Civitanova, pronto soccorso al limite
dopo l’arrivo dei pazienti da Torrette
«Non riusciamo a svuotarci»

COVID - La struttura torna a riempiersi, ci sono 18 persone e una stanza del percorso pulito è stata dedicata ai pazienti positivi. La primaria Rita Curto: «Purtroppo stiamo scontando l'eccessiva socializzazione delle scorse settimane, lo vediamo dall'età dei contagiati, sempre più giovani»

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L’ingresso del Pronto soccorso di Civitanova

 

di Laura Boccanera

«Non riusciamo a svuotarci, come ricoveriamo nei reparti i pazienti ne arrivano altrettanti». Sono le parole di Rita Curto, primaria del pronto soccorso di Civitanova che è tornato a riempirsi, tanto che una stanza dell’area Covid free destinata ai pazienti positivi. Due giorni fa dall’ospedale regionale di Torrette sono arrivati 6 pazienti contemporaneamente, dopo di che il personale ha fatto presente che ulteriori arrivi avrebbero pregiudicato l’attività del pronto soccorso e la tenuta del sistema nel maceratese. L’ospedale dorico, incapace di dare assistenza a chi arrivava a Torrette ha dirottato su Civitanova alcuni pazienti che erano rimasti fino a 6 ore nelle ambulanze in attesa di cure. E ora il pronto soccorso anconetano è chiuso ai pazienti Covid. Una criticità che si riflette nel Maceratese dove la situazione però è già in sofferenza. Civitanova infatti era il secondo nosocomio dopo Torrette per numero di utenti e ad oggi sono 18 i pazienti ricoverati al Pronto soccorso.

«Rispetto ad ottobre quando avevamo ospitato fino a 28 persone ora siamo a 18, ma quella della seconda ondata, che in realtà non è mai passata, ma che si era solo attenuata, era una situazione di fortuna e di emergenza – aggiunge la primaria Curto – Non è possibile tornare a quei numeri né per gli operatori né per i pazienti costretti nei corridoi in barella. Al momento abbiamo aperto una stanza che era destinata ai pazienti non Covid per i Covid. Così facendo abbiamo ottenuto qualche posto in più. Da due giorni per fortuna il Pronto soccorso del percorso pulito si è svuotato e ora nell’area Covid abbiamo 10 postazioni per l’ossigeno. Il problema è che non riusciamo a svuotarci, come troviamo posti per il ricovero arrivano altrettanti pazienti. Purtroppo stiamo scontando l’eccessiva socializzazione delle scorse settimane, lo vediamo dall’età dei contagiati, sempre più giovani. Il problema è che viene ridotta ulteriormente l’attività ordinaria: la rianimazione no Covid è passata da 5 a 2 e all’Utic solo un posto perché c’è necessità di personale. So che sono stati ricavati altri 4 posti di terapia intensiva al Covid hospital».

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