Gabriele Miccini, ceo della Giessegi
«Sarei disposto a prendere i miei 100 camion e andare a protestare a Roma, magari con altre decine di colleghi, solo così forse ci ascolterebbero». Sono le parole di Gabriele Miccini, ceo della Giessegi di Appignano, azienda leder nel settore mobili, che punta il dito contro la politica per quella che ritiene a questo punto una misura senza senso: la reiterata chiusura dei negozi di mobili. «Dopo tutte le insistenze e i colloqui che ho avuto, facendo arrivare le nostre istanze anche al ministro Giorgetti e a Salvini tramite parlamentari della Lega responsabili nelle Marche e in Umbria – continua Miccini – ancora non sappiamo se nel prossimo Dpcm sia consentito ai negozi di mobili di riaprire o meno. Tanti altri settori che creano più affollamento sono restati aperti, penso per esempio ai “fai da te”, alle grandi catene, al settore automobilistico: qual è la differenza? Ho cercato di spiegare che, anzi, i negozi di mobili potrebbero benissimo aprire su appuntamento senza creare nessun tipo di problema, ma ho l’impressione che facciano fatica anche ad ascoltare. In Parlamento c’è stata un’interpellanza di Maurizio Lupi sul tema delle mancate riaperture del settore, e il sottosegretario alla Salute Sileri ha risposto che non se lo spiega neanche lui perché siano ancora chiusi. D’altra parte, l’assurdità di queste misure, è dimostrata dal fatto che a noi aziende consentono di poter lavorare così che non devono darci ristori o sostegni, ma con i negozi chiusi per chi continuiamo a produrre? Ma per loro – sottolinea il ceo della Giessegi – la priorità è la riapertura delle scuole, quando per l’esperienza che ho, quasi tutti i dipendenti contagiati o che sono dovuti restare a casa in quarantena avevano figli a scuola».
Miccini racconta anche l’esperienza di un suo dipendente finito col casco al Covid center. «Il suo medico di base – dice – gli ha prescritto per due settimane solo la tachipirina e alla fine il nostro lavoratore è stato ricoverato al Covid center di Civitanova. Che non si dica che la medicina di base è stata smantellata, la mia impressione è che che i medici di base oggi lavorino anche di meno guadagnando di più. E oltretutto non sempre sono reperibili. A questo si aggiunge il fatto che il ministro Speranza ancora non ha fornito i nuovi protocolli per le cure domiciliari». Infine l’ultimo attacco riguarda i vaccini: nelle Marche c’è un protocollo per le somministrazioni sui luoghi di lavoro, diverse aziende come la Giessegi sono già pronte, ma ad oggi sono arrivate zero dosi. «In questi ultimi giorni sembra che debbano arrivare vagonate di vaccini a sentire certe dichiarazioni – conclude Miccini – ma le promesse non servono. Serve che le dosi arrivino nei territori. Stiamo vaccinando i professori che sono a casa con la didattica a distanza e non vacciniamo il mondo produttivo che manda avanti l’Italia? Se fossi nel ministro Speranza mi sarei già dimesso. E in tutto questo non c’è un sindacato che abbia alzato un dito in difesa delle attività produttive. Qui se non moriamo di Covid, moriamo di miseria, se si continuano a spremere anche i settori che potrebbero resistere».
(Redazione Cm)
Vaccini nelle aziende, si stenta a partire Miccini: «Noi siamo pronti ma mancano dosi e protocollo»
Bravo è proprio così sono un branco di inetti.Ci vogliono affamare.Basta con queste chiusure per pochi settori ,mobili, abbigliamento ,calzature ,tutto il rimanente aperto.Chi figli e chi figliastri.E poi è risaputo che le scuole sono sempre state fonti di infezioni
Non è più un problema di affollamento... È che più cose sono aperte più motivi le persone trovano per circolare. Perché sennò i parrucchieri con quattro, cinque posti sono affollati? Le estetiste con un cliente alla volta? Le palestre con una persona x ciascun attrezzo che viene sanificato ? Però in fabbrica ci stiamo trenta, cinquanta, e più... Ma la maggior parte dei malati gravi ha più di 60 anni ed è pensionata per lo più.. Fate due più due. Si fa prima a chiudere indistintamente c è da sbattersi di meno che a cercare soluzioni di compromesso
E non la riceverete per molto tempo ancora
In Regione cosa dicono?
Chiama Matteo che Lui Può .
Potrebbe chiedere al suo caro amico ora presente nella maggioranza di governo il perché...
Ma è arrivato il governo dei migliori che senza parlare ci hanno fatto capire che non è cambiato nulla
Invece la chiusura dei ristoranti è spiegabile?!
Ha ragione da vendere. Serio e pragmatico
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se fossero stati chiusi puri gli altri nominati sarebbe stato piu contento? le sarebbe cambiato qualcosa? forse le decisioni vengono prese x motivi che a lei sfuggono?
Per quanto riguarda le scelte su chi vaccinare puo’ chiedere direttamente al Presidente della regione e all’Assessore alla Sanita’… da quel che leggo per lei parlarci dovrebbe essere una bazzecola.
Non funziona niente e se il nostro simpaticissimo Ceo leghista fa arrivare le sue istanze a Giorgetti e Salvini dimostrando la poca lungimiranza che ha visto che come dice Draghi tutto dipende dai dati e non certo da Salvini a cui ci si rivolge come sempre fanno i nostri più arruffianati imprenditori che cercano sempre nei politici a loro affini di risolvere i loro problemi. Non capiscono nemmeno che domani Salvini, quando tutti gli italiani avranno le emorroidi, sarà a loro che si rivolgerà, sicuro che potrà intavolarci la solita folata di simpatia che lo farà ancora ma non per molto stare sempre al 23% nei sondaggi. Dipendesse da me i suoi negozi glieli piomberei brutto esempio di italiano che pensa solo ai caxxi suoi.
Bisogna spiegare xche’ sono chiusi i ristoranti e i negozi NON di prima necessita’? ma veramente buona parte degli italiani sono andati a scuola d’estate….. 400 morti al giorno sono diventati una cosa normale vero?
Pazienza!
mah …piombare solo i negozi? e la bocca..no?
comunque mi ricordo quando ci definivano ‘terun’ in anni non sospetti…avevano mille ragioni…
Paurosa assenza dei deputati marchigiani in aiuto a questo settore.
Nessuna interrogazione parlamentare si è vista.