di Leonardo Giorgi
Cosa ci resterà del 2021? Una tradizione del nostro giornale è il riepilogo di fine anno. Ci guardiamo indietro, controlliamo gli articoli più letti, i più commentati, e li riportiamo in un riassunto che rappresenta un po’ il succo di tutto ciò di importante successo negli ultimi dodici mesi. A Natale abbiamo raccontato i principali fatti di cronaca (leggi l’articolo), per l’ultimo giorno dell’anno vogliamo condividere con voi le storie belle del 2021. In un anno segnato da tante tragedie, c’è stato anche questo.
Buon 2022, buona lettura.
L’orso marsicano avvistato sui Sibillini
ANIMALI – Una giornata grigia e piovosa di metà ottobre. Il sole, quando c’è, è solo una macchia bianca dietro una nube, che sembra aver poco da dire e poca voglia di fare. La guida escursionistica Filippo Monachesi cammina a testa bassa sui Sibillini, come tante altre volte. La pioggia si fa più lenta. Filippo alza lo sguardo, scorge qualcosa con la coda dell’occhio. Si ferma, non ci crede. L’emozione è tanta, ma dopo pochi secondi ha la lucidità di prendere il telefono e fare un video per dimostrare che è tutto vero: è un orso marsicano. Il filmato dura meno di un minuto, l’orso non degna altro tempo all’occhio tecnologico. Ma tanto basta. Non era mai stato avvistato in questo modo. L’ultima volta più di dieci anni prima, con l’aiuto di una foto trappola. Il Parco dei monti Sibillini ringrazia la guida e conferma: «Non è pericoloso per l’uomo, ma non va infastidito».
Non solo orsi: pochi giorni prima, a fine settembre, anche la martora, che mancava da decenni, torna sui Sibillini. E ancora, “L’occhio nascosto dei Sibillini”, con le sue foto trappole, il 28 aprile immortala finalmente il gatto selvatico. Un bellissimo e fiero esemplare, che nel tempo aveva quasi ottenuto lo status di “fantasma”. Il gatto selvatico infatti (anzi, i gatti, sono due gli esemplari “catturati” dalle fotocamere di Andrea Monti) è una creatura altamente evasiva, dall’olfatto e l’udito incredibilmente sviluppati.
Dalla montagna al mare, con il lieto fine: un cerbiatto che nuota al largo di Civitanova, avvistato dal pescatore Massimo Canuti. È il 30 aprile. L’animale, grazie all’intervento di Canuti che è rientrato verso il porto scortando l’esemplare in quella direzione, è riuscito a tornare a terra e a scappare via. La scelta tra mare o montagna, a volte, non è solo una questione umana.
“Catturato” il gatto selvatico: non è più il “fantasma dei Sibillini”
I bambini a casa del compagno di classe
BAMBINI – Il piccolo A. non è in classe da due settimane. Tra settembre e ottobre, per un problema di salute, non può raggiungere i compagni nella scuola d’infanzia Sacro Cuore di Montelupone. Sente la mancanza degli amici, così come loro di lui. Che fare? L’insegnante Carmela De Dato ha una brillante idea per una lezione indimenticabile: «Andiamo a trovare A. a casa». I compagni del bambino sono felicissimi e si organizzano per andare a casa di A. senza presentarsi a mani vuote. Gli alunni si privano delle cose più belle che hanno in classe, ma lo fanno col sorriso: la foglia più grande raccolta nel parco, un libro, un aeroplanino, un camioncino e una conchiglia. Arrivano a casa di A. e lo trovano felicissimo di poter rivedere tutti i suoi compagni e le insegnanti. Accetta sorpreso i doni e anche lui consegna un regalo ai suoi amici. Più di tutto, come sottolinea l’insegnante De Dato, rimane la lezione: «L’amicizia è mettere in circolo affetto».
Emozioni indimenticabili come quelle vissute dalla talentuosa Anita Bartolomei il 30 maggio: la piccola di Belforte del Chienti, 8 anni, vince lo Zecchino d’Oro con la canzone “Custodi del mondo” di Simone Cristicchi e Gabriele Ortenzi. «In bocca al lupo a tutti i piccoli custodi del mondo – commenta Cristicchi dopo la vittoria di Anita -, che possiate proteggerlo e renderlo ancora più bello».
https://www.cronachemaceratesi.it/junior/2021/10/16/lezione-di-amicizia-un-compagno-non-puo-andare-a-scuola-la-classe-si-trasferisce-a-casa-sua/63313/
https://www.cronachemaceratesi.it/junior/2021/05/30/anita-vince-lo-zecchino-doro-trionfo-maceratese-allantoniano/59825/
Festa per la vittoria degli Europei davanti lo Sferisterio di Macerata
CAMPIONI – La festa esplode per le strade prima ancora che Donnarumma riesca a rendersi conto di quello che ha appena fatto. Bandiere tricolori, clacson, fumogeni, cori. La Nazionale italiana è campione d’Europa e le piazze di Macerata, Civitanova e di gran parte della provincia sono una bolgia. Un successo di tutti gli italiani, ma per i marchigiani sembra avere un sapore diverso. Il vero artefice dell’impresa azzurra, con buona pace del portierone che si porta casa il premio di Miglior giocatore del torneo, è il mister Roberto Mancini. Il conterraneo, originario di Jesi, ha acceso l’orgoglio di tutte le Marche. Un legame, quello tra il ct e la sua regione, rafforzato anche dal suo ruolo di testimonial nelle varie campagne di promozione turistica. Campagne di successo, con la speranza di continuare a tifare per il Mancio anche in Qatar. Un quarto d’ora di strada ed ecco che da Jesi si passa ad Ancona, la città di Gianmarco Tamberi (nato però a Civitanova). Gimbo, in quell’indimenticabile primo agosto, vince la medaglia d’oro nel salto in alto di Tokyo 2020 a pari merito con il collega e amico Barshim. Soddisfazione enorme per le due medaglie tutte maceratesi ai Giochi paralimpici: l’argento nel lancio del peso di Assunta Legnante di Civitanova e il bronzo nei 1500 metri T20 di Ndiaga Dieng di Montecassiano. Dal lato Lube i tifosi biancorossi sono abituati così bene che sembra poco un anno che ha portato l’ennesimo Scudetto e la Coppa Italia. Per il calcio, da segnalare la cavalcata di mister Fabrizio Castori alla guida della Salernitana, riportata in Serie A dopo 22 anni.
L’ennesimo miracolo di Castori: Salernitana in Serie A dopo 22 anni
Giuseppa “Peppina” Fattori
ONORIFICENZE – Nonna Peppina ci lascia pochi giorni prima di compiere 99 anni. La nonna di tutta la provincia non ha mai avuto bisogno di cerimonie e premi per essere quello che, suo malgrado, è sempre stata: simbolo del terremoto e delle difficoltà di chi resiste tra le montagne. Prima di andarsene per sempre dalla sua frazione di San Martino di Fiastra però, Giuseppa Fattori ha l’onore, a febbraio, di essere nominata commendatore della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella.
Oltre a Peppina, sono diversi i cittadini maceratesi che ricevono onorificenze dal capo dello Stato. A ottobre, il giovanissimo Diego Ciccarelli di Macerata è stato riconosciuto “Alfiere del lavoro” da Mattarella dopo essere inserito tra i migliori 50 studenti d’Italia. Ora il ragazzo frequenta la facoltà di Medicina a Padova. Giornata indimenticabile quella del 28 novembre per Nazzarena Barboni di Camerino, che riceve direttamente dalle mani del presidente Mattarella l’onorificenza di ufficiale al merito della Repubblica italiana: dal dolore della perdita per il figlio Raffaello, nasce quattordici anni fa l’associazione che porta il suo nome, con la quale vengono portate iniziative a favore dei piccoli malati di tumore e delle loro famiglie. A dicembre, riceve l’attestato di Alfiere della Repubblica anche Michelangelo Melchiorri di Macerata, 19 anni, vigile del fuoco in servizio ad Apiro. Michelangelo esce dal corso per vigili del fuoco il 18 giugno con il massimo dei voti, ed è stato l’unico.
Inoltre il giorno dopo aver ottenuto l’idoneità di vigile del fuoco volontario, sostiene l’esame di maturità al liceo scientifico di Macerata. Qualcosa che non si vede tutti i giorni e che il presidente Mattarella gli ha voluto riconoscere. Onorificenza dal presidente e riconoscimenti dai colleghi del mondo della medicina per il chirurgo Massimo Sartelli dell’ospedale di Macerata: a maggio il dottor Sartelli viene insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, mentre in un report elaborato dalla Stanford University lo scorso novembre risulta uno dei 5 chirurghi più citati al mondo.
Non ha ancora ricevuto un’onorificenza, ma la sua immagine è comunque passata alla storia. Tommaso Claudi, 31 anni di Camerino, è stato l’unico diplomatico a rimanere a Kabul dopo la presa del potere da parte dei talebani ad agosto. E la foto che ha fatto il giro del mondo, è quella in cui lui mette in salvo dalla calca, fuori dal muro di cinta dell’aeroporto della capitale afghana, un bambino terrorizzato.
Mattarella premia nonna Peppina: è commendatore della Repubblica
Diego Ciccarelli da Mattarella: consegnato il riconoscimento di “Alfiere del lavoro”
Mattarella premia Nazzarena Barboni: «Mi ha riempito di gioia»
Michelangelo premiato da Mattarella: vigile del fuoco volontario diventa “Alfiere della Repubblica”
Lavora all’ospedale di Macerata uno dei 5 chirurghi più citati al mondo
Il coraggio del console di Kabul, il camerte Tommaso Claudi: «Fieri di quanto sta facendo»
Torna a casa il console Tommaso Claudi, ultimo italiano a lasciare l’Afghanistan
Le nozze di Benedetta Rapanelli con Fabrizio Ippolito
FORZA – Gli esami di Maturità sono finalmente finiti. Benedetta, al liceo classico, li ha superati con il massimo dei voti e la lode. La ragazza e gli amici festeggiano in un ristorante. È una cena bellissima. Felici tornano verso casa. Benedetta attraversa la strada, è ad un passo dal marciapiede. L’impatto è tremendo. Un’auto la travolge. Gli amici piangono, sono sconvolti. Arriva l’ambulanza, viene portata in ospedale in pochi minuti, ma sembra che ci sia poco da fare. I medici le danno poche speranze di vita. Provano però il tutto per tutto e a Torrette viene operata d’urgenza. Craniotomia decompressiva. Da lì un lungo periodo di coma, 5 mesi. È il 2004 e Benedetta Rapanelli di Macerata deve trovare la forza di nascere una seconda volta. Riabilitare ogni singolo gesto, imparare a parlare, tornare a muoversi sulle sue gambe, fidarsi delle sue stesse mani. Ma a Benedetta non basta superare semplicemente quest’altro esame. Dopotutto aveva preso 100 e lode alla Maturità. Non voleva sprecare i suoi talenti. Allora, durante la riabilitazione, si iscrive a Lettere e scienze dello spettacolo. Si laurea, e riesce a specializzarsi in Filologia classica e moderna. A specialistica acquisita, trova lavoro all’Anffas di Macerata. E, qualche settimana fa, pronuncia il Sì più atteso. Quello che la fa convolare a nozze con Fabrizio Ippolito (che ha sconfitto una grave forma di leucemia).
Una storia di coraggio e talento, come quella di Arianna Giulianelli, di Cingoli. Ricevuti gli auguri per la laurea lo scorso anno dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quest’anno consegue la magistrale in Giurisprudenza all’Università di Macerata. In passato, Arianna ha testimoniato più volte la sua esperienza da studentessa disabile all’università. Una forza, quella della ragazza, derivata dalla spiccata intelligenza e dalla voglia mandare in frantumi tutti i luoghi comuni: «Mi sono sempre fatta condizionare dalle persone che mi dicevano: “Sai, nella tua situazione, non riuscirai ad affrontare un percorso di studi universitario”. Oppure da chi, al contrario, sosteneva che i miei risultati fossero frutto del pietismo mostrato dai docenti nei miei confronti. Ma ho avuto la determinazione di dimostrare a me stessa e agli altri che non ci sono né barriere né limiti se, come me, vuoi raggiungere un obiettivo e hai una forte voglia di riscatto».
Arianna Giulianelli si laurea «Non ci sono limiti o barriere se vuoi raggiungere un obiettivo»
;A sinistra, Mirko Talarico
RITORNO AL CRATERE in cui in cui il commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini ha dato una accelerata alla ricostruzione ancora però lontano dal compimento. Mettetevi nei panni di Mirko Talarico, trent’anni. Ti sei appena licenziato dalla pizzeria di Porto Recanati. Sai che sai fare la pizza meglio di chiunque altro e non vuoi più essere sotto padrone. Allora ti giri intorno e provi a pensare a dove aprire una tua pizzeria. Porto Recanati sembrerebbe la scelta più logica. Ma no, non sei convinto. Ce ne sono già troppe. Tu invece vuoi emergere, non vuoi essere uno dei tanti. Ti informi in giro e ti ricordi di un paesino di montagna con cui andavi con i tuoi genitori da piccolo. I tuoi amici dicono che sei fuori di testa. Per puro caso però, scopri che proprio lì, in quel paesino, un vecchio locale sta per chiudere e potresti rilevare l’attività. Allora ci vai, lassù, tra i Sibillini. A Pieve Torina. Fai il mutuo, prendi il locale e armato di abilità, voglia di fare e buone intenzioni, il tuo sogno diventa realtà: il Pievetorina Saloon apre i battenti. È il 2016. Stai impastando per la cena, quando arriva un botto tremendo. La prima scossa del 26 ottobre ti butta fuori dal locale. La seconda lo danneggia pesantemente. Quella del 30 ottobre lo rende inagibile. E quindi torni a Porto Recanati. Fine. E invece no. Mirko fa la strada inversa: rimane a Pieve Torina insieme all’amore della sua vita, riapre il Saloon nella nuova piazzetta con i container e alla fine ha ragione lui. Arrivano da tutta la regione e da fuori per la sua pizza. La scorsa estate, in tantissimi seguono gli Europei nel mega schermo davanti al locale. E i clienti arrivano, sempre. Non per compassione. Ma per la sua cucina. La voglia di valorizzare un territorio ferito è tantissima anche in un’altra storia di Pieve Torina, quella della Fattoria Lucarini. Milena, insieme alle due sorelle, porta avanti l’impresa agricola famigliare che per generazioni ha fatto la storia della sua comunità. La Fattoria Lucarini, nonostante tutto, è ancora aperta e continua a fornire le sue carni e i suoi formaggi agli affezionati clienti. Una storia di rinascita contro ogni previsione, iniziata da quelle scosse nefaste di cinque anni fa che avevano colto i Lucarini nel loro habitat naturale: tutti insieme, a tavola.
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DONO – Sono passati pochi giorni da Capodanno. La polizia locale di Macerata riceve una chiamata in centrale. «Pronto – fa la voce di una signora anziana, residente in centro -, mio figlio è costretto a letto, non abbiamo più niente da mangiare a casa. Non posso andare a ritirare la pensione». Allora gli agenti Emanuele di Donato e Walter Vallesi hanno un’idea, che trova il nulla osta del comandante Danilo Doria. Gli agenti si presentano a casa della signora, ma con la spesa già fatta: pollo, salumi, pane e frutta. Tutto a spese degli agenti. «Sanzioni, violazioni amministrative e altro fanno parte del nostro lavoro, ma è l’aspetto del buon senso e di azioni come queste che deve anche essere evidenziato», sottolinea il comandante. Piccoli gesti di solidarietà.
Enrico e Milena Mazzefoli
Fino ad arrivare al regalo più bello, lo scorso novembre: un padre di 73 anni, Enrico Maffezzoli di Muccia, che dona un rene alla figlia 43enne di Macerata. Milena passa gli ultimi due anni e mezzo in dialisi. Quest’anno, il papà, la tira fuori dall’incubo: «Ero in lista trapianti e aspettavo un donatore – racconta Milena -. La vita in dialisi non è per niente semplice. Ogni seduta dura 4 ore e va fatta per 3 volte la settimana. Mio padre vedeva la mia fatica e sofferenza e poco prima di questa estate, ha deciso di donarmi un rene. Abbiamo fatto tutti gli accertamenti del caso e a fine agosto abbiamo avuto la notizia che eravamo compatibili». Ora, dopo i controlli di rito, Milena sta tornando a una vita normale. Proprio lo scorso giorno di Natale dedica un suo messaggio a papà Enrico: «Grazie babbo per avermi fatto nascere una seconda volta».
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«Mio padre mi ha donato un rene, così sono nata una seconda volta»
Michele Dulci, Claudia Suatoni e il piccolo Pietro
VITA – È il giorno libero di un dentista. Il giovane odontoiatra di Macerata si mette le scarpe da corsa, prende due bastoni, esce di casa di prima mattina e cammina fino a Loreto. Il giorno prima la compagna ha appena adottato a distanza Salima, una bambina di 4 anni della Tanzania. Entrambi sono colmi di gratitudine: dopo qualche problemino durante la gravidanza e il sospetto che il loro primogenito potesse nascere con gravi patologie, a giugno il piccolo Pietro è invece nato sano e forte. È la storia del fioretto di Michele Dulci e Claudia Suatoni, residenti nel capoluogo. I due mantengono le promesse fatte a loro stessi e al destino, e adesso stanno passando le feste a spupazzarsi il piccoletto. Voglia di vita, voglia di nascere che si presentano anche in altre storie raccontante quest’anno: ad aprile, a Civitanova (dove il tasso di natalità è di gran lunga superiore alla media nazionale), il piccolo Enrico ha talmente fretta di nascere che la mamma è costretta a partorire a casa, aiutata da Gianni Di Giacomo, autista dell’ambulanza della Croce verde. A Castelraimondo, a fine ottobre, un bambino nasce invece in ambulanza. In entrambi i casi, i bimbi nascono senza problemi, in salute. Da segnalare, nel reparto di Ostetricia dell’ospedale di Macerata, il parto gemellare spontaneo assistito dall’equipe del primario Mauro Pelagalli: Aria ed Elia nascono a due minuti di distanza.
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Iralba e Carlo, i protagonisti di In viaggio con MaMa
MAMA – Due ragazzi, Iralba e Carlo, girano in auto dalle parti del Monte San Vicino e si perdono. Arrivano in una strada senza uscita. Sembrano ai confini del mondo. Dietro di loro la campagna sterminata. All’improvviso, una voce dal telefono: è MaMa. Carlo è diffidente, Iralba invece si fida della strana voce robotica. Alla fine, la ragazza fa bene a fidarsi. Grazie a MaMa iniziano un viaggio che li porterà in giro per la provincia, a scoprire bellezze e segreti di tutti i 55 comuni del territorio. È questa la premessa del progetto In viaggio con MaMa, la serie di video realizzata da Cronache Maceratesi. Un bellissimo tour, ricco di momenti interessanti e curiosi, che funziona da spot per le meraviglie del Maceratese. Un’iniziativa che prende il via in un anno importante per il turismo nel territorio. Oltre alle tantissime presenze arrivate in generale in tutte le Marche, il borgo di San Ginesio in particolare raccoglie il plauso dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (Unwto), con un riconoscimento consegnato il 2 dicembre a una delegazione del comune a Madrid
POST COVID – La storia di Mario Pazzarelli è una storia di speranza, in uno dei momenti più critici della pandemia. Usciere del municipio di Macerata, 61 anni, Mario guarisce dal Covid a febbraio, dopo 4 mesi d’inferno in ospedale. Nel suo racconto, affidato a una lettera, un avvertimento a non sottovalutare il virus, ma anche il coraggio che emerge da una situazione all’apparenza irreversibile: «Dopo quattro mesi sono guarito dal Covid anche se la strada verso la normalità sarà ancora lunga. Da pochi giorni sono tornato a casa dopo aver percorso tutte le possibili e inimmaginabili tappe di questa malattia tremenda e reale. Va presa seriamente e non è assolutamente una cosa su cui scherzare. Rispettate le norme anti Covid». Mario ce l’ha fatta. Soprattutto grazie ai medici, gli infermieri e tutti gli operatori della Sanità che, nel corso degli ultimi due anni, quotidianamente fanno la differenza e permettono a persone come Mario di scendere dal letto di un ospedale, tornare a casa e raccontare la propria storia. Senza nessuna retorica. Sono gli stessi medici e infermieri, a volte, quando i riflettori si abbassano un po’, a dover difendere la propria categoria. Come a maggio, quando il giorno successivo alle onorificenze consegnate a undici operatori dell’Area vasta 3 nominati Cavalieri al merito della Repubblica, diversi colleghi si sono fatti sentire: «Dare un nome e cognome ad un premio importante è riduttivo e anche un po’ offensivo nei confronti di tutte quelle persone che hanno fatto in maniera più che dignitosa il proprio lavoro – sottolineano i medici e gli infermieri di Civitanova, molti dei quali hanno lavorato notte e giorno nel Covid center della provincia -, vedendosi cambiare il proprio ambito di lavoro dall’oggi al domani, cambi repentini di turni, ferie e riposi mancati. Forse sarebbe stato più onesto premiare l’Ordine dei Medici, i vari Ordini professionali e tutte le persone coinvolte perché questa battaglia l’abbiamo combattuta e la stiamo combattendo insieme».
L’apertura del primo tratto della Pedemontana
TRAGUARDI – Infine, come buon auspicio, rinnoviamo i nostri auguri ai centenari della provincia. In particolare ai due 105enni della provincia: Letizia Alessandrini di Macerata e Armando Paciarotti di Cingoli. Senza dimenticare Gildo Mosca di Treia, arrivato a 100 anni grazie al suo segreto di lunga vita: «Il mio sviscerato amore per il Varnelli». Una longevità che ha permesso a tutti e tre di vivere abbastanza a lungo per assistere finalmente, il 22 novembre, all’apertura del primo tratto della Pedemontana. Meglio tardi che mai.
Pedemontana, semaforo verde: aperto il primo tratto «Giornata storica per le Marche»
Letizia, ultracentenaria sprint: la più anziana di Macerata fa 105
Gildo Mosca fa 100 «Il mio segreto? L’amore per il Varnelli»
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