Il sit delle maestranze davanti allo Sferisterio di Macerata
di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)
«Precari lo eravamo già, ora va ancora peggio». Mauricio Pasquali è uno dei lavoratori dello Sferisterio di Macerata che stamattina si è unito al sit in convocato a livello nazionale per chiedere risposte chiare a un settore in completa crisi a causa della pandemia.
Alcune delle sagome all’ingresso dello Sferisterio
All’ingresso dell’arena, dietro i cancelli di ferro, sono state posizionate delle sagome umane con indosso caschetti e maschere di scena. Per capire cosa rappresentano basta leggere le scritte fatte a mano sopra ognuna: lavoro, cultura, reddito. E poi gli striscioni: “I nostri diritti non possono stare dietro le quinte”, “Invisibili ma indispensabili”. «Le sagome rappresentano la falsa ripartenza di artisti e tecnici – spiega Pasquali -. Perché oggi avremmo dovuto riaprire e quindi essere lì, e invece non ci siamo».
Mauricio Pasquali
La protesta avviene oggi in Italia proprio perché questa sarebbe stata l’ipotetica data di riapertura dei luoghi dello spettacolo dal vivo. Ma la crisi già c’era e nessuno lo nega: «Per molti di noi, sia artisti che tecnici, sarà molto difficile arrivare alla pensione – prosegue Pasquali -. E due anni persi sono tanti. Chiediamo che ci vengano riconosciuti perlomeno i contributi figurativi di questi due anni. E’ una delle rivendicazioni maggiori che stiamo facendo in questo momento». Dalla Regione, infine, per adesso «ci sono solo ipotesi. Hanno detto che potrebbero stanziare dei soldi, ma siamo appunto al “potrebbe” mentre altre Regioni hanno già stanziato fondi».
Maria Antonietta Lucarelli
Sauro Tartari constata che «questa è la seconda falsa ripartenza. Franceschini aveva detto che avremmo riaperto oggi, ma era chiaro che non sarebbe stato possibile farlo. Per molte compagnie inoltre il programma di riapertura è insostenibile a livello economico, con tamponi ogni due giorni e pubblico al 25%. La situazione non invoglia certo a ripartire nemmeno le realtà grandi». E lo Sferisterio stesso è di fronte al grande punto interrogativo della stagione estiva, che tra l’altro corrisponde all’attesissimo centenario dell’Aida. «Siamo in standby – prosegue Tartari -. La stagione di quest’anno doveva farci recuperare, mentre a oggi è già quasi certo che di tre opere ne faremo solo due. Il primo aprile ci dovrebbe essere un incontro esplorativo». Maria Antonietta Lucarelli della realtà Sarte di scena, ribadisce che serve un piano trasparente: «Inutile promettere cose impossibili, sapendo che lo sono fin dall’inizio. Tipo parlare di riapertura con tutta Italia zona rossa».
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