«Saranno i cittadini a valutare
l’operato della giunta Acquaroli
non le ricostruzione fantasiose del Pd»

LA CONSIGLIERA e segretaria regionale di FdI Elena Leonardi difende il "suo" governatore dopo gli attacchi dem sul calo di consenso e sulle sconfitte del centrodestra a Fabriano e Jesi. Ma Mangialardi rincara la dose: «Il presidente sostiene che ci vuole tempo per poter apprezzare i presunti benefici derivanti dalle riforme attuate dalla sua giunta? Non hanno prodotto un solo intervento strutturale degno di nota»
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Elena Leonardi

 

«Il Pd marchigiano non ha perso l’abitudine di raccontare ai cittadini una versione dei fatti completamente distorta cercando di piegare dati e risultati elettorali delle amministrative a suo uso e consumo». Con queste parole la consigliera regionale di FdI Elena Leonardi risponde alle critiche del Pd (in particolare il commissario Losacco e il consigliere Mastrovicenzo) che ieri, nel commentare i risultati del sondaggio Noto pubblicato del Sole 24 ore che ha visto il governatore Acquaroli perdere posizioni quanto a gradimento nei cittadini, avevano parlato anche delle sconfitte di Jesi e Fabriano alle amministrative come segnale di un disaffezionamento alla giunta regionale.

«È paradossale affermare che i risultati delle amministrative di Jesi e Fabriano siano sintomo di una bocciatura del governo regionale – ribatte la Leonardi, che è anche segretaria regionale del partito di Acquaroli – Forse da Roma non si sono accorti che né Jesi né Fabriano fossero governate dal centrodestra, che quindi non ha perso nulla. Anzi, se guardiamo ai risultati globalmente il risultato negli altri Comuni al voto racconta esattamente il contrario, senza dubbi positivo verso il centrodestra. Se tanto ci dà tanto, i cittadini hanno confermato il governo di Civitanova ed hanno consegnato al centrodestra le città di Corridonia, di Porto San Giorgio e Camerino, prima guidate dalla sinistra. Negli altri Comuni al voto, il Pd non è arrivato nemmeno al ballottaggio. Sono i cittadini che valuteranno l’operato dell’amministrazione Acquaroli alla fine del mandato e non di certo delle ricostruzioni fantasiose del Pd. Il centrodestra nelle Marche dopo un anno e mezzo condizionato dall’emergenza pandemica, è al lavoro su tutti i fronti per portare a casa le tante riforme attese dai cittadini, a partire dalla sanità. Lasciamo al governatore e all’amministrazione il tempo di lavorare per le Marche e di rimediare ad anni di immobilismo e alle conseguenze di scelte discutibili che ci hanno portato alla grave situazione nella quale ci troviamo».

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Maurizio Mangialardi

Ma il risultato del sondaggio è un’occasione troppo ghiotta per l’opposizione e così il capogruppo dem Maurizio Mangialardi rincara la dose.  «Leggo con grande stupore e imbarazzo le giustificazioni avanzate da Acquaroli circa la sua verticale perdita di consensi rilevata dall’indagine sulla Governance poll del Sole 24 ore – dice – Il presidente sostiene che ci vuole tempo per poter apprezzare i presunti benefici derivanti dalle riforme attuate dalla sua giunta. Ma di quali riforme parli non è dato sapere. Fin dal suo insediamento questa giunta non ha prodotto un solo intervento strutturale degno di nota o almeno capace di caratterizzare il suo operato. Hanno approvato una miriade di leggi e leggine spot, spesso neppure finanziate in sede di bilancio, solo per soddisfare la fame di voti di assessori e consiglieri nei loro rispettivi territori. Si sono trasformati o creati ex novo enti e organizzazioni che non sono altro che inutili carrozzoni per piazzare qua e là i loro uomini, appesantendo in tal modo la macchina amministrativa e aumentandone i costi in maniera significativa».

«Nonostante il cambio di fase dettato dal Covid-19 – aggiunge Mangialardi – nulla è stato fatto per adeguare il Piano socio sanitario alle nuove esigenze, tanto che le Marche risultano tra le peggiori regioni d’Italia nella gestione della pandemia. L’unica cosa che sono riusciti a realizzare concretamente sul piano sanitario è stata la cancellazione degli ospedali di primo livello programmati dalla precedente Amministrazione. E’ forse questa la grande riforma da cui Acquaroli si attende una crescita del proprio consenso? Evidentemente sì, visto che tutte le promesse fatte in campagna elettorale sono state puntualmente tradite e archiviate: dalla riapertura dei piccoli ospedali all’assunzione di migliaia di medici e infermieri. Capisco la sua difficoltà, ma forse sarebbe stato meglio che il presidente Acquaroli avesse dato dimostrazione di maggiore lucidità ammettendo il fallimento di questi primi due anni di governo che sta costando carissimo alle marchigiane e ai marchigiani. Sarebbe stato sicuramente più onesto dal punto di vista intellettuale e forse anche più utile per cambiare quella rotta di governo che sta portando la regione sempre più alla deriva».

 

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