suore Carmelitane (Foto)



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