Romeo Renis, candidato con La nostra città a sostegno di Narciso Ricotta
«Finalmente è arrivato il programma del candidato sindaco del centrodestra a Macerata, espressione della Lega di Salvini, Sandro Parcaroli. Un libro dei sogni, belle parole. Parole che molto probabilmente rimarrebbero tali se dovesse vincere la Lega, per le forti inesattezze e contraddizioni presenti in alcune parti del programma». Così l’ex consigliere Romeo Renis, candidato con la civica La nostra città a sostegno di Narciso Ricotta, commenta il programma presentato ieri dal candidato sindaco del centrodestra (leggi l’articolo). Secondo Renis il programma contiene inesattezze soprattutto nel capitolo dedicato alla sicurezza, «frutto – aggiunge – molto probabilmente dell’improvvisazione e forse della poca conoscenza. Nel capitolo 8.1 si afferma che “I maceratesi meritano di vivere in una città sicura e il comune deve garantire questa sicurezza”. E’ vero – commenta Renis – i maceratesi meritano di vivere in una città sicura ma, quando si scrivono alcune affermazioni è importante sapere che la sicurezza nelle città viene garantita principalmente dalle forze di polizia sotto la responsabilità e direzione dell’autorità di pubblica sicurezza, che sul versante politico è il prefetto, e sul piano tecnico il questore. Entrambi rispondono agli indirizzi generali del ministero dell’Interno e del Capo della polizia. Il sindaco ha solo mansioni di integrazione e collaborazione relativamente alla sicurezza urbana grazie ad alcuni compiti riconosciuti quale commissario di Governo, dalla legge 267/2000 e dai cosiddetti “Pacchetti sicurezza”che si sono succeduti dal 2008 ad oggi».
Il candidato consigliere passa poi a un altro punto del programma di Parcaroli, dal titolo Mutualità di vicinato. «Immediatamente dopo – sottolinea Renis – si dà inizio alla frase che recita: “Aderiremo al controllo di vicinato”. Una confusione fra due progetti che mi permetto di definire molto grave, sicuramente con poca conoscenza del concetto di sicurezza dei cittadini relativamente alla cosiddetta sicurezza integrata o partecipata. La mutualità di vicinato è un progetto ideato dal sottoscritto nel 2014 e realizzato per la prima volta nella città di Osimo nel 2015. In sintesi, tutti gli attori (sindaco, questore, forze di polizia, forze politiche, associazioni) furono consapevoli come nella nostra società fosse necessario ritrovare il senso della comunità. Gli analisti sociali ci dicono chiaramente che abbiamo perso il valore dello stare insieme in un’ottica di solidarietà e rispetto. Non è concepibile che in un condominio muoiono degli anziani e nessuno se ne accorge se non dopo qualche giorno solo per il cattivo odore. Lo slogan è: “La Mutualità di vicinato, per ritrovare la comunità e sentirsi più sicuri”. Il coinvolgimento dei cittadini in un ottica di politiche integrate di sicurezza non di controllo ma di mutualità. Un quartiere è più sicuro se oltre alla sicurezza primaria sviluppata dallo stato, opera una comunità in armonia e solidale, dove tutto funziona e dove gli ultimi non si sentono tali. La dimostrazione l’abbiamo avuta durante il lockdown della grave pandemia che ci ha colpito. La comunità prima di tutto. Il Controllo del vicinato invece è altra cosa. La parola stessa lo dice, si dà al cittadino un compito di controllo che non è assolutamente quello della solidarietà. Controllo riporta ad un compito dello Stato non dei cittadini. Il controllo del vicinato è un progetto che prevede un gruppo di cittadini che si organizzano, si registrano nell’associazione e fanno riferimento al cosiddetto referente. Generalmente quest’ultimo, ricevute le segnalazioni le dovrebbe filtrare ed eventualmente comunicare alle forze dell’ordine attraverso un numero di telefono privato. Un ruolo di controllo richiesto ai cittadini messo in campo spesso da emotività estemporanea dopo fatti gravi avvenuti nella zona di residenza. Inoltre, nei comuni che aderiscono al “Controllo del vicinato” viene esposto un apposito cartello stradale. “Zona sottoposta al controllo del vicinato”. Nella mia vita professionale non ho mai visto un criminale fermarsi di fronte ad un cartello stradale. Ma questa è un’altra cosa. Ancora, non si comprende se il candidato sindaco vorrebbe aderire al progetto del Controllo del vicinato o al Controllo di vicinato; si, perché sembra strano, ma sono due associazioni differenti. Non so se in questo periodo hanno trovato altre forme, ma questo è. Sulla questione c’è un’ulteriore differenza che forse è la più importante, che è quella sull’analisi criminologica sociale. Il controllo del vicinato si basa principalmente sulla “teoria delle opportunità”, detta anche prevenzione situazionale. Cioè, affinché si verifichi un reato devono coesistere tre elementi: una vittima potenziale, assenza di vigilanza, autore motivato. E’ sufficiente che uno dei tre elementi viene meno e il reato non si consuma. Teoria nata principalmente per i reati predatori. La mutualità di vicinato è invece un progetto più ampio, più ambizioso che sicuramente non merita di essere strumentalizzato per motivi elettorali. La Mutualità di vicinato prevede oltre alla teoria della prevenzione situazionale quella sociale e comunitaria. Cioè, per un’attenzione alle marginalità sociali, o al funzionamento della comunità nel suo insieme». Da qui la conclusione: «La sicurezza dei cittadini è cosa seria e importante. Chi si cimenta a voler contribuire a migliorarla deve essere a conoscenza dell’ambito in cui può lavorare, deve documentarsi sulle norme a disposizione e soprattutto deve almeno conoscere i progetti che propone senza scrivere a casaccio parole in confusione. I cittadini hanno bisogno di realtà non di fantasia».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
E pensare che nel mazzo Steve è il Jolly!
E’ con piacere che abbiamo potuto apprendere come il sig. Romeo Renis, da sempre parte della sinistra maceratese e oggi candidato in una lista che sostiene Ricotta, abbia avuto modo di leggere il programma di Sandro Parcaroli, in particolare la parte relativa alla sicurezza ed alla politica della immigrazione.
Purtroppo dobbiamo constatare che lo ha fatto superficialmente, avanzando critiche senza fondamento.
Nello specifico il sig. Renis afferma perentorio che “la riforma del titolo V della costituzione ha stabilito in modo perentorio che è compito esclusivo dello Stato la sicurezza e l’ordine pubblico” con questo volendo intendere che il sindaco nulla potrebbe fare al riguardo.
Peccato che lui stesso nel comunicato afferma, poche righe sopra, che Il sindaco ha “mansioni di integrazione e collaborazione relativamente alla sicurezza urbana grazie ad alcuni compiti riconosciuti quale commissario di Governo, dalla legge 267/2000 e dai cd. pacchetti sicurezza succeduti dal 2008 ad oggi”.
Se non si fosse distratto nella lettura, si sarebbe anche accorto che in calce la paragrafo 8.1, da lui citato, vengono esplicitamente richiamati le “prerogative ed i poteri che un sindaco ha in materia di sicurezza e ordine pubblico” che “devono essere esercitati in una logica di ‘sicurezza urbana integrata’, sfruttando le opportunità riconosciute dal Ministero dell’Interno”. Quindi Sandro Parcaroli è pienamente consapevole dell’ambito e dei limiti di azione che un sindaco ha in materia e, infatti, gli interventi ipotizzati (riqualificazione urbana, riappropriazione da parte dei cittadini degli spazi pubblici, confronto e collaborazione costante con le Forze dell’Ordine, installazione telecamere, realizzazione del controllo del vicinato, politica rafforzata di formazione/informazione contro lo spaccio delle sostanze stupefacenti) rientrano tutti nelle possibilità di intervento del primo cittadino.
Prosegue il Renis sostenendo che è errato parlare di intensificare il confronto con tutte le Forze dell’Ordine, in quanto semmai si dovrebbe “manifestare maggiore disponibilità a collaborare all’interno di un indirizzo tracciato in sede di Comitato Provinciale per l’Odine e la Sicurezza Pubblica, organo consultivo presieduto dal prefetto”. Ora, al netto della deferenza che comprensibilmente per formazione professionale ha Renis verso le articolazioni locali del Governo centrale, non si vede proprio come i due concetti possano essere tra loro alternativi. E’ evidente, a chi non sia offuscato dalla partigianeria politica, che si tratta del medesimo concetto: un buon sindaco deve mantenere un costante rapporto con la Forze dell’Ordine, anche nell’ambito del Comitato Provinciale citato.
L’apice del comunicato viene però raggiunto laddove Renis lamenta una presunta confusione perché al paragrafo 8.5 del programma di Parcaroli il titolo è “Mutualità di vicinato”, mentre nel testo viene fatto riferimento alla volontà di aderire al protocollo “Controllo del Vicinato”.
A sostegno della sua critica Renis si lancia in una lunga illustrazione di un progetto da lui ideato nel lontano 2014 che avrebbe la stessa denominazione di “Mutualità di vicinato”, che sarebbe cosa molto diversa dal “Controllo di vicinato”. Da ciò deriverebbe la “confusione più grave e totale”. Vogliamo innanzitutto tranquillizzare Renis in quanto il titolo del paragrafo non intendeva in alcun modo riferirsi alla sua idea, della quale francamente Parcaroli non era neanche a conoscenza, ma al significato della parola mutualità come “aiuto scambievole”.
D’altra parte non ci risulta che la denominazione del progetto di Renis sia stata sottoposta a formale registrazione e, quindi, ad oggi, il termine mutualità di vicinato può essere liberamente utilizzato.
La semplice lettura del paragrafo, permette inoltre di verificare che l’oggetto dello stesso è solo ed esclusivamente il protocollo “Controllo del Vicinato” già esistente in Prefettura, relativo al progetto di “sicurezza partecipata”.
Piuttosto che cercare inesistenti falle nel programma di Sandro Parcaroli, Romeo Renis farebbe bene a chiedere al candidato Ricotta, che lui sostiene, perché dal 2014 ad oggi la giunta, di cui Ricotta era componente di primo livello, non abbia trovato il tempo e la voglia di realizzare il suo meraviglioso progetto.
Rennis purtroppo per lui non si è accorto che il controllo del vicinato a differenza della sua creatura invisibile è già realtà in molti comuni della provincia ed in gran parte dei quartieri della città.
Ma i sig.ri Renis e Ricotta dove erano quando le opposizioni in consiglio comunale denunciando, ancora un anno prima dei tragici fatti di Pamela, lo spaccio a cielo aperto e la totale insicurezza dei parchi cittadini, venivano zittiti e accusati dalla giunta di “esagerate percezioni”? Ricotta che lei sostiene sig. Renis, mi sembra di ricordarmelo assessore e fedelissimo delle politiche dell’attuale sindaco. Fortuna il questore, se era per voi avevamo ancora la mafia nigeriana…..certo che ci vuole una buona dose di partigianeria a far finta che nulla è successo e di come era stata ridotta la città, ci si aspetterebbe almeno un granello di autocritica invece di attaccare gli altri, ma non è roba per voi
Per rimettere nella direzione della verità o più semplicemente della conoscenza dei fatti va ricordato che il 24 luglio scorso alla presenza del viceministro Mauri il sindaco di macerata Carancini ed il prefetto di macerata Rolli hanno firmato il protocollo della mutualità di vicinato discusso e condiviso con tutte le forze dell’ordine. Quindi su questo tema la discussione parte da un punto fermo . A macerata esiste un protocollo per facilitare la partecipazione dei cittadini alla sicurezza urbana in un quadro di pieno coinvolgimento di istituzioni e forze dell’ordine oltre che di polizia
Locale che si rifà a principi di mutualità. Da qui si parte per migliorare ancora senza dimenticare fra le altre cose fatte da questa amministrazione il deciso potenziamento del sistema di video sorveglianza.
Quanto al tema onirico, del sogno, voglio dire quanto alla “materia” di questo dibattito, quanto segue: chi ha scritto pagine mirabili sul tema è Gaston Bachelard, nel suo celebre “Il diritto di sognare”, ma poi è ben accompagnato da Shakespeare che nella sua “Tempesta”, afferma” :La vita è della stessa sostanza di cui son fatti i nostri sogni. Per la verità, di origini più concrete fu il sogno di Martin Luther King: I have a dream”. Certo, il sogno di quest’ultimo, in particolare, si differenzia molto dagli attuali…Quanto alle argomentazioni dell’amico Renis, condivisibili e tecnicamente corrette, mi permetto una confessione agostiniana: io sono sicuro di non essere sicuro. Ma non per il “ladro all’angolo”,o il Covid all’altro angolo, o delle “storiche” quattro mafie italiane ( Camorra, Ndrangheta, Mafia siciliana, Sacra Corona) un vero primato, io sono sicuro, questa volta certamente, che chi gridava “contro” l’Europa ( tra i quali il sottoscritto relativamente alla “moneta”) si troverà spaesato. Chi urlava “contro” ( molto più a destra che a sinistra), purtroppo si sta già “addolcendo”. Purtroppo. E allora non rimane altro che l’inutile diritto di sognare. Più per marketing che per altro.
Iesari: protocollo di mutualità di vicinato firmato a luglio 2020 a distanza di sei anni dall’idea di Renis. Mutualità di vicinato che non ha avuto alcuna applicazione. Solo l’ennesima iniziativa di cartone preelettorale del trio Carancini Ricotta Monteverde. Giocata questa volta sulla buona fede di Renis
Da oltre tre anni molti comuni della nostra provincia hanno sottoscritto in prefettura il protocollo del “Controllo del vicinato” e lo hanno applicato. L’amministrazione di Macerata no. Singoli gruppi di cittadini lo hanno utilizzato nei quartieri (come alla Pace). Veramente Ricotta e i suoi sodali pensano che i Maceratesi abbiano l’anello al naso?
Coltorti da una idea ad un protocollo operativo discusso a livello politico, valutato e condiviso con Prefettura e Forze dell’Ordine locali , valutato e approvato dal Ministero il passaggio è tutt’altro che breve che ne dice ? In realtà poi il documento era poi pronto ed approvato da molti mesi (fine 2019) poi ci si è messo il problema del Covid a portare la firma a Luglio. Per quanto riguarda il controllo di vicinato la posizione della nostra amministrazione e della maggioranza di centra sinistra è stata ben chiara in questo periodo. Pur riconoscendo il valore della partecipazione dei cittadini alla sicurezza urbana alcune modalità di questo protocollo non ci convincono affatto e questa, si può essere d’accordo o no, è una legittima valutazione politica.
Iesari: legittima valutazione politica che, come tale, potrà essere cambiata.
Se per voi (lei,Ricotta, Carncini, Monteverde), per approvare un protocollo ci vogliono sei anni e vi apre normale, capisco che sia normale che per fare una piscina ci vuole un tempo infinito, per la bretella non bastano 15 anni, per il passaggio a livello di via Roma non ne sono bastati 20.
Un cambio di passo , tantopiù dopo aver letto le sue parole, mi pare assolutamente necessario.
Iesari, peccato ve ne state andando , sennò potevate istituire l’assessorato alle chiacchere inutili. Il controllo del vicinato è un modello vincente adottato da anni da una miriade di comuni grandi e piccoli in Italia, per fare qualche esempio Perugia, Belluno, Firenze Venezia-Mestre e vidimato dal Ministero dell’Interno. Ma voi la sapete più lunga di tutti vero? Per rimanere in provincia abbiamo Civitanova(ormai effettivo capoluogo di provincia) Tolentino Morrovalle e comuni più piccoli come Appignano Esanatoglia ed altri. Come già si leggeva: in un articolo sul Corriere Adriatico del 19/5/18 “Controllo del vicinato Macerata tagliata fuori” o ancora su CM addirittura nel settembre 2016 https://www.cronachemaceratesi.it/2016/09/15/tre-comuni-firmano-per-controllo-del-vicinato-il-prefetto-cosi-calano-i-furti/859216/ ove lo stesso prefetto Preziotti sottolineava i positivi risultati dello stesso numeri alla mano
Voi dove eravate? A valutare per numero sei anni altre e superiori modalità per poi sottoporle al ministero e a tutti gli altri organi competenti perchè voi rispetto al resto del mondo la sapete lunga vero? E lasci perdere la scusa del virus che in un arco temporale del genere diventa una scusa bambinesca che non le fa onore
Nel novembre 2016 il Consiglio Comunale di Macerata approvò un piano della sicurezza urbana che individuava gli obbiettivi e definiva i piani di azione per la sicurezza urbana nella nostra città. Nel piano c’era la mutualità di vicinato, l’implementazione dei sistemi di videosorveglianza, il vigile di quartiere e il rafforzamento del Comando di Polizia Locale, la collaborazione con le altre istituzioni per la lotta contro la diffusione della droga, misure contro la ludopatia e altro ancora. Tutte le iniziative previste sono state realizzate e qualcosa d’altro in più . Penso ad esempio alla integrazione territoriale dei sistemi di videosorveglianza, progetto unico in Italia, di cui Macerata è capofila. In questi anni siamo passati anche attraverso momenti difficili certo, ma oggi (lo dicono i dati, le valutazioni delle stesse forze dell’ordine e del ministero, e credo anche la percezione dei cittadini) con la decisiva collaborazione delle forze dell’ordine la situazione è certamente migliorata anche se, e questo ovviamente è un idea condivisa, bisogna continuare a mantenere la guardia alta in specie contro la droga e la penetrazione delle mafie. la cosa che mi auguro è che ci si possa confrontare senza inutile polemica politica che non aiuta il cittadino e nemmeno la crescita delle soluzioni proposte
criticare i programmi dei movimenti concorrenti è la sport preferito dei politicanti che non hanno idee propositive e di una concretezza certa con basi certe e verificate.
Non si può pretendere che una persona come il candidato Parcaroli oggi ne sappia quanto chi come Renis ha lavorato una vita nel campo della sicurezza. E’ chiaro anche che se Parcaroli vince non gli vuole molto per sapere tutto il necessario. Resta antipatico il fatto di parlare male degli avversari. È anche un segno di inadeguatezza e di paura.
Invitiamo la redazione e chiunque interessato a leggere attentamente l’articolo di ANCDV. Ai volontari che ogni sera presiedono alle serate in-formative, non interessano le diatribe elettorali. Le oltre 70.000 famiglie in circa 400 comuni praticano da anni la “sicurezza partecipata” con soddisfazione sui risultati di contenimento. Apprendiamo con stupore che esistono altri “inventori” in Italia, di una pratica nata negli USA nel finire degli anni ’60 e partita in Inghilterra negli anni ’80 per svilupparsi in tutta Europa successivamente. L’Italia è anche co-fondatore dell’EUNWA (www.EUNWA.org) di cui è vice presidente Leonardo Campanale.
Lasciamo ovviamente ai contendenti Maceratesi baloccarsi nel loro provincialismo autoreferenziale.
Caro Iesari da quando la incontrai nel Gennaio 2016 è passata molta acqua sotto i ponti, leggo con rammarico che siete ancora nel laghetto dei giardini. Cordialmente buona vita. Rodolfo Principi
https://www.ancdv.it/web/index.php?option=com_content&view=article&id=661:controllo-di-vicinato-facciamo-chiarezza&catid=114&Itemid=1180
Potrebbe essere altresí utile l’articolo del Tenente dei CC, criminologo Francesco Caccetta, precursore già nel 2003 del progetto CdV. Co-fondatore della rete nazionale ANCDV, membro del comitato scientifico e presidente del centro studi INWA.
https://inwacdv.wordpress.com/2019/07/19/i-pericoli-del-controllo-di-vicinato/
Condivido, teoreticamente, o filosoficamente, se volete, quanto afferma il Signor Jacobini. Infatti, la sua argomentazione è incontrovertibile, quasi socratica. Infatti Socrate affermava di “saper di non sapere”. Se l’alta coscienza-consapevolezza di “non sapere” sono una garanzia, il ragionamento è valido. Se, al contrario, nasconde o cela ( magari involontariamente) altro , io non lo so. Poichè bisogna agire, e pensare, per tabulas, “atti amministrativi”, bisognerà accertare analiticamente in quali occasioni, per quali delibere ( non quelle dei “vigili di quartiere, chiacchiere e bla bla) l’opposizione abbia, o non abbia, votato contro, quali siano stati , gli astenuti,chi era assente in quel momento, chi era totalmente assente. E’ un gustoso esercizio probatorio. L’unico interessante. Il resto è marketing.