Processo Banca Marche
«Aperte linee di credito per milioni
a società con capitali da 100mila euro»

CRAC - Ha testimoniato l'architetto Vittorio Cicconi, socio di alcune aziende con cui l'istituto si era esposto. L'avvocato Gabriele Cofanelli della Fondazione Carima, parte civile: «I numeri sono devastanti, drammatici, si commentano da soli. Sono state fatte erogazioni spaventose»

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L’avvocato Gabriele Cofanelli

 

Linee di credito aperte per milioni di euro a fronte di capitali societari non superiori a 100mila euro. E’ quanto emerso dall’ennesima udienza del processo nato dal default di Banca Marche, istituto dichiarato fallito nel 2016 e per cui sono a giudizio 13 imputati, ex vertici dell’ente e della controllata Medioleasing. A testimoniare, chiamato dall’avvocato Gabriele Cofanelli (legale che rappresenta la fondazione Carima, ex azionista di Bdm) è stato l’architetto Vittorio Cicconi, socio di alcune società per cui Banca Marche si era esposta con l’apertura di linee di credito. Ditte come La Fortezza e La Città Ideale, entrambe fallite e riconducibili al gruppo del costruttore anconetano Lanari.

Il testimone ha riferito il capitale sociale delle ditte di cui era socio. La Fortezza, per esempio, contava 100mila euro. E Banca Marche ha garantito l’apertura di credito per 30 milioni di euro. A giugno 2012, l’esposizione totale di Bdm nei confronti de La Fortezza sarà, stando ai riscontri della procura, di circa 112 milioni di euro, con un accantonamento di soli 5 milioni. Per quanto riguarda La Città Ideale aveva un capitale di 100mila euro. Le sono stati affidati 25 milioni di euro.  «I numeri – commenta l’avvocato Cofanelli – sono devastanti, drammatici, si commentano da soli. Sono state fatte erogazioni spaventose». Stando al report degli investigatori, nel giugno 2012 l’esposizione della banca nei confronti della Città Ideale era di 44 milioni euro con un accantonamento di 2 milioni. La prossima udienza si terrà il 2 novembre.

(Redazione CA)

 

 

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