di Gianluca Ginella
Una giornata choc quella vissuta a Tolentino il 7 ottobre dello scorso anno quando Primo Romagnoli, 54 anni, si barricò in casa con un fucile per poi uscire in strada armato e completamente nudo per dirigersi verso il centro cittadino: era stato bloccato dai carabinieri che lo avevano seguito in strada per poi catturarlo e arrestarlo. Per Romagnoli oggi si è svolta l’udienza preliminare davanti al giudice Claudio Bonifazi del tribunale di Macerata. L’imputato non era presente.
E’ stata disposta dal Gup una perizia psichiatrica, affidata a Francesco Sergi, per comprendere se l’imputato sia in grado di partecipare al processo e se sia socialmente pericoloso. La contestazione è di resistenza a pubblico ufficiale. Romagnoli, dopo essersi barricato in casa, mentre il negoziatore, il luogotenente Domenico Spinali del Reparto operativo di Macerata, cercava di convincerlo a uscire, aveva esploso un colpo all’interno dell’abitazione. Sempre secondo l’accusa, in quei concitati momenti, dopo essere uscito di casa, Romagnoli si era voltato verso i militari che lo stavano chiamando per dirgli di arrendersi e aveva alzato la canna del fucile con l’indice sul grilletto dell’arma. Dopo essersi diretto verso vicolo Bezzi, i militari che avevano isolato la zona e lo seguivano a piedi con lo scopo di bloccarlo evitando di sparare, Romagnoli era stato fermato da due militari, aveva sferrato calci per non farsi disarmare. Secondo l’accusa il 54enne aveva opposto resistenza verso il comandante provinciale dei carabinieri, Michele Roberti, verso il luogotenente Spinali, e l’appuntato scelto Francesco Cuscito (l’ufficiale e i due militari che erano riusciti a bloccare Romagnoli). L’uomo dopo l’arresto di quel giorno, in cui per fortuna non ci furono feriti, si trova in una struttura riabilitativa. Il 54enne è assistito dall’avvocato Marco Romagnoli: «Le cure stanno procedendo bene» dice il legale. L’udienza è stata rinviata al 24 settembre. Nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto aveva spiegato il gesto dicendo che si sentiva oppresso dalla tecnologia e che non intendeva ferire nessuno.
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