«No al pagamento delle bollette arretrate per i terremotati». Il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, prende posizione riguardo alla questione dei pagamenti delle utenze richiesti a quei cittadini che sono rimasti nelle località devastate dagli eventi sismici. «Commercianti, allevatori, agricoltori, in tanti non potevano spostarsi verso la costa, e si sono arrangiati. Ma lo Stato li ha sostanzialmente dimenticati e se ne ricorda soltanto ora per tornare a battere cassa chiedendo di pagare la corrente elettrica. Chi ha potuto se n’è andato, chi è rimasto, oltre a sopportare enormi sacrifici si troverà a gennaio a dover pagare di nuovo la parte fissa delle bollette di luce e gas pur avendo l’immobile di proprietà inagibile, e questo per una decisione dell’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, che non ha prorogato le agevolazioni sulla bolletta elettrica nonostante questa opzione fosse prevista dal cosiddetto decreto agosto». Il sindaco: «tale comportamento evidenzia una sperequazione inaccettabile. Per questo ritengo opportuno azzerare il costo delle bollette almeno fino al 31 dicembre 2017 e programmare l’applicazione di tariffe agevolate a partire da gennaio 2018, almeno fino al ripristino dell’agibilità per tutte le abitazioni devastate dal sisma. Faccio appello a tutti i parlamentari marchigiani perché portino questa nostra istanza al governo centrale, confidando nel lavoro del commissario straordinario Legnini che si è adoperato e si adopererà per individuare una rapida soluzione».
«Arera non ha prorogato le agevolazioni per le case inagibili»
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I terremotati: non è che non devono pagare le bollette di acqua luce e gas perché hanno la casa inagibile, ma cosa centra, il senso logico è perché non ci sono consumi.
Le cose che otteniamo con detti servizi: sono cose che compriamo come compriamo le mele, le patate o qualsiasi altro bene di consumo. Non so a chi legge questo commento: a me non è mai capitato, quando in un negozio non compro mi vengono recapitati degli importi da pagare per quote fisse con pretesti che non possono essere scritti da nessuna parte perché in tal caso, si concretizzerebbe il reato di estorsione. E per quale motivo non dev’essere la stessa cosa per i politici che fanno le leggi? Che autorizzano i gestori a perpetrare estorsioni nei confronti di noi utenti? Quindi: fino a prova contraria COSTITUZIONALE, l’estorsione delle quote fisse nelle bollette di cui sopra: per senso logico, non possono riguardare solo chi sfortunatamente ha la casa inagibile, ma tutti gli utenti di tali servizi. Il problema viene creato dalla politica che pretende di sgovernare stracciando la CARTA COSTITUZIONALE. Dividendo per imperare.